Tonici e cordiali: un altro Giro di storie

Il Giro d'Italia tra Marco Polo, gin, Bartali e un amaro partigiano

Gino Cervi

Se i corridori partono da Genova e arrivano a Lucca, l’altro giro che stiamo facendo, divagando per bar, enoteche e distillerie, prevede oggi non poche soste spiritose anche appena fuori il percorso di gara

Oggi, quinta tappa del Giro d'Italia, si va da Genova a Lucca per 178 km e la traccia s’inarca seguendo dapprima il Levante ligure, quindi Lunigiana e Versilia. L’altro giro che stiamo facendo, divagando per bar, enoteche e distillerie, prevede oggi non poche soste spiritose. A Ponente ci siamo lasciati alle spalle l’Amaro e l’Amaretto di Sassello, color caramello, proprio come il pasticcino da cui prende il nome; e, soprattutto il chinotto, che però ritroviamo ancora nel Basanotto e nel Barzotto, due giovani liquori-acrostici che rivelano già nel nome le loro componenti essenziali, tutte spiccatamente liguri: BAsilico, SAlvia e chiNOTTO e BAsilico, ORzo e chiNOTTO. A Genova si degusta invece fin dal 1924 l’Amaro Camatti, a bassa gradazione (intorno ai 20°) e dai sentori di genziana e di china, di mentolo e di mandorla.

Il basilico DOP di Pra è invece alla base di U Baxeico, altro liquore genovese. Come aperitivo si apprezza anche e di molto il Corochinato, prodotto fin dal 1886 dalla Marenco, mettendo in infusione alcolica diciotto erbe aromatiche – tra cui l’assenzio, la corteccia di china, il rabarbaro, il timo e la genziana – nel vino bianco di Coronata, tipico delle alture di Cornigliano. Viene anche chiamato Asinello, perché sulla tradizionale etichetta campeggia Paciugo, un marinaio, che accompagna un asinello carico di bottiglie. Il Corochinato è così popolare che il gruppo indie genovese degli Ex-Otago gli ha intitolato un disco del 2019.

 

         

Avete voglia di gin? A Genova si produce il Ginuensis, dagli aromi di agrumi e mandorle, e sul Tigullio di Portofino Dry Gin.

Chissà cosa si saranno bevuti, nelle carceri genovesi di San Giorgio, a fine Duecento, Marco Polo, veneziano – fatto prigioniero dopo la battaglia di Curzola del 1298 – e Rustichello da Pisa – in carcere fin dal 1284, dopo la battaglia della Meloria – , mentre scrivevano insieme – o meglio, il primo dettava a voce e il secondo trascriveva – Le Livre des Merveilles du Monde, molto più conosciuto con il titolo de Il Milione, ovvero il fantastico resoconto di viaggi in Asia del mercante veneziano e del suo soggiorno presso la corte di Kublai Khan, tra il 1271 e il 1295. Non lo sappiamo di certo, ma probabilmente, visto il successo secolare del reportage più famoso della letteratura di viaggio di tutti i tempi, era roba buona, forse progenitrice degli invitanti scaffali alcolici della Liguria di oggi. A Marco Polo, di cui ricorre il settecentenario della morte, e a Rustichello – e già che ci siamo ai loro carcerieri genovesi che, a loro insaputa, hanno contribuito alla creazione di un capolavoro – alziamo il nostro Prosit! E continuiamo, già ondeggiando anche senza salita, per la nostra strada.

C’è un altro arco ideale che si tende tra la tappa di ieri e quella di oggi: Stella e Fosdinovo. Entrambi i luoghi sono stati soltanto sfiorati dalla carovana del Giro.

Nel primo, nell’entroterra savonese, tra Varazze e Albisola, il 25 settembre 1896 ha visto i natali di Sandro Pertini, indimenticato presidente partigiano; nel secondo, bellissimo borgo medievale sulle prime alture della Lunigiana, ricco di storia antica e recente, gli Archivi della Resistenza – qui passava la Linea Gotica – nel 2017 hanno avviato una collaborazione con Ri-MAFLOW Fuorimercato, cooperativa sociale nata dalle ceneri della Maflow, fabbrica metalmeccanica di Trezzano sul Naviglio, alle porte di Milano fallita e chiusa nel 2012 a causa delle speculazioni finanziarie degli storici proprietari. Insieme, gli Archivi e Ri-MAFLOW hanno lanciato una campagna di crowfunding per la creazione di un liquorificio sociale, un laboratorio di produzione che consente a diverse realtà militanti di produrre in proprio liquori, distribuirli e utilizzare il ricavato per sostenere le attività legate alla fabbrica recuperata e dell’Archivi della Resistenza, tra cui Fino al cuore della rivolta. Festival della Resistenza: musica, teatro, dibattiti e poesia. Il risultato è stata la produzione di Amaro Partigiano (naturalmente di parte), ottenuto dalla distillazione di nove erbe provenienti da “boschi resistenti” della Lunigiana, che si può acquistare, oltre che a Ri-MAFLOW e nella sede degli Archivi, anche sulla piattaforma di e-commerce Fuorimercato.  

La corsa, quando mancherà una trentina di chilometri da Lucca, passerà da Camaiore, in Versilia. Qui, fino al 2022, si è tenuto il Festival Giorgio Gaber, che di Camaiore è stato a lungo cittadino adottivo. E allora ci pare gusto tirare fuori dal repertorio RAI un vecchio spezzone di fine anni Sessanta, in cui Gaber, all’epoca popolarissimo conduttore televisivo, insieme a Ombretta Colli, parla di storia del ciclismo con Gino Bartali e poi lo sfida a una gara di cyclette.

   

          

Siamo alle porte di Lucca, dove, oltre al traguardo ci aspetta la Biadina, che da queste parti è l’amaro per eccellenza. A fine Ottocento si teneva in piazza san Michele il mercato del bestiame e nella mescita del signor Nardini gli allevatori, mentre le bestie si rifocillavano sulla piazza con la biada, degustavano la biadina, un amaro che una tradizione un po’ irriverente dice fosse ottenuto mischiando avanzi di bottiglie varie dall’oculato gestore, ma che in realtà nasce da una miscela di erbe aromatiche e china e che, tradizionalmente, viene ancora oggi servito mettendo sul fondo del bicchiere una manciata di pinoli di San Rossore.

Lucca è anche città natale di Giacomo Puccini e quest’anno ricorre il centenario della sua morte. Lui e la sua passione per le biciclette, li celebreremo a dovere domani, quando il Giro riprenderà da Torre del Lago.

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