Il Giro di Jova

Inizia il Giro d'Italia, ma è il ciclodocufilm di Jovanotti il vero spot per la bici

Giovanni Battistuzzi

Inizia la corsa rosa, da lunedì “Aracataca. Non voglio cambiare pianeta 2” va anche su Rai 2. La bellezza del viaggio in bicicletta nelle immagini e nelle parole del Jova

Le strade d’Italia del Giro d’Italia sono veloci, velocissime. Sono un turbinio di biciclette scattanti che le vedi passare e dici, ma come fanno? Sono colori, innumerevoli, che si accavallano e quasi non si riesce a distinguerli. E’ uno spettacolo vedere le corse in bicicletta da bordo strada, dura un attimo il passaggio, ma è un attimo intensissimo.  

Le strade d’Italia quando non passa il Giro d’Italia sono un po’ meno belle. Di solito sono straripanti di lamiera e dentro la lamiera c’è sempre gente parecchio arrabbiata. Lo è per le code, per i ritardi, per i parcheggi che non ci sono mai, non almeno dove servono. Tutti fastidi che quando si pedala si riesce a evitare parecchio agevolmente. I problemi sono altri, i pericoli della velocità e della distrazione altrui, di quelli al volante. Quelli sbuffano, chi pedala sorride, c’ha sempre l’aria serena e felice.

Il Giro d’Italia inizia oggi e da oggi inizieranno le lamentele, città dopo città, perché il Giro passa per le strade e blocca il normale (non) scorrere delle auto.

Servirebbero più biciclette per incrementare il tenore di gioia. Perché muovere i pedali è un’esplosione di endorfine, di contentezza, di buon umore. Basta poco per averne benefici evidenti. E fosse di più sarebbe meglio. Di più come un viaggio, magari anche di pochi giorni. La bicicletta regala scoperte di altrove che nemmeno si ritenevano possibili, e magari erano invece solo a poche decine di chilometri da casa, ma lontano dalle solite strade, quelle più veloci.

 

Poi magari si riesce a raggiungere degli altrove lontani davvero. E l’esplosione diventa incontenibile. Chi su di una bicicletta ha viaggiato, si è mosso per giorni e giorni in sella, borse sul portapacchi e via, ha visto in “Aracataca. Non voglio cambiare pianeta 2” – il docufilm sul viaggio che Jovanotti ha fatto in bicicletta tra Ecuador e Colombia – riproporsi ricordi, visioni, emozioni più o meno lontane. Ha rivisto in Jovanotti, nelle sue parole e nei suoi entusiasmi, nelle sue esaltazioni e divagazioni, a volte strambe a volte sensatissime, quello stato d’animo esuberante, quasi debordante, che la bicicletta regala mentre si percepisce il movimento del mondo nell’aria che piffetta il viso.

 

E chi in bicicletta non ha mai viaggiato e mai ha pensato di viaggiare, perché si può mica viaggiare in bicicletta, dicono i più, sappia che non è Jovanotti a essere vittima di entusiasmo ingiustificato, ma che è proprio così. Che ciò che appare sul display non è poi diverso da ciò che si prova davvero. Perché è vero, il Jova in questi anni è spesso stato un’entusiasta, ma in questo caso non lo è solo per carattere, ma anche perché non può essere altrimenti.

 

Da lunedì 8 maggio “Aracataca. Non voglio cambiare pianeta 2” arriverà anche in televisione (e non solo su Rai Play), su Rai 2, in scaletta dopo il programma di Fiorello “Viva Rai2”, più o meno dalle 8 alle 8.15.

 

Una buona scaldata di gambe prima di spostare i pedali del divano sui programmi che anticipano e tirano la volata alla diretta delle tappe del Giro d’Italia.

 

Una scaldata di gambe buona indipendentemente dalla visione della tappa. Perché è vero che cicloturismo e ciclismo iniziano allo stesso modo e prevedono (più o meno) lo stesso mezzo, ma i corridori al Giro cercano e si “godono” la velocità, l’amante della bicicletta e basta invece sa apprezzare e amare la lentezza, il giusto passo, soprattutto la possibilità di fermarsi quando serve e dove serve. Perché ogni tanto fermarsi è ciò che serve. Soprattutto in vista di Aracataca.

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