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Il Foglio sportivo - That win the best

L'algoritmo non ha azzeccato una previsione calcistica

Jack O'Malley

Per l’IA la Champions sarebbe andata al City e l’Europa League al Liverpool. Per non parlare del Napoli

Dopo esservi bagnati manco foste in un idromassaggio per il treble della scorsa stagione del Manchester City e per la quarta Premier League di fila vinta da Guardiola, andate a ripassare un po’ di storia su Amazon Prime e guardate le tre puntate di 99, il documentario sul primo treble della storia del calcio inglese: sempre a Manchester, ma sponda Red Devils. Lo so, ne è passato di alcol sotto i banconi, nel frattempo, ma rivedere come un gruppo di tremende teste di cazzo rissose e narcise sia riuscito a ribaltare una stagione iniziata addirittura con le dimissioni di Sir Alex Ferguson e finita con il trionfo in Champions, grazie ai gol di due riserve fa passare per qualche ora il fastidio che provo per il calcio contemporaneo tutto fatto di expected goals e Var. Guardatelo prima della finale di FA Cup di oggi, in cui molto probabilmente Pep si porterà a casa un altro trofeo, lasciando i vicini sempre più silenziosi dello United a interrogarsi sul proprio triste destino. Ho letto sul Guardian – cosa mi tocca fare – che persino in Asia la squadra di Ten Hag ha sempre meno tifosi, e quelli che restano sono sempre più attempati. Un tempo da quelle parti si eccitavano tutti per le gesta di Beckham, Cristiano Ronaldo, Rooney, capisco che oggi è difficile farlo per Maguire e Onana. E a proposito di onanismo, non so cosa abbia previsto l’algoritmo per questa finale, ma so che quando sentite quella parola dovete fuggire più velocemente di me quando mi offrono un bicchier d’acqua. 

Nell’ordine, l’algoritmo aveva assegnato la Champions al City e l’Europa League al Liverpool, in Serie A aveva previsto un secondo posto per il Napoli, una salvezza tranquilla per Sassuolo e Salernitana e la retrocessione di Lecce, Genoa e Cagliari. Ora pensate che c’è chi paga queste società che sviluppano intelligenze artificiali che elaborano migliaia di dati per produrre previsioni che il polpo Paul o mia sorella Kate O’Malley sbronza farebbero meglio. 

Questa vicenda degli expetced goals, poi, è sfuggita di mano, e il motivo è semplice: basta imparare un po’ di questi numeri per spacciarsi come esperti di calcio e e finire ospiti o conduttori di podcast, dirette Twitch, approfondimenti su TikTok. Tutte stronzate, sia detto con rispetto per le stronzate: leggo che secondo i dati degli expected goals Lookman non avrebbe dovuto segnare in finale di Europa League. Ma sono sicuro che ci sarà qualcuno pronto a dire che però incrociando i dati su quante volte l’attaccante dell’Atalanta si gratta il pacco durante le partite in trasferta e quante volte tira su col naso sui calci d’angolo si poteva prevedere la sua tripletta. Mi viene voglia di chiedere all’algoritmo quante birre prevede che berrò durante gli Europei che vincerà l’Inghilterra, ma sono sicuro che non esista nessun OptaBeer in grado di prevederlo, grazie al cielo. Cheers.

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