Giacobbe Fragomeni, già campione del mondo Wbc, nella sua palestra milanese (foto Bozzani)

Il Foglio sportivo

Come è strano fare boxe a Milano

Alberto Facchinetti

La palestra Doria non esiste più, ma l’eredità spirituale del maestro Ottavio Tazzi continua a vivere grazie ai suoi allievi. Ministoria dei ring milanesi

La Doria, dove per anni ha allenato con la stessa passione campioni del mondo e mestieranti che non vincevano mai, non esiste più, ma l’eredità spirituale del maestro Ottavio Tazzi continua a vivere in alcune palestre milanesi grazie ai suoi allievi che oggi stanno a loro volta all’angolo di pugili professionisti. Tazzi non ottiene grandi successi come pugile, ma scoprirà presto la vocazione all’insegnamento. Prima con Mario Casati, poi dall’inizio degli anni Settanta alla Doria, palestra fondata da Spartaco Doria nel 1947. Nei primi anni Ottanta “el Maester” allenava contemporaneamente Rocky Mattioli, Carlos Santos, Kamel Bou Ali, Franco Cherchi e Giuseppe Gibilisco. Ma era affezionato anche ai brocchi, come li chiama lui stesso nella canzone “Boxe a Milano” scritta da Pacifico.
Franco Cherchi oggi insegna alla Opi Gym di Milano, dopo una carriera da pugile conclusa nel 1987 con nel palmares  il titolo italiano e quello europeo. “Quando mi allenavo con Ottavio – racconta al Foglio Sportivo – già mi prendevo da parte i ragazzini della palestra per insegnare loro a tirare di boxe seguendo le tracce del Nonno, come lo chiamavano tutti. Ottavio era una persona squisita, intelligente, a modo, mai volgare. Un maestro perfetto, con una rara competenza. Ricordo che per il Mondialino che ho disputato e perso nel 1987, si era trasferito a casa mia a Trezzano sul Naviglio, avevo tutta la famiglia in vacanza e abbiamo dormito insieme nel lettone di mamma e papà così da essere pronti ad allenarci già dal mattino”. Cherchi è stato all’angolo negli anni anche dei fratelli Branco, di Stefano Zoff e Michele Di Rocco. Oggi lavora, tra gli altri, con Maxim Prodan e Biagio Grimaldi. “Ho 66 anni e ne ho passati 51 sottoterra – sorride Cherchi – perché sia la Doria che la Opi si sviluppano come scantinati. Mi trovo spesso a fare le figure con un mio pugile e a pensare: questo me l’ha insegnato Ottavio”.

Oggi le tracce di Tazzi, scomparso nel 2013 a 84 anni, si trovano in altre palestre. Un suo ex pugile dilettante Mario Bambini gestisce da qualche anno l’Accademia Pugilistica Afforese in via Finzi. “Tazzi lavorava – dice Bambini – in simbiosi con Gianfranco Manfrini, entrambi avevano la capacità di tirare fuori il meglio da tutti e questo è il mio credo ogni giorno che apro la palestra. I colpi nella boxe sono solo tre, ma bisogna sapere entrare nella testa delle persone perché ognuno recepisce l’insegnamento in maniera diversa”. Fondata da altri due ex della Doria Leonardo e Domenico Pasqualetti, nell’Associazione pugilistica Ottavio Tazzi si possono trovare appesi alle pareti foto e cimeli donati dai familiari del vecchio maestro. Qui oggi si allenano tre pugili professionisti Fateh Benkorichi, Samir El Kadimi e Giuseppe Osnato. I fratelli Pasqualetti dilettanti tra gli Ottanta e Novanta hanno sempre avuto Tazzi all’angolo: “Conosceva gli avversari – ricorda Domenico – e sapeva leggere così bene il match che sentivamo di combattere sempre due contro uno”.

L’ultimo allievo prediletto di Tazzi è stato senza dubbio Giacobbe Fragomeni. Entrato alla Doria intorno ai 20 anni, quasi per caso e con pesanti problemi personali e familiari, Giacobbe è diventato grazie agli insegnamenti del Nonno un pugile vero che saprà diventare campione del mondo versione Wbc dei Massimi Leggeri. Oggi gestisce la Fight Club Fragomeni e lavora con quattro pugili professionisti, Christian Mazzon, i gemelli nigeriani Nmomah e Marcello Muccio. “Solo quando morirò se ne andrà il ricordo del Nonno – dice Fragomeni – ce l’ho sempre nel mio cuore in tutto quello che faccio in palestra e poi all’angolo. Ogni giorno quando parlo ai ragazzi o ai miei famigliari mi esce una battuta del Nonno. Lo spirito della vecchia Doria, che significa divertirsi, lavorare e aiutarsi, è rimasto nella mia palestra”. Proprio a Milano la Fight Club Fragomeni, in collaborazione con la Taf, ha organizzato per venerdì 15 dicembre un evento all’Allianz Cloud con tre match titolati che si preannunciano spettacolari: Samuel Nmomah contro Nino Rossetti, Dario Morello affronterà Joshua Nmomah, Cristian Mazzon sfiderà Khalil El Harraz.

La Doria non esiste più, ma la boxe a Milano continua in qualche modo a vivere grazie all’eredità lasciata dal “Maester”. 

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