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tanti soldi e tifo assente
Guardare un match del Mondiale per club e voler essere una marmotta sulla pista di Montreal
Le squadre sono stanche, accaldate, i giocatori vorrebbero essere in vacanza e invece sono costretti a giocare contro improbabili formazioni asiatiche, arabe, africane, persino dell’Oceania. Questa sorta di Superlega giocata a fine stagione è pure peggio del previsto
Vivo anch’io in questo mondo, purtroppo, e non sono così naïf da non vedere l’enorme utilità economica per le squadre che partecipano al Mondiale per club, ma da qui a fingere come fanno molti colleghi che il torneo che si gioca in questi giorni nell’ex colonia sia eccitante, ce ne vuole. Ammiro chi sui social network insiste a negare l’evidenza e magari polemizza con chi fa notare che gli stadi sono vuoti, che agli americani il calcio piace come a me piace il mese del Pride, che i biglietti vengono regalati, che la gente sugli spalti che riesce a non infartare per il caldo non sa cosa succede in campo.
Potete elencarmi le vagonate di soldi che arriveranno a sanare i bilanci delle squadre, la ricaduta positiva sui posti di lavoro statunitensi (puoi capire che cosa mi frega), il fascino sulla carta di sfide tra europee e sudamericane, e va bene, ma la verità è che il Mondiale per club è pure peggio di come me lo immaginavo: le squadre sono stanche, accaldate, i giocatori vorrebbero essere in vacanza e invece sono costretti a giocare contro improbabili formazioni asiatiche, arabe, africane, persino dell’Oceania. Ecco, l’Auckland City ha salvato molti giornalisti sportivi che dopo una stagione passata a spiegarci che il Psg batte il calcio d’inizio buttando la palla in fallo laterale (e che palle), che il Real Madrid è forte ma non troppo, che l’Inter è stanca e via dicendo, non sapevano più che cazzo inventarsi: la storia della cenerentola neozelandese invitata al ballo dei ricconi era perfetta.
Chissenefrega dell’imbarazzante 10-0 subìto dal Bayern, sai quanta retorica si può spandere raccontando la storia del portiere che ha dovuto prendere ferie dal lavoro per giocare al Mondiale per club ma ha incontrato il suo idolo Neuer? O quella degli altri calciatori che in settimana fanno i magazzinieri, i barbieri o gli agenti immobiliari? Ho provato a guardare qualche partita, ma tra grafiche brutte, tifosi finti che esultano anche per i gol subìti dalla squadra di cui indossano la maglietta sugli spalti, stadi orrendi, tifo assente, arbitri madonnari che estraggono santini insieme al cartellino rosso, highlight con i “quasi gol” di Messi, e soprattutto la ola fatta a metà secondo tempo, per un momento ho voluto essere una marmotta sulla pista del Gp di Montréal. So bene che c’è di peggio, ad esempio il match di beneficenza a squadre miste (l’orrore, l’orrore!) giocato all’Old Trafford e benedetto dall’entrata dura di Bonucci sulla calciatrice Houghton: ho apprezzato il fatto che l’ex difensore della Juve abbia preso sul serio la sfida senza tirarsi indietro, e che la beneficenza fosse far giocare le donne con gli uomini. Per ora questa sorta di Superlega giocata a fine stagione con ritmi da scapoli vs ammogliati e risse bolse quando giocano gli argentini mi fa venire voglia di rinchiudermi con molta bionda su un balcone di piante aromatiche e riemergere quando tutto questo sarà finito. Spero di sbagliarmi. Anzi no.