
La vittoria di Jonathan Milan nell'ottava tappa del Tour de France 2025 (foto Ap, via LaPresse)
Il racconto del Tour de France 2025
Al Tour de France, Jonathan Milan ha dilatato il tempo della volata
Jonathan Milan ha vinto l'ottava tappa del Tour de France davanti a Wout van Aert e Kaden Groves. Era da 2.542 giorni che un italiano (Vincenzo Nibali) non vinceva alla Grande Boucle
Nelle volate nel ciclismo il tempo non procede in modo lineare. Accelera o rallenta a seconda del livello di entropia. Se una squadra riesce a imporre il proprio volere allora scorre alla maniera di qualsiasi altra tappa. Se non è così allora le trattenute di fiato, i brividi di spavento che proviamo, rallentano la nostra percezione dello scorrimento naturale dei secondi. E così la magnificenza della velocità si d’un tratto viene rallentata dal timore che qualcosa di non gradito possa accadere.
Laval era il luogo nel quale il Tour de France aveva deciso di fare tributo alla velocità più pura. Gli organizzatori avevano disegnato un percorso quasi perfetto: strade larghe, tre rotonde una in fila all’altra per allungare il gruppo e fare in modo che i rischi di un patatrac capace di rovinare la volata si abbassassero considerevolmente, un rettifilo lungo quasi un chilometro. Tutto era pronto per goderci una volata il cui tempo corrispondesse esattamente allo scorrere reale dell’orologio.
Non è andata così. In tutto questo percorso ben studiato a perdersi è stata l’unità di squadra, a smarrirsi sono stati i pesci pilota, gli uomini che avrebbero dovuto accelerare al momento giusto per dare la possibilità ai velocisti di sprintare nelle condizioni migliori.
E così i velocisti orfani delle loro guide si sono dovuti arrangiare con spallate, accelerazioni non messe in preventivo, cambi di scia, un po’ di immaginazione. Un disordine che ha dilatato il tempo da noi percepito, timorosi che qualcosa di poco simpatico potesse accadere.
Timori spesi male. A volte non ci ricordiamo che i corridori sono maestri d’equilibrismo, soprattutto i velocisti.
Timori spesi male, ma che sono passati d’un lampo, non appena il caos si è calmato lasciando spazio alla velocità. E quella che riesce a esprimere Jonathan Milan ha vertici inarrivabili per molti.
A Laval Jonathan Milan ha vinto l’ottava tappa del Tour de France 2025, al termine di una volata tenace, che ha rischiato per tre volte di non poter disputare come avrebbe voluto, ma che è riuscito con maestria e caparbietà a vincere.
Gli ultimi ottocento metri pedalati dal corridore della Lidl – Trek sono stati un mescolarsi continuo di fantasia e sangue freddo. Quasi un manuale dell’imperfetto velocista, con su scritto don't try this at home in bella evidenza. Perché non ha sbagliato niente Jonathan Milan, ma certe cose ti riescono solo se hai le sue gambe, sei un bestione di un metro e novantasei e hai imparato a pedalare in pista.
Nel vederlo muoversi, nel veder far rimbalzare di spalla Jake Stewart, che stava facendo risalire Pascal Ackerman, e poi dribblare Mathieu van der Poel, il tempo ha iniziato a rallentare. Prima di sentirlo accelerare seguendo il turbinio delle sue pedalate. Kaden Groves, che aveva dato l’ultima accelerata contemporaneamente a Jonathan Milan, ha concesso almeno cinque metri all’italiano. È arrivato terzo, dietro anche a un Wout van Aert che a questo livello in una volata non lo si vedeva da un po’, dalla Vuelta dell’anno scorso.
Quello della volata non è stato l’unico tempo a dilatarsi. Pure i 2.542 giorni dall’ultima vittoria di un italiano al Tour de France ci sembravano almeno il doppio sino a questa mattina. Il 29 luglio l’assenza di un vincitore di tappa italiano alla Grande Boucle avrebbe compiuto sette anni. Da quando Vincenzo Nibali superò per primo lo striscione d'arrivo della ventesima tappa in Val Thorens. Nibali nel frattempo si è ritirato e anche quelli che durante la carriera lo hanno sempre sottostimato, ora ricordano con nostalgia le sue pedalate tra le cime di Alpi e Pirenei.


Il racconto del Tour de France 2025
Conferme e promesse al Tour de France. A Mûr-de-Bretagne vince Tadej Pogacar
