
Luca Lunetta (foto Epa, via Ansa)
l'intervista
Il motomondiale di Luca Lunetta nel nome di Sic
Il giovane pilota romano ha chiuso al dodicesimo posto la prima stagione in Moto3 (salendo due volte sul podio) con sulla carena il numero 58 che fu di Marco Simoncelli
“Mi alzo ogni giorno con un obiettivo in testa: vincere”. Non cerca scorciatoie comunicative Luca Lunetta quando parla delle sue prospettive future. Il pilota romano classe 2006 è reduce da un’ottima rookie season in Moto3: due podi (3° ad Aragon, 2° a Mandalika), dieci top 10 e 12° posto in classifica generale con 112 punti (migliore degli italiani), da terzo pilota più giovane della griglia. “Sono dati che mi rendono orgoglioso del lavoro fatto” ha spiegato nel corso di una chiacchierata con Il Foglio. “Dietro ci sono sacrifici e rinunce che alla fine faccio con grande piacere, perché correre qui è il mio sogno. Ho dato il 100 per cento: ovvio, è capitato di sbagliare, ma fa parte del bagaglio di esperienze. Dopo le difficoltà iniziali i risultati sono arrivati. Devo ringraziare la squadra, i miei sponsor, il management, la famiglia e tutti quelli che mi stanno vicino”.
Squadra che risponde al nome della SIC58 Squadra Corse, di cui Paolo Simoncelli, padre dell’indimenticato Marco, è fondatore e team manager. Per Lunetta, far parte della sua squadra è particolarmente significativo, visto che corre con il numero 58 da quando, a 5 anni, è salito sulla sua prima sella. “A ottobre 2011 iniziai a correre con le moto a noleggio, poi a Natale ricevetti la prima minimoto e ci misi subito il 58 sopra: è un numero che mi è rimasto impresso, Marco era il pilota a cui mi ispiravo” spiega Lunetta scavando nel libro dei ricordi. “Correre in questo team era il mio sogno da bambino. Con Paolo ho un rapporto splendido, lo vedo come un secondo padre: tratta noi piloti come figli, ci mette a disposizione tutto il necessario per farci andare forte. Usa la filosofia del bastone e la carota, che penso sia il giusto insegnamento da dare a un ragazzino. È importante avere una persona vicino che sottolinea quando sbagli”.

Lo scorso 1° settembre è arrivato il primo podio della carriera di Lunetta sul circuito di Aragon. “Quel giorno mi è rimasto impresso, cavolo: il primo podio non si scorda mai. Fu un’emozione unica, mi arrivarono migliaia di messaggi di congratulazioni verso me e la mia famiglia. Vedere anche Paolo così emozionato e tutta la squadra mi ha reso orgoglioso” spiega Lunetta, che guarda già dritto alla prossima stagione: “Sarà una stagione lunga, in cui bisognerà essere costanti e forti mentalmente. La vittoria è lo scalino che mi manca, è tra gli obiettivi principali raggiungere la mia prima P1 nel 2025. Io lavoro per questo, la squadra anche: Marco Grana, il mio capotecnico, mi ha detto che stanno lavorando duro durante l’inverno, cercando di migliorare qualcosina sulla moto, specie sull’aerodinamica. La Honda è molto propositiva, ci porterà una moto pronta per battagliare per i primi posti”. Sul finale della scorsa stagione la casa giapponese ha portato diversi aggiornamenti, tra cui un nuovo motore molto performante ma che ha dato problemi ad alcuni piloti della classe leggera: “A Sepang provammo quel motore che in realtà non sembrava male. La nostra moto andava forte tutto il week-end, ma in gara abbiamo avuto qualche problema con le gomme che non ho ancora capito, perché facevo una fatica allucinante: ho comunque chiuso 10°, ma il potenziale era più alto”.
Lo scorso 26 novembre Lunetta è entrato a far parte dell’Arma dei Carabinieri, primo pilota motociclistico a ricevere questo onore. “Un'emozione bellissima e un gran prestigio. Spero di rappresentare l’Arma nel miglior modo possibile. Tutto è nato per caso: devo dire un grazie alla federazione, soprattutto al presidente Giovanni Copioli, perché è stato anche grazie a lui che tutto questo si è avverato. Ho fatto il corso e le varie procedure per entrare da un anno, sono molto lieto di farle parte del Gruppo Sportivo dei Carabinieri”.
Lunetta può vantare un’amicizia speciale nel paddock: quella con Fabio Di Giannantonio, pilota del Team VR46 che nel 2025 correrà con la stessa Ducati GP25 di Bagnaia e Marquez, anche lui romano. “Fabio è una pedina molto importante, mi dà una mano un po’ su tutto. È quasi un fratello per me. Avere come amico un pilota di MotoGP può solo farmi del bene; mi aiuta in pista soprattutto quando andiamo nei circuiti nuovi. Ogni giovedì andiamo a fare il giro di pista insieme, parliamo dei punti insidiosi e di varie cose. Lo considero anche parte del mio staff come grafico: mi disegna il casco della stagione, fa bei lavori e ha tante idee”. Il talento naturale, l’intelligenza di circondarsi delle persone giuste e il proprio idolo sul cupolino: Luca Lunetta ha tutte le carte in regola per continuare a crescere.

Il Foglio sportivo