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a canestro

Tutto quello che c'è da sapere sulle Final four di Eurolega

Francesco Gottardi

Il Real Madrid campione in carica, le due greche e il Fenerbahce si contenderanno l’alloro continentale nel weekend di Berlino. Piccola panoramica sul parquet, verso una delle edizioni più equilibrate degli ultimi tempi

Tutti a caccia del Real, Real compreso. Tra venerdì e domenica Berlino sarà il teatro delle Final four di Eurolega. Ci sono i Blancos, come detto, lanciatissimi detentori del trofeo. Poi Panathinaikos e Olympiakos, le due greche alla riscossa. Infine il Fenerbahce, a rispolverare i tempi d’oro. Che siano loro le migliori quattro nessun dubbio. A partire dalle rispettive guide: Chus Mateo ha vinto l’ultima Eurolega; Ergin Ataman le due precedenti; Georgios Bartzokas l’ha sfiorata l’anno scorso; stessa sorte per Sarunas Jasikevicius nel 2021 (che da giocatore ne vinse quattro). Ciascuno secondo la propria filosofia di pallacanestro, ora a confronto in una due giorni spettacolare. Garantiscono i tifosi: 4500 in arrivo dal Pireo, 3000 lato Pana, 2000 turchi e 500 spagnoli. Come se il fattore campo potesse rimescolare le carte (e a volte lo fa).

Partiamo dalla prima semifinale. La rivincita dell’ultimo atto più recente: Real Madrid-Olympiakos. Rispetto a dodici mesi fa, quando la squadra di Mateo la spuntò in volata, oggi c’è un Real più consapevole. L’unico vero dominatore dell’edizione in corso: 30 vittorie su 37, compreso il secco 3-0 con cui Tavares e compagni hanno battuto il Baskonia ai quarti. Sotto il fine playmaking di Rodriguez e Campazzo, i Blancos stanno dimostrando di avere un roster profondo e senza punti deboli. L’unica incognita? Finora hanno giocato sul velluto: da vedere come sapranno reagire alle difficoltà, che alle Final four ci sono sempre. E come dice il coach: “La doppietta ci manca dal 1968, realizzarla sarebbe un’impresa”. Avrà fame di rivalsa l’Olympiakos, una compagine “indistruttibile” per stessa ammissione dell’allenatore avversario. Dopo una buona regular season, i greci hanno eliminato il Barcellona (3-2) grazie a una difesa asfissiante: meno di 60 punti concessi ai blaugrana nelle due gare decisive. Il leader tecnico è Shaquille McKissic, Milutinov e Fall a rimbalzo fanno paura. E a guardare i colori sugli spalti, sarà come giocare al Pireo: anche il favorito Real sentirà la pressione.

Altro lato del tabellone, equilibratissimo sulla carta: Panathinaikos contro Fenerbahce. Entrambe hanno impiegato 5 gare per centrare le Final four (a farne le spese Maccabi e Monaco), entrambe vi fanno ritorno dopo una lunga astinenza – gli ateniesi dal 2012, il Fener invece dal 2017 quando centrò il suo unico trionfo (c’era anche Gigi Datome). Al Pana ultimamente era mancato qualcosa, ora invece al comprovato talento ha aggiunto l’esperienza a tinte elleniche di Sloukas e Papapetrou. Mentre dall’Nba sono arrivati Kendrick Nunn e Juancho Hernangomez. Tanta roba, da salto di qualità dichiarato. Sarà anche la partita di Ergin Ataman, turco contro i turchi che in carriera ha allenato tutte le squadre di Istanbul (più la nazionale) tranne il Fenerbahce. E dalla parte opposta quella di Nick Calathes, greco contro i greci che ha vestito la canotta biancoverde per ben otto stagioni. Sue le triple che oggi trascinano fino a Berlino il Fener, che a livello di squadra primeggia in Eurolega a questa voce statistica: 449 realizzate. Mentre la guardia Nigel Hayes-Davies ha timbrato il record di punti nel torneo: 50 in una partita. A ognuna le proprie armi, insomma. Col suggestivo scenario del derby ateniese in finale: tutta la Grecia aspetta. E un po’ anche il basket.

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