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Il Milan batte a sinistra

Filippo Passeri

Leao e Theo Hernandez sono entrambi arrivati in rossonero nell'estate del 2019. Erano allora due giocatori certamente talentuosi, ma che destavano più di un dubbio. Quest'anno sono stati due dei protagonisti dello scudetto

Nell’afosa estate del 2019 è sbarcata a Milano una riserva del Real Madrid, che aveva girovagato in prestito gran parte della sua carriera e un ragazzo portoghese, con andatura ciondolante e abbigliamento alla Travis Scott, che arrivava da una stagione da comprimario al Lille. Il primo era Theo Hernandez, il secondo Rafael Leao: insieme hanno composto la fascia sinistra del Milan campione d’Italia, la Theao, collezionando, in due, sedici gol e sedici assist.

 

La coppia franco-portoghese è la prova che per vincere non serve soltanto spendere un sacco di soldi. A volte, con idee, pazienza e soprattutto competenza si può sopperire a fondi limitati.

 

La storia rossonera di Theo e Leao ha assunto traiettorie diverse. Il primo, più grande di due anni, già alla prima stagione al Milan ha dimostrato le sue enormi doti tecniche e soprattutto atletiche. Il secondo è rimasto in letargo per circa due anni, alternando partite in cui ricordava Henry (vedi derby di andata dello scorso anno), ad altre in cui assomigliava al più modesto Niang. Poi quest’anno ha deciso che era venuto il momento di essere decisivo.

 

Theo Hernandez ha chiuso la sua prima stagione in rossonero con sei gol e due assist, mostrando il suo strapotere già in un amichevole estiva, contro il Bayern Monaco che lo portò, però, a infortunarsi alla caviglia e ritardare così l’esordio in campionato. La prima presenza da titolare del terzino francese è avvenuta soltanto il 26 settembre del 2019, in una trasferta a Torino persa dai rossoneri. Da quella partita, però, Theo è diventato insostituibile in un Milan - da sempre avvezzo ad avere terzini fenomenali come Maldini, Tassotti, Cafù, Serginho – che negli ultimi anni aveva faticato a trovare giocatori all’altezza in quel ruolo. La simpatia dei tifosi rossoneri per Theo scattò quasi subito. Divenne uno degli idoli della squadra però solo il 19 gennaio del 2020, giorno di una partita con l’Udinese vinta in modo rocambolesco dal Milan, successo propiziato da un bolide, al volo da fuori area, del terzino francese. Lui ripaga l'affetto con sgroppate, gol e assist – il francese è l'unico difensore nei top 5 campionati d'Europa ad aver messo in tasca almeno 5 marcature e 5 assistenze nelle ultime due stagioni – a cui quest’anno ha aggiunto una costante attenzione difensiva (il Milan ha concluso il campionato con la miglior difesa) che lo ha reso il terzino migliore della Serie A. E con pochi eguali in Europa. L’operazione che ha portato Theo Hernandez in rossonero, diretta da Paolo Maldini in persona, è costata alle casse del club 20 milioni, il francese ora ne vale minimo 50. La competenza ha avuto ragione sul denaro.

 

Per Leao vale un discorso diverso, arrivato a Milano giovanissimo nell’agosto del 2019 (aveva da poco compiuto vent’anni) è rimasto per diverso tempo un oggetto misterioso. Qualità prodigiose, sia tecniche che fisiche, nascoste da un velo di indolenza, per molti addirittura pigrizia. Il talento di Leao, però, lo si poteva intravedere già nel primo gol in maglia rossonera. In un Milan-Fiorentina del 29 settembre 2019, con la squadra rossonera allora allenata da Giampaolo e strapazzata dalla Viola di un indemoniato Frank Ribery. Sullo 0-3 entra Leao, che segna il gol della bandiera con un doppio dribbling fantastico che stende l’intera difesa ospite. Da lì, però, il portoghese ha vissuto di alti e bassi. Le statistiche dello scorso anno lo confermano (6 gol e 6 assist in 30 partite), tanto che Leao sul finire della scorsa stagione ha perso pure il posto da titolare. Poi è successo qualcosa nella testa del portoghese, quello switch mentale che tanti tifosi gli chiedevano (alcuni con vigoria sproporzionata visto che lo volevano vittima sacrificale al posto del norvegese Hauge questa estate). È diventato difficilmente marcabile nel corso dei novanta minuti. Le sue incursioni palla al piede hanno messo in seria diffocoltà le difese avversarie, in completa balia di un giocatore così dominante fisicamente e tecnicamente. Nelle ultime sei partite di campionato, tutte vinte dal Milan, il portoghese ha realizzato tre gol e sei assist (ieri ne ha confezionati tre in un tempo). Anche grazie a lui, Pioli è riuscito a risolvere i problemi in attacco che avevano rallentato i rossoneri. A suggellare la grande stagione di Leao è arrivato anche il premio di miglior giocatore del campionato. Tornando, ancora, alla competenza: l’acquisto di Leao dal Lille è costato al Milan 28 milioni di euro, oggi ne vale circa ottanta.

 

Sintesi perfetta del cammino della squadra di Pioli sulle spalle, soprattutto, del duo franco-portoghese è la partita di una settimana fa, in casa con l’Atalanta. Incontro vinto dal Milan, che ha significato il passo decisivo per lo scudetto. Prima Leao ha sbloccato il match con una progressione bruciante sul lancio in profondità di Messias, poi Theo ha chiuso l’incontro con il gol più bello della stagione: una progressione palla al piede di 95 metri con avversari saltati come birilli e tiro a incrociare su cui Musso non è potuto intervenire.

 

Il Milan ha il quarto monte ingaggi della Serie A, Maldini e Massara sono riusciti a mitigare la differenza di budget. Leao ed Hernandez sono due esempi, non gli unici, dell’ottimo lavoro fatto dalla coppia dirigenziale del Milan targato Elliott.

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