
I Tre Sarti del re - Raisport - Archivio Museo del Ghisallo (per gentile concessione)
Tra le biciclette di Eddy Merckx
Dal 3 maggio al 30 settembre 2025 al Museo del Ghisallo c'è la mostra “Eddy Merckx, gli ottant’anni di una leggenda”, un viaggio negli ottant'anni del Cannibale
A lungo, molto a lungo, Eddy Merckx ci è sembrato unico e irrepetibile, perché nessun altro corridore che ha pedalato nel ciclismo era riuscito a dimostrare sul sellino una voracità come la sua e la capacità di andare forte ovunque, come se non esistesse differenza tra il pedalare sulle pietre delle Fiandre e della Roubaix e nelle infinite salite alpine e pirenaiche, come se fosse uguale tenersi alle spalle Luis Ocaña e Felice Gimondi tra le montagne, Roger de Vlaeminck e Francesco Moser sul pavé, Georges Pintens e Walter Godefroot tra muri e côtes: 525 vittorie su 1.800 gare disputate.
Unico Eddy Merckx lo è ancora e lo sarà sempre. Sull'irripetibile qualche dubbio è iniziato a venirci assistendo in diretta al passaggio nel ciclismo di un ragazzo sloveno che all'anagrafe fa Tadej Pogacar e che vuole ripetere quanto ha già fatto il Cannibale, ossia vincere tutto e più e più volte.
Il 17 giugno Eddy Merckx compirà 80 anni. Eppure, nonostante gli anni passati, nonostante si sia ritirato nel 1978, è ancora un presente nella mente degli appassionati. Perché il ciclismo ha la capacità di annullare le distanze temporali, è capace di tessere un tessuto di pedalate continuo nel quale i decenni non si contano, nonostante il ciclismo di oggi sia diversissimo dal ciclismo di allora. Eppure, in qualcosa si assomigliano le ère ciclistiche: la bicicletta in fondo non è cambiata e l'uomo solo al comando è oggi come allora qualcosa di affascinante e ogni volta irripetibile.
Da sabato 3 maggio (fino al 30 settembre 2025), per onorare gli ottant'anni del campione belga, al Museo del Ghisallo è allestita la mostra “Eddy Merckx, gli ottant’anni di una leggenda”. Un omaggio in 3 sale, e 5 pannelli Faema, 25 maglie, 60 testi, moltissime fotografie, diverse biciclette, perché il Museo del Ghisallo è il museo del ciclismo e le biciclette non possono mancare. La mostra è curata da Carola Gentilini e dallo staff del museo e della Fondazione Museo del Ghisallo. È da vedere, leggere e ascoltare.
Si potrà vedere anche il docufilm realizzato da Franco Bortuzzo per la Rai, intitolato “I tre Sarti del Re” (che andrà in onda giovedì 8 maggio alle 22.30 su Raisport), che racconta Merckx e suoi meccanici-sarti: Faliero Masi, Ernesto Colnago e Ugo De Rosa, artigiani che hanno realizzato quasi tutte le bici vincenti del Cannibale. Un viaggio di 75 minuti tra le immagini del Merckx ciclista e le parole di Cristiano De Rosa (figlio di Ugo), di Alberto Masi (figlio di Faliero) ed Ernesto Colnago. Un peregrinare tra gli Anni Sessanta e Settanta, quelli dominati dal ciclista belga, scoprendo poi come l’artigianato si è sviluppato tecnologicamente nel mondo della bicicletta e chi sono gli eredi attuali dei tre grandi ‘sarti’ di Eddy Merckx.
E sabato 3 maggio, durante la prima apertura della mostra (11,30) ci sarà il collegamento con Eddy Merckx. E sentire dalla sua voce i racconti di quell'epoca è un'esperienza eccezionale. La testimonianza di un'amore assoluto e incrollabile per la bicicletta.