
Un'immagine della finale scudetto della scorsa stagione tra Olimpia Milano e Virtus Bologna (foto Ansa)
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Questa volta Virtus Bologna-Olimpia Milano non varrà lo scudetto
La partita che ha segnato l’era post covid del nostro basket si giocherà in semifinale, colpa di Milano che è riuscita a non chiudere tra le prime quattro la stagione regolare
Questa volta il basket ha giocato d’anticipo. Milano e Bologna si scontrano già in semifinale e non in finale come accaduto negli ultimi quattro anni (bilancio 3-1 per l’Olimpia). Nell’ultimo anno la corazzata sopravvissuta se la vedrà con la novità Trapani o con Brescia, le assaltatrici del potere. Tutta colpa di Milano che è riuscita a non chiudere tra le prime quattro la stagione regolare e ora si trova a dover affrontare la Virtus con il fattore campo sfavorevole, ma soprattutto a doverla affrontare prima del solito. Il che non è un male per il basket italiano che si stava annoiando a ritrovare sempre le stesse facce a giocarsi lo scudetto anche se sulla panchina della Virtus c’è il terzo allenatore in quattro anni, Dusko Ivanovic. È troppo facile dire che chi sopravviverà a questa semifinale poi andrà a vincere lo scudetto (sarebbe il quarto di fila per l’Olimpia), ma occhio perché dall’altra parte ci sono due squadre che durante la stagione regolare hanno fatto vedere del buon basket e potrebbero non accontentarsi di fare le comparse.
Milano-Bologna, anzi in questo caso Bologna-Milano perché il fattore campo può avere un suo peso, è la partita che ha segnato l’era post covid della nostra pallacanestro. Sono le squadre più nobili e più ricche, le due italiane in Eurolega anche se non è il caso di parlarne viste le figuracce che hanno fatto in Europa in questa stagione.
Siamo al settimo faccia a faccia stagionale dopo le due gare di regular season vinte dalla Virtus, la finale di Supercoppa vinta dall'Olimpia, le due di Eurolega (un successo a testa) e i quarti di Coppa Italia con la vittoria di Milano. Equilibrio è la parola giusta per descrivere una sfida che potrebbe regalare anche grande spettacolo se pensiamo al duello tra Mirotic e Shengelia, due che l’Europa purtroppo ci porterà via a fine a stagione (il montenegrino al Monaco e il georgiano al Barcellona). Se la Virtus è arrivata qui dopo che si era ritrovata a – 9 con Venezia a 5’33 dalla fine, lo deve al suo guerriero che, tenuto precauzionalmente a riposo per la botta in testa ricevuta in gara 4, si alzato è ha cambiato la partita e il destino della sua squadra. Un uomo di sostanza e di cuore, di punti e di durezza. Una luce per qualsiasi squadra e infatti sono venuti a rapirlo. Mirotic magari ha meno fiammate esplosive, ma è uno che sa restare acceso con costanza quando le partite si fanno dure. Milano gli deve tanto, anche se poi il cannoniere è sempre Shavon Shields, uno che è alla settima finale consecutiva (due con Trento, le altre con Milano) e ormai è il quinto realizzatore di ogni epoca nella storia della quasi novantenne Olimpia. “L’ago della bilancia può essere Mirotic con la sua intelligenza”, dice Dan Peterson che ha vinto lo scudetto su entrambe le panchine. Bologna–Milano è anche una sfida tra azzurrabili con Mannion, Ricci, Tonut, Caruso, Flaccadori, Bortolani da una parte e Pajola, Polonara, Momo Diouf dall’altra, dove ci sono anche gli ormai ex Hackett e Belinelli quelli che poi possono anche incidere di più, con il Beli che nell’ultimo turno ha centellinato le forze. Ricci insegue il quinto scudetto di fila visto che lui, quello che voleva essere Robin, era già stato capitano dell’ultimo titolo Virtus prima del filotto milanese.
Particolare anche la sfida delle panchine. Mettete di fianco Ettore Messina e il montenegrino Duško Ivanović e capirete a prima vista quanto sono diversi. Siamo di fronte a due delle grandi menti pensanti di questo sport a livello europeo, anche se Messina negli ultimi anni ha sbagliato troppo nella costruzione della squadra, vanificando in Europa i grandi investimenti di Armani. Sono due guru della panchina, ma certo i tesori conquistati da Messina, con le 4 Eurolega i 7 scudetti italiani e i 6 russi sono infinitamente superiori. La Virtus parte in pole, grazie al primo posto nella stagione regolare, ma Milano resta la favorita, perché negli ultimi anni in Italia si è sempre fatta perdonare i peccati europei. E una stagione senza neppure lo scudetto, diventerebbe un peccato mortale, un fragoroso fallimento.