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il gp di Baku

Perché Max Verstappen sarà l'ago della bilancia del mondiale di Formula 1

Fabio Tavelli

L'olandese vince in Azerbaigian. Le sue prossime prestazioni condizioneranno pesantemente la sfida per il titolo tra Piastri e Norris. Le Ferrari vanno ancora male: chiudono con un ottavo e nono posto

Max Verstappen non vincerà il Mondiale piloti 2025. Ma certamente lo condizionerà pesantemente. Non lo vincerà perché ha troppi punti di distacco dal leader della classifica, Piastri (-69), anche perché davanti a sé non ha uno ma due piloti (c’è anche il timido Lando, che come il tenero Giacomo della Settimana Enigmistica ci rimanda all’ultima pagina). L’olandese, che ha trionfato anche a Baku, ha dimostrato ancora una volta che di gente della sua pasta in giro davvero non ce n’è. Non riuscirà a portare a casa il quinto titolo Mondiale consecutivo ma la sua rimonta, la sua presenza in una posizione di classifica non più così distante dai due “papaya” e il fatto che uno con la sua miscela di talento e personalità rappresenta un convitato di pietra non indifferente, sarà forse l’ago della bilancia nella sfida, onestamente tutt’altro che entusiasmante, tra Piastri e Norris.

 

Sette gare alla fine del Mondiale 2025. Da Singapore, la prossima, gli “esperti” ci dicono che la restaurazione del potere delle McLaren dovrebbe tornare in modo prepotente. Vedremo. Quel che è certo è che nella giornata, anche se sarebbe meglio dire nel weekend, nella quale Oscar Piastri ha portato a casa un triste “zero” il suo rivale per il titolo, e compagno di squadra, Lando Norris ha fatto il tennista con il braccino sia in qualifica che in gara e non è andato oltre un triste settimo posto. Sempre e comunque davanti alle Ferrari, non sia mai, che hanno chiuso con un ottavo e nono posto. Un risultato che a questo punto della stagione merita un supplemento di riflessione.

 

Questo Mondiale 2025 ha emesso già alcuni verdetti. Il primo è che la McLaren è, complessivamente ma non ovunque, la vettura migliore. Che la Red Bull è riuscita grazie agli aggiornamenti a dare a Verstappen una vettura che l’olandese, gran parte per merito del suo infinito talento, ha portato quattro volte davanti a tutti sotto la bandiera a scacchi. Che la Mercedes quando le temperature sono basse è competitiva per stare sul podio. E infine che la Ferrari è coerente con sé stessa su ogni tipo di circuito e in ogni situazione ambientale. Lo è nell’andare male, nel generare aspettative alte nelle prove libere del venerdì e rovinare tutto quando davvero conta.

 

A volte la frittata arriva al sabato e compromette la domenica, come a Baku. Altre volte invece il sabato è un ulteriore “hype” dopo il venerdì e una volta che arriva la gara tornano a galla i problemi di sempre. O per responsabilità dei piloti o per errori del muretto. Sempre, a causa di una vettura inspiegabile, mai in grado di funzionare al meglio e in balia di una direzione tecnica quantomeno discutibile. Il Team Principal, Fred Vasseur, fa quasi tenerezza. Continua a parlare di un buon passo gara (se esistesse un classifica del “passo gara” la Ferrari la dominerebbe…), di una squadra che non riesce a mettere insieme tutte le cose che servono per un buon risultato e che tutto questo dovrà essere analizzato nel “remote garage” di Maranello. Il ricordo va al vituperato: “dobbiamo capire” che utilizzava Mattia Binotto anni fa per sfuggire a chi gli chiedeva conto dei motivi di prestazioni sconcertanti. La Ferrari al momento ha perso anche la seconda posizione nella classifica costruttori. La riconquisterà, non è questo il problema. La questione vera è continuare a spostare in avanti il giorno in cui tornerà a vincere. Il gruppo di lavoro che sta preparando la stagione 2026, quella del cambio di regolamento tecnico e quindi un’opportunità gigantesca di cambiare i valori attuali, è lo stesso che ha infilato l’ennesimo flop. Il timore è che il: “vinceremo l’anno prossimo” diventi un tormentone dal quale sarà difficile liberarsi a breve.

 

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