Samuele Privitera durante la Settimana Internazionale Coppi e Bartali 2025 (foto Getty Images)

ciclismo

La morte di Samuele Privitera al Giro della Valle d'Aosta

Giovanni Battistuzzi

Il giovane corridore della Hagens Berman Jayco era caduto nel corso della prima tappa della corsa a tappe Under 23

A diciannove anni i pensieri sono declinati al futuro, il presente è un lampo, il passato non ha peso. A diciannove anni ci sono un sacco di cose da immaginare, da avvicinare, raggiungere e superare. 

Samuele Privitera aveva diciannove anni, immaginava il suo futuro, lo immaginava in bicicletta, perché pedalare era ciò gli piaceva di più, ciò che voleva fare. Samuele Privitera è morto in corsadurante la prima tappa del Giro della Valle d'Aosta. Era caduto in un tratto di discesa, aveva battuto la testa. Lo hanno soccorso prontamente, lo hanno cercato di salvare, non c'è stato nulla da fare.

Gli organizzatori hanno cancellato la seconda tappa, hanno deciso di cancellare tutte le cerimonie protocollari delle prossime tappe, hanno lasciato "libertà di scelta alle squadre se proseguire la corsa a partire dalla terza tappa". Il Tour de France ha osservato un minuto di silenzio prima del via della dodicesima tappa.

Tra il silenzio alla Grande Boucle e le biciclette ferme in Val d'Aosta, resta lo sgomento, l'impossibilità di trovare un senso a tutto questo. Soprattutto l'inconcepibilità di quanto accaduto. Lo smarrimento di fronte a ciò che non si può comprendere davvero. Perché in questi anni abbiamo visto molti passaggi pericolosi, molte corse passare su strade capaci di farci rabbrividire. Quella nella quale è avvenuta la caduta però sembrava una strada come tante, come a migliaia ne abbiamo viste. E questo non fa altro che aumentare lo sgomento. Ci mette davanti a ciò che non possiamo concepire davvero, ossia l'impossibilità di arrivare al rischio zero.

"Samuele era e sarà sempre il cuore e la personalità di questa squadra. Questa squadra è sempre stata una piccola famiglia, e momenti come questo sono inimmaginabili. Era insostituibile. La sua gioia, il suo spirito, la sua gentilezza, erano sempre una luce brillante in qualsiasi stanza o gara in cui si trovasse in quel momento. Perderlo è devastante oltre ogni parola", lo ha ricordato così Axel Merckx, general manager della Hagens Berman Jayco, squadra nella quale correva Samuele.

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