storie di coppa

L'inaspettato Ronnie Radford

Francesco Caremani

L'Hereford United F.C. non è mai stato nel massimo campionato inglese. Eppure grazie a una rete contro il Newcastle in FA Cup, un oscuro centrocampista divenne celebre in tutto il Regno Unito

Un contrasto in mezzo al fango del centrocampo. Uno scambio con un compagno di squadra e un missile all’incrocio dei pali. Così è passato alla storia Ronnie Radford, centrocampista dell’Hereford United F.C., che con quella rete raddrizzò lo svantaggio casalingo contro il Newcastle nel replay di FA Cup, diventando il primo giantkiller dell’era moderna; grazie, soprattutto, al gol di Ricky George nei supplementari che sugellò il definitivo 2-1. Ma la bellissima rete di Radford a pochi minuti dalla fine del novantesimo scatenò l’entusiasmo del pubblico che invase il campo per abbracciarlo e ancora oggi molti considerano quello di Ronnie il gol più bello della storia della Coppa d’Inghilterra. Il tutto immortalato da Match of the Day, la trasmissione calcistica cult della BBC, e dalla voce di John Motson, che da quel 5 febbraio 1972 diventerà uno dei telecronisti più apprezzati del paese e dell’emittente britannica.

   

  

Radford era nato a South Elmsall, piccola città mineraria dello Yorkshire. Centrocampista, o terzino, nella squadra della scuola, nel 1961 fu ingaggiato, ancora adolescente, dallo Sheffield Wednesday per poi passare al Leeds di Don Revie, ma senza mai giocare una partita. L’anno successivo andò al Cheltenham Town dove ricevette il suo primo contratto da 12 sterline la settimana, che integrava facendo il falegname. Dopo alcuni anni, vestendo anche la maglia del Rugby Town, nel 1969 il Newport County gli offre uno stipendio di 1.500 sterline, ma è troppo lontano da casa e dopo due stagioni, d’accordo con la moglie Annie, sceglie di riaprire la falegnameria e accasarsi all’Hereford United. A 33 anni un infortunio al tendine d’Achille ha messo fine alla sua carriera e così è tornato nello Yorkshire con la moglie e i due figli, Gary e David, facendo il falegname per il resto della sua vita.

“Dopo la partita, io e Annie ci siamo fermati per un fish and chips e lo abbiamo mangiato davanti a Match of the Day. Pensavamo che sarebbero stati due minuti dei momenti salienti, invece è durato molto di più. Non mi ero mai riguardato giocare a calcio e non sapevo nemmeno come fossi quando correvo. È stata un’esperienza strana”, ha raccontato Ronnie Radford. Figlio e rappresentante della working class inglese, si sentì a disagio nell’essere diventato l’eroe di giornata, consapevole che in campo c’erano i suoi compagni e sugli spalti la gente di Hereford, con cui condivideva ogni momento della sua vita calcistica.

Nel 1971-72 l’Hereford United nel primo turno di FA Cup batté il King’s Lynn, nel secondo il Northampton Town e nel terzo gli tocco il Newcastle United, pareggiando 2-2 al St James’ Park e conquistando il diritto del replay da giocare in casa a Edgar Street, davanti a un pubblico in visibilio. Dieci giorni dopo perderà 3-1 contro il West Ham, che sarà a sua volta sconfitto nel turno successivo dall’Huddersfield United. La FA Cup sarà poi vinta dal Leeds in finale contro l’Arsenal, grazie al gol di Clarke.

Una volta, nelle coppe nazionali, questi episodi, la piccola provinciale che sconfigge la grande blasonata, erano più comuni, non solo in Inghilterra, ma anche in Francia piuttosto che in Italia. Episodi che adesso diventano incredibili storie da raccontare e che ogni volta che accadono riaccendono quella scintilla che, forse, è la scintilla primordiale di ogni appassionato di calcio. La stessa che accese Ronnie Radford con una saetta da trenta metri, lasciando che il pubblico lo abbracciasse in mezzo al campo e riprendendo a giocare come se niente fosse accaduto. Ecco, oggi una cosa così sarebbe impossibile, non perché è cambiato il calcio, non solo, ma perché è cambiato anche il pubblico. Lo stesso che, ipocritamente, rivendica appartenenza e custodia dei tempi andati. Appunto.

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