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Il Foglio sportivo
Il progetto acrobatico di Zuccarini, sindaco volante e diversamente abile
La storia del primo pilota acrobatico con disabilità al mondo, dimostra come il volo possa restituire libertà, fiducia e pari opportunità anche nello sport. Grazie a lui e al sostegno di istituzioni sensibili, oggi cresce il sogno di una pattuglia acrobatica tutta paralimpica: mancano solo i mezzi e gli sponsor
The sound of silence. Chi ha volato almeno una volta nella vita a bordo di un aliante racconta che la cosa che ti resta maggiormente dentro è il silenzio. Il rumore del silenzio che fa quell’immensità. Chi ha volato su quello stesso aliante dopo aver perso l’uso delle gambe, invece, ti racconta una storia diversa, che sa, principalmente, di libertà. La libertà di non pensare alla propria disabilità, di dimenticarsi della carrozzina che ti aspetta a terra, di sentirsi uguale agli altri. In volo, le barriere architettoniche spariscono. In volo, accade l’incredibile: a parità di mezzi, un atleta paralimpico può competere con un normodato, può perfino batterlo, talvolta. Stefano Zuccarini, avvocato, 61 anni, sindaco di Foligno, è il primo pilota di aliante con disabilità ad aver conseguito il brevetto di volo in Italia e il primo pilota acrobatico con disabilità al mondo.
Nel 1991, a causa di un grave incidente motociclistico, perse l’uso delle gambe. Fino ad allora, aveva praticato motocross e arrampicata. Grazie a un amico, scoprì il volo: un’autentica folgorazione. E in pochi anni, la passione divenne una carriera sportiva. Nel 1998, il primo successo al Campionato italiano di Acrobazia in aliante, da allora non ha saltato una partecipazione, finendo quasi sempre sul podio. Battendo “colleghi” normodotati. “Prima dell’incidente praticavo sport individuali – racconta –, dopo non riuscivo più a ritrovare quelle sensazioni. Un amico mi prenotò un volo in aliante, ma una volta atterrato sembrava impossibile praticare questa attività. La svolta è stata ottenere il certificato di idoneità, non smetterò mai di ringraziare il colonnello Alberto Vincenti, allora direttore dell’Istituto di medicina legale dell’Aeronautica, che si prese un’enorme responsabilità. Da lì, grazie all’istruttore Pietro Filippini, il padre dell’acrobazia italiana, sono diventato un pilota”. “Cosa mi ha dato il volo? Mi ha fatto ritrovare quella libertà e quella fiducia in me stesso che avevo perso, mi ha fatto sentire di nuovo realizzato”. Zuccarini ha aperto la strada. “Oggi siamo un gruppo di grandi appassionati che condividono un sogno: formare una pattuglia di alianti acrobatici, tutti pilotati da diversamente abili”. Meraviglioso. Perché non farne delle speciali frecce tricolori?
La storia di Zuccarini, e di altri acrobati del volo come lui, nel 2018 ha ispirato il professor avvocato Pierluigi Matera, allora commissario straordinario dell’Aero Club d’Italia, federazione sportiva nazionale riconosciuta dal Coni, l’ente pubblico che coordina l’attività aeronautica in Italia, a sottoscrivere un Protocollo d’intesa con il Comitato italiano paralimpico. L’ambizione era duplice: consentire a vittime di gravi incidenti stradali che ne avevano stravolto la vita, di avere un’occasione insieme di ripartenza e riscatto; e dargli l’opportunità, una volta conseguite le abilitazioni, di competere con piloti normodotati. A distanza di sette anni, si può dire che la sperimentazione è riuscita, le potenzialità c’erano tutte, altri Zuccarini hanno preso il volo, e non solo a bordo di un aliante. Ora, per la sezione paralimpica dell’Aeci è il momento di crescere, dotarsi di mezzi adeguati (le strumentazioni a bordo devono essere modificate per ospitare un pilota diversamente abile). Il prossimo step è rendere più solida la convenzione con il Cip, attraverso la firma di un Protocollo triennale. L’obiettivo è in cima alle priorità del nuovo presidente dell’Aeci, l’avvocato Stefano Arcifa, membro del Cda di Enav e di Asi, l’agenzia spaziale italiana. “C’è un mondo da esplorare e da condividere – racconta – Certi orizzonti che per noi sono normali, per altri sono traguardi straordinari, e stanno proprio nell’essenza del volo. Come federazione, noi vogliamo aiutare l’attività di queste persone, e incentivarne altre. Si tratta di attrezzare gli aeroplani, e per fare questo occorrono risorse che cerchiamo di reperire anche attraverso sponsorizzazioni private”. Stefano Zuccarini conferma: “Il nuovo presidente dell’Aero Club d’Italia, Stefano Arcifa, sta dimostrando una sensibilità importante verso l’attività paralimpica, nel solco di quanto fece il commissario Pierluigi Matera. Sta lavorando per consentirci di gareggiare anche nelle competizioni internazionali. Noi siamo pronti, ma ci manca il mezzo”. Cercasi sponsor, dunque. Del resto, in tempi in cui il valore di un’azienda si misura anche dall’impatto sociale e ambientale dei propri investimenti, chi non vestirebbe le ali di un aliante con il proprio marchio?

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