La Ferrari vince la 24 ore di Le Mans. Il capolavoro di Antonello Coletta

Umberto Zapelloni

La vittoria di Pier Guidi, Giovinazzi e Calado nella più prestigiosa gara di endurance al mondo e il ruolo del responsabile delle Attività sportive Gt in casa Ferrari

C’è un uomo dietro e, in realtà, anche un po’ davanti al successo della Ferrari a Le Mans nel primo assalto dopo 50 anni di assenza. Non è Alessandro Pier Guidi, l’uomo che ha guidato le grandi rimonte nelle 24 ore. Non è Antonio Giovinazzi che ha trovato nell’endurance i riscatti dai dispiaceri della Formula 1. Non è neppure James Calado, l’inglese del trio. Loro stanno davanti, stanno al volante della Hypercar made in Maranello. Dietro però c’è un uomo pacato, educato, mai oltre le righe, che arriva da Roma ed ormai si sente emiliano d’importazione nonostante abbia lasciate le sue donne (la moglie e le due figlie) nella Capitale: Antonello Coletta, 56 anni, una laurea in economia e commercio, un passato da pilota di kart e un presente da responsabile delle Attività sportive Gt in casa Ferrari.

Il kart è entrato nella sua vita presentandosi sotto l’albero di Natale quando era ancora un bambino. Suo padre era amico di quello di Emanuele Pirro e aveva pensato che anche a suo figlio sarebbe potuto piacere provare a correre. Il gioco è diventato presto un’attività. Dai 10 ai 18 anni Coletta ha corso diventando campione italiano a squadre e conquistando un secondo posto nel Mondiale quando in pista c’era gente come Zanardi, Hakkinen, Schumacher. Alla Sapienza a Roma ha studiato Economia e Commercio. Un po’ però è sempre stato anche ingegnere visto che a furia di smontare e rimontare i kart aveva imparato tutto o quasi di meccanica. “Non ne nego che mi sia utile capirne quando parlo con gli ingegneri”, racconta oggi che è a capo delle attività sportive Gt, le uniche che negli ultimi anni hanno regalato dei successi al Cavallino, tanto che lui è entrato nel cuore e nei pensieri del presidente Elkann che ha investito tantissimo nell’operazione Le Mans.

Il suo esordio nel motorsport risale al 1991, l’anno in cui Luca di Montezemolo rientrò in Ferrari come presidente. Quell’anno Coletta divenne per la prima volta direttore sportivo del team Forti Corse, una squadra piemontese impegnata in Formula 3000, in Formula 3 e poi in Formula 1. Coletta però nel 1993 era già passato in Peugeot Italia e poi due anni dopo in Alfa Romeo. L’arrivo in Ferrari risale al 1997, prima come coordinatore del Ferrari Challenge e poi dal 2003 come responsabile delle Corse Clienti. Dal 2014 è responsabile delle attività sportive della Scuderia Ferrari e, dal 2015 responsabile Attività sportive Gt, del circuito di Fiorano e delle attività road show. Per il suo reparto hanno costruito un nuovo building con vista sulla pista di Fiorano. C’è chi lo chiama da tempo il Coletta Building o Coletta Palace che dir si voglia. È un posto magico se non altro perché al piano terra ospita tutte le auto con cui corrono i clienti e al primo piano le vecchie Formula 1 oggi diventate di proprietà dei clienti più ricchi e sportivi che poi se le fanno consegnare su qualche circuito in giro per il mondo. È in ufficio d’angolo con vista sulla pista e praticamente seduto su un tesoro, che Antonello Coletta ha messo le basi per l’operazione Le Mans, rimasta a lungo segreta tra i corridoi di Maranello.

Partire da zero e andare a correre contro case ufficiali che da anni partecipavano al campionato Endurance come Toyota, Peugeot e anche Porsche, non era un’impresa semplice. Coletta che è uomo di grandi capacità organizzative e di relazioni, ha cercato il meglio in circolazione, si è appoggiato a Dallara, ha confermato la collaborazione con Antonio Ferrari e la AF Corse, ha scelto sei piloti che sapessero fare squadra e si è messo a lavorare. Dopo 7 mesi di test la 499P ha esordito con un podio a Sebring, poi è rimasta sul podio anche a Portimao e Spa. Sempre dietro alla Toyota che sembrava la Red Bull dell’Endurance.

A Le Mans, nella gara più prestigiosa, quella del centenario, quella dove la Ferrari non correva per vincere la classifica assoluta da 50 anni, il capolavoro.

 

     

Prima la pole con la vettura numero 50 di Antonio Fuoco e poi il decimo successo assoluto nella 24 ore con la numero 51 di Pier Guidi, Giovinazzi e Calado. Con tanto di complimenti del presidente Elkann: “La vittoria che Antonello Coletta, Amato Ferrari e tutta la squadra Ferrari, dai meccanici ai piloti, hanno conquistato in condizioni difficili - per la stessa durata della gara, per il meteo incerto e per i nostri avversari fortissimi - deve essere di esempio per tutti noi”. Magari cominciando dalla Formula 1 che non vince un Mondiale piloti dal 2007 e continua a navigare in acque fin troppo agitate, tanto che sabato a Venezia, al Festival dell’Innovazione l’ex presidente Montezemolo ha detto: “La Ferrari ha un piccolo problema, che rischia di diventare molto grande”. Si chiama Formula 1 e lo champagne di Le Mans non deve farcelo dimenticare.

 

 

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