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rimedi da fantallenatori

E se il Fantacalcio fosse curativo?

Giovanni Battistuzzi

Nel Regno Unito sostengono che fare i fantallenatori può aiutare a combattere la ludopatia. Chi continua giustificarsi con gli altri perché ancora ci gioca, ha una nuova scusa da sfoggiare. Ah, ps: può far divorziare

Sì, ma è un modo come un altro per sentire gli amici. Sì, ma sai ormai è una tradizione. Sì, ma è un modo come un altro per passare il tempo. Sì, però non è che ci tenga poi molto, a volte non metto nemmeno la formazione. Quando, superati gli anni della scuola superiore, un fantallenatore parla con uno che al Fantacalcio non ci ha mai giocato oppure non ci gioca più, parte sempre sulla difensiva. Si giustifica. Come fosse una cosa brutta giocare al Fantacalcio, qualcosa da cui, in fondo, è meglio prendere le distanze. Eppure sono in tanti, quasi sei milioni di persone dicono le stime, circa un decimo della popolazione italiana. Il Fantacalcio è un po’ come i siti porno, tanti ci vanno, nessuno (o quasi) lo dice apertamente. E così quando chi fa parte di quel decimo si trova a parlare di Fantacalcio con chi fa parte dell’altro 90 per cento, ecco che iniziano i Sì, ma, le giustificazioni. Sempre più o meno le stesse. E’ d’uopo avere però un po’ di originalità, perché altrimenti la maggioranza silenziosa, che già non capisce che ci sia di divertente a creare una squadra di giocatori che non giocano e probabilmente mai giocheranno assieme nella realtà e perché si possa discutere su il tal dei tali X al quale non è stato dato l’assist o al tal dei tali Y a cui non hanno assegnato il gol, non si filerà di pezza il fantallenatore che si giustifica di esserlo. Non sono forse questi gli anni dell’orgoglio, qualunque esso sia? Inorgoglitevi.
E allora prendete spunto dall’Inghilterra e ammettete i vostri vizi privati. Sì sono un fantallenatore, gioco al Fantacalcio. E poi: lo faccio per una nobile causa, per combattere la ludopatia. Fanno sempre un sacco scena le nobili cause, perché a quasi nessuno verrà mai in mente di biasimarle.

È da anni che i centri di recupero per ludopatici nel Regno Unito consigliano a chi non riesce a resistere al vizio delle scommesse sportive di chiudere i propri account sui siti di betting e aprirne uno su un portale di Fantasy Premier League. Sottolineano molti esperti di ludopatia che questo aiuti nella disintossicazione, visto che la grande maggioranza delle scommesse sportive sono legate a eventi calcistici. Chissà se l’avere in squadra Harry Maguire, il difensore pasticcione del Manchester United, può generare lo stesso brivido che dà l’azzardo.

Negli ultimi tre anni i giocatori iscritti alla Fantasy Premier League sono aumentati in modo maggiore del trend medio di crescita del triennio precedente. Secondo le più recenti stime sarebbero 11,5 milioni i britannici che giocano alla versione d’oltre Manica del Fantacalcio. In una recente inchiesta della Bbc è emerso che diversi fantallenatori sono arrivati alla Fantasy Premier League per sopire la loro dipendenza dal gioco d’azzardo. Secondo il National health service, il sistema sanitario britannico, il problema della ludopatia legata alle scommesse in Inghilterra è grave: su 57 milioni di abitanti sarebbero 138 mila le persone con dipendenza grave legata alle scommesse, 1,3 milioni quelle valutate a “rischio moderato” per il gioco d’azzardo in generale, mentre oltre 13,5 milioni utilizzano regolarmente app o siti nei quali si può scommettere. La grande maggioranza sono uomini.

La ludopatia è una patologia grave, il Fantacalcio, o Fantasy Premier League che sia, molto meno, nonostante il tentativo di giustificazione continua dei fantallenatori italiani. Considerato che il Fantacalcio, secondo quanto riferivano due grossi studi di avvocati divorzisti – uno di Milano e l’altro di Roma –, nel 2018, è concausa di almeno il 5 per cento dei divorzi che hanno seguito, è comunque un male minore rispetto a quello maggiore della dipendenza da gioco d’azzardo. Un tentativo è giusto farlo.

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