Foto LaPresse

il via da Fossacesia marina

Giro d'Italia. Remco Evenepoel è un uomo violento

Giovanni Battistuzzi

Nella prima tappa della corsa rosa il belga rifila ventidue secondi a Filippo Ganna, quarantatré a Roglic e minuti a centosessanta corridori. Doveva mettere in chiaro da subito chi comanda, l'ha fatto

Remco Evenepoel è un uomo violento. È sceso dalla pedana di partenza di Fossacesia marina, prima tappa del Giro d’Italia 2023, e ha iniziato a dare ceffoni a tutti gli altri 175 partecipanti alla corsa rosa. Non poteva fare altro. Serve subito mettere le cose in chiaro nel ciclismo, soprattutto a cronometro. E serve metterle in chiaro subito perché il Giro d’Italia è una corsa nella quale succede sempre qualcosa che la incasina, a volte la contorce, sicuramente ne complica la trama.

Lungo i diciannove chilometri e seicento metri d’apertura il nerorossogiallo della maglia da campione nazionale belga a cronometro di Remco Evenepoel ha progressivamente virato al rosa. E viene quasi da pensare che il rischio è quello di non vedere in gruppo la maglia di campione del mondo che il capitano della Soudal-Quick Step ha iniziato a vestire dall’Australia a fine settembre. Succederà probabilmente, è da Gianni Bugno nel 1990 che nessuno fa percorso netto. Ma almeno il pensiero che questo possa riproporsi a trentatré anni di distanza non può non scappare. In Italia, ultimamente, pare funzionare così.

Remco Evenepoel ha messo tra lui e gli altri almeno ventidue secondi, quelli che ha raggranellato Filippo Ganna, secondo al traguardo. João Almeida ne ha incamerati ventinove, Tao Geoghegan Hart quaranta, Stefan Küng e Primoz Roglic quarantatré (il grande testa a testa, se ci sarà, inizierà con calma, magari a Lago Laceno martedì), Jay Vine quarantasei, Geraint Thomas e Aleksandr Vlasov cinquantacinque. In undici sono rimasti sotto il minuto, qualcuno si è perso lungo il percorso.

   

Foto LaPresse
        

È bello perdersi in bicicletta, ti dà l’idea che il mondo, tutto il mondo, sia a portata di gamba. Dovrebbe essere obbligatorio perdersi in bicicletta almeno una volta, con la notte, ma nemmeno – esistono ottime torce –, come unico limite al pedalare. Anche al Giro d’Italia non è male perdersi, soprattutto nel corso delle prime tappe: regala la possibilità di avere più libertà per riempirsi le giornate di fughe, e qualche volta qualcuna arriva all’arrivo. Un centinaio di corridori possono già tentare da domani il colpo grosso. Chi ha deciso invece che la vita alla giornata non fa per lui, che vuole proprio inseguire un buon piazzamento in classifica generale deve iniziare a provare a inventarsi qualcosa. Ma da lunedì, si parte sempre dal lunedì con i buoni propositi.

Remco Evenepoel era pieno di buoni propositi e si è avvantaggiato, ha iniziato al sabato a metterli in pratica. Non è milanese ma è uguale. I milanesi ammazzano al sabato, almeno per Giorgio Scerbanenco, lui che è belga ci ha provato al Giro, non ce l’ha fatta del tutto. A un certo momento, prima delle due salitelle finali sembrava che il divario potesse essere ancor maggiore. È ampio comunque, un ceffone collettivo che forse non fa troppo male, i chilometri erano quelli che erano, ma certo impone la necessità di adottare contromisure.

Intanto Remco si gode la maglia rosa e lascia agli altri i pensieri. Ha davanti altre venti tappe davanti per non farsi beccare da Duca Lamberti.

 

L'ordine d'arrivo della prima tappa del Giro d'Italia 2023

Results powered by FirstCycling.com