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Il Foglio sportivo

Perché il matrimonio Ferrari-Hamilton non si doveva fare

Umberto Zapelloni

Il problema della Scuderia non erano i piloti. Forse ora lo stanno diventando, con questo Lewis depresso e deprimente. Serve una reazione: nuove regole, una nuova macchina, un nuovo motore dovrebbero aiutare


Il matrimonio sportivo del secolo è andato in crisi prima del settimo mese. E, come capita quasi sempre in questi casi, le colpe sono di tutti e due. L’unione milionaria tra Lewis Hamilton e la Ferrari ha finora prodotto solo una vittoria sprint in Cina. Troppo poco per essere felici. Così, tornano alla mente le frasi dei tanti Don Abbondio che un anno fa avevano cominciato a dire: “Questo matrimonio non s'ha da fare, né domani né mai!”. Avendo sempre pensato che sarebbe stato meglio ingaggiare Adrian Newey prima di Hamilton, non si può che essere d’accordo. Resistere però era difficile, se non impossibile.

L’attrazione è stata fatale. La Ferrari non ha resistito all’opportunità di portarsi a casa quello che per i numeri è il miglior pilota di sempre. Un’operazione di marketing perfetta. Lewis Hamilton, da parte sua, aveva sempre sognato di poter guidare un giorno per la Scuderia, smettendo di essere solo un cliente della casa. Voleva la storia. Voleva il gran finale con fuochi d’artificio e ciliegina sulla torta. Li ha avuti il primo giorno, quando la sua prima foto ufficiale è diventata virale, battendo presto ogni record di visualizzazioni del suo sport. Poi più nulla. Anzi peggio perché, dopo aver annunciato dossier su come rimettere in sesto la Scuderia, sono cominciate a piovere quelle frasi di cui magari un giorno si pentirà. “Sono inutile”. “E’ meglio che la Ferrari cerchi un altro pilota”.  “Succedono strane cose sullo sfondo”. 


Orgoglio, interessi economici e soprattutto una sempre presente voglia di riscatto, impediranno al matrimonio di andare a rotoli. L’unione continuerà anche nel 2026, con la speranza di tutte e due le parti, di poter finalmente consumare questo benedetto matrimonio. Nuove regole, una nuova macchina, un nuovo motore dovrebbero aiutare. Questo è quello che può e deve dare la Ferrari a Lewis. Lui alla Ferrari invece può dare un comportamento più lineare davanti ai microfoni e un atteggiamento più aggressivo in pista, dove il distacco dal compagno di squadra è sempre troppo grande. 


Alla luce di tutto questo e considerando quanto stia balbettando tecnicamente la Ferrari in questa stagione, ecco tornare alla mente i cattivi pensieri. Probabilmente era davvero meglio ingaggiare Adrian Newey di Lewis Hamilton. Il problema della Ferrari non erano i piloti quando c’era Carlos Sainz di fianco a Charles Leclerc. Forse lo sono diventati oggi con questo Lewis depresso e deprimente. Non è la prima volta che la Ferrari lascia a bocca asciutta un campione del mondo. È capitato con Prost, Alonso, Vettel. Ma questa volta è peggio perché in 14 gare Hamilton non è mai riuscito a fare l’Hamilton davvero.
 

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