
Nicola Mancosu, 30 anni, sardo di Villamassargia, campione italiano dei pesi Gallo dopo la vittoria con Claudio Grande a Sequals (foto Facchinetti)
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La rivincita di Mancosu, il pugile che cita Gamsci e legge Deledda, Bukowski e Dostoevskij
Come si risorge dopo 5 match persi. “Mi sono convinto che anche quando tutto è, o pare, perduto, bisogna rimettersi all’opera”. Ha conquistato il tricolore dei Gallo a Sequals, il paese di Carnera. La svolta il cambio di allenatore
Ha perso i primi cinque match in carriera, uno in fila all'altro senza uno straccio di vittoria in dodici mesi, ma quando sembrava avviato a una carriera da mestierante della boxe, quelle in cui ti pagano per perdere, il pugile sardo Nicola Mancosu ha invertito la rotta. Ha cambiato palestra, passando a quella di Villacidro sotto la guida del maestro Omar Loi. Con il nuovo allenatore all'angolo, ha inanellato tredici vittorie consecutive. E dopo la conquista del titolo IBO Continental dei Gallo, si è guadagnato la possibilità di combattere per la prestigiosa cintura italiana.
Domenica 13 luglio, a Sequals, la terra di pugilato che ha dato i natali a Primo Carnera, Mancosu ha sconfitto ai punti Claudio Grande, dopo averlo atterrato alla terza ripresa. Vincere il tricolore dopo una falsa partenza del genere è una storia difficilmente replicabile, e a quanto risulta, non ci sono casi simili nella storia del pugilato italiano.
"Mi sono convinto che anche quando tutto è, o pare, perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all’opera, ricominciando dall’inizio", ha dichiarato il trentenne pugile, citando Antonio Gramsci, sardo come lui. Ancora sudato post-match, si godeva il momento con la cintura azzurra appoggiata sulla spalla, mentre accanto a lui il suo maestro appariva emozionato quanto, se non più, di lui. Loi ha condiviso il suo orgoglio: "Mio padre, che non c'è più, avrebbe sognato che nella palestra di famiglia, fondata nel 1955, si vincesse l'italiano dei Gallo, la categoria in cui lui stesso boxava da giovane. Ora il titolo è arrivato e sarà contento anche lui. Sono orgoglioso di allenare un uomo come Nicola, a prescindere dalla vittoria di questo match".
Mancosu ha riconosciuto la tenacia dell'avversario: "Grande ha più esperienza internazionale di me, è venuto avanti per tutti i round e ha incassato colpi duri. Schivare, muovermi e poi colpire mi ha esaltato. So di non aver fatto il cento per cento di quello che mi aveva chiesto il mio maestro, ma quello che ho fatto, per fortuna, è bastato".
Nicola ha portato la cintura in Sardegna, pronto a difenderla e magari ad aspettare una chance europea. Quest'ultima, pur non essendo un obiettivo dichiarato pubblicamente agli inizi dell'avventura nel Team Loi, è un sogno per entrambi.
Dopo solo undici incontri da dilettante è passato professionista sul finire del 2018, combattendo subito tre volte all’estero, a Tirana, in Belgio e a Durazzo e conoscendo anche la sconfitta per ko. L’esordio al suo angolo di Loi è nel 2022 a Formello, quindi dopo un bel po’ dall’ultima volta che era salito sul ring. Mancosu, avrebbe smesso nel caso fosse arrivata la sesta sconfitta consecutiva?
"Questo pensiero – ha detto al Foglio Sportivo – mi ha tormentato per tutta la prima fase di allenamento con Omar. Ma la paura è passata quando ho deciso di focalizzarmi completamente sulla boxe. Sì, avrei chiuso definitivamente. Ma dentro di me sapevo che non ero quello degli esordi".
Il sardo è un ragazzo dalle buone letture. Ormai non sono pochi i professionisti italiani di questo sport ad avere una laurea e un ottimo bagaglio culturale. A Nicola piace leggere anche alla vigilia dei match. Sul comodino ha un volume di Mauro Corona, ma a Sequals ha preferito portare "Canne al vento" di Grazia Deledda. Dice che gli autori che ha letto di più in assoluto sono Dostoevskij, Bukowski e Pavese.
La Sardegna è storicamente un'isola di campioni, da Tore Burruni a Tonino Puddu, passando per Franco Udella, Fortunato Manca, Gianni Zuddas e tanti altri. Oggi, a livello organizzativo, è tornato a esserci un bel fermento e alcuni giovani pugili stanno emergendo.
Cristian Zara, anche lui peso Gallo, è l'unico campione europeo al momento espresso dalla boxe maschile italiana. Originario del nord della Sardegna, mentre Mancosu vive non distante da Cagliari, i due si trovano spesso a metà strada, in una piccola palestra dell'entroterra, per fare sparring. Mancosu macina chilometri anche solo per gli allenamenti quotidiani, dato che la sua abitazione è a Villamassargia, circa quaranta chilometri da Villacidro, in provincia del Sud Sardegna.
Oltre a Zara e Mancosu, si possono segnalare tra i pugili sardi in evidenza in questi mesi: Patrick Cappai, Andrea Aroni, Sebastiano Argiolas, Stefano Lai, Fabio Crobeddu, Matteo Lecca, Luigi Francesco Zito e Lorenzo Fais. Tendenzialmente sono atleti (mai oltre i supermedi) molto combattivi, ma che sanno boxare.
Un bel derby sardo per il titolo europeo dei Gallo, magari organizzato proprio in Sardegna, sarebbe il massimo per una regione così appassionata di questo sport. Il pugilatore gramsciano, che anche a Sequals ha affrontato un incontro in salita dopo aver perso i primi due round con Grande, ha dimostrato di non temere affatto queste sfide, soprattutto quelle psicologiche.


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