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canestri francesi

L'Nba a Parigi è un viaggio d'affari

Andrea Lamperti

Brooklyn Nets e Cleveland Cavaliers si sfidano sul parquet dell'AccorArena della capitale francese. Perché giocare una partita di regular season a cinquemila chilometri di distanza? Perché conviene

A pochi giorni dalla fashion week (e non è un caso), in queste ore Parigi si sta preparando ad accogliere sul parquet dell'AccorArena, per il terzo anno consecutivo, l’appuntamento più glamour del calendario cestistico europeo: l’NBA Paris Game. Protagonisti della sfilata - davanti a 15.000 spettatori attesi da 50 paesi diversi - stavolta saranno Brooklyn Nets e Cleveland Cavaliers, dopo che la passerella era toccata dodici mesi fa a Chicago Bulls e Detroit Pistons.

Ma cosa ci fa il basket a stelle e strisce da queste parti, a cinquemila chilometri da casa, in pieno inverno? Gli oneri logistici ed economici di una trasferta simile sono tutt’altro che trascurabili. Pur di avere un contatto diretto con il pubblico europeo, l’Nba si imbarca ogni anno su voli per attraversare l’oceano, avanti e indietro, nel pieno della stagione regolare; con tutte le complicazioni poste da un calendario che già condensa 82 partite in 170 giorni. Inseguendo lo stesso traguardo di sempre: l’espansione di una lega che si vede e propone come campionato mondiale di basket, composto da giocatori di 125 nazionalità e trasmesso in oltre 200 paesi, con l’abitudine a dare del tu al pubblico internazionale, e soprattutto europeo.

Il debutto parigino dell’Nba risale al 1991, ma allora (e nelle dieci visite successive) si trattava di una gara prestagionale; dal 2011, invece, con cadenza annuale sbarca su questa sponda dell’oceano una vera partita Nba, in un appuntamento che post-Brexit ha traslocato da Londra a Parigi. E così, il 2024 della capitale (ereditaria) del basket europeo inizierà con le stelle dell’Nba e continuerà con la finale dei Giochi Olimpici; il tutto dopo essersi messa alle spalle un 2023 che ha proiettato la scena cestistica cittadina in tutto il mondo, grazie all’ascesa di Victor Wembanyama. Wemby è l’ultimo dei 40 giocatori transalpini che hanno messo piede nella lega, e uno dei 14 che ne sono attualmente parte, contribuendo a rendere la Francia la nazione più rappresentata dietro a Stati Uniti e Canada. E gli appassionati francesi, di conseguenza, un target ulteriormente appetibile.

Nella stagione 2022-23, a livello europeo la Francia è stata al primo posto per volume di acquisti su e-commerce, al terzo per follower sui social e al quarto per abbonamenti League Pass (streaming); tutti dati in crescita e che sembrano destinati ad aumentare grazie a Wembanyama (+26% ascolti tv e +19% abbonamenti nel 2023), un po’ come accaduto ai tempi con Tony Parker; oppure più di recente con Jokic, Antetokounmpo e Doncic, che hanno avvicinato milioni di appassionati serbi, greci e sloveni all’Nba.

Con un margine di crescita ancora interessante, dunque, l’Europa rappresenta una solida certezza per Adam Silver. È il mercato più florido in assoluto per la piattaforma League Pass (+38% nell’ultimo anno) e uno dei più proficui anche per quanto riguarda il merchandising (Francia in testa). Cui si sommano le entrate garantite dai diritti televisivi.

Aspettando le rinegoziazioni dei prossimi mesi, l’Nba per ora incassa 500 milioni di dollari circa all'anno dalle emittenti internazionali; e se più della metà arrivano dal network cinese Tencent, secondo le stime di Forbes il resto è garantito principalmente da media giapponesi ed europei.

L’appeal della lega in Europa, insomma, è ai massimi storici (e viceversa, complice un fronte interno saturato da competitor quali Nfl e Mlb), e occasioni come quella di oggi sono tra i modi in cui l’Nba tenta di rafforzare i propri legami nel vecchio continente, e crearne di nuovi. Mettendo in bella mostra il proprio show e allestendo un ricco programma di eventi in città e occasioni di contatto con i giocatori, nel tentativo di sfruttare l’occasione per raggiungere più appassionati possibile. Per raccontarsi, promuoversi, lanciare iniziative, incontrare i giovani. Provare, insomma, a colmare quei cinquemila chilometri di distanza.

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