Il presidente della Lazio, Claudio Lotito (S), con l'ex presidente della Roma, James Pallotta (Ansa)

ci risiamo

Anche le procure di Roma e Tivoli ricordano perché una riforma del calcio non è rimandabile

Ruggiero Montenegro

Indagate Roma, Lazio e Salernitana: al vaglio degli inquirenti plusvalenze fittizie, operazioni a specchio, bilanci falsi. Concetti ormai sempre più ricorrenti nelle cronache calcistiche: accanto all'operato dei giudici servono interventi a livello di sistema

"Operazioni a specchio", "falso in bilancio", "false comunicazioni" e soprattutto "plusvalenze fittizie". Sono le parole, le accuse, utilizzate dai magistrati che ieri hanno mandato la Guardia di Finanza nelle sedi di Roma, Lazio e Salernitana. Concetti che diventano giorno dopo giorno più familiari nelle cronache calcistiche e danno il termometro, una volta di più, dell'estrema necessità di riformare un sistema che diversamente pare destinato a implodere.

 

Questa volta a muoversi non è stata la procura di Torino, ma quella della Capitale, per la società giallorossa, e quella di Tivoli per quanto riguarda Lazio e Salernitana, che facevano riferimento allo stesso presidente, Claudio Lotito. Due indagini separate, hanno fatto sapere gli inquirenti, ma che nella sostanza riguardano fatti analoghi, compravendite gonfiate per questioni di bilancio, in un periodo che va dal 2017 al 2021. Le Fiamme gialle stanno ispezionando questa mattina il materiale sequestrato ieri, pc e tablet, documenti e chat.

 

Tra Lazio, Roma e Salernitana, al vaglio ci sarebbero complessivamente operazioni su 18 calciatori - i nomi più noti sono quelli di Davide Frattesi (oggi al Sassuolo, era alla Roma) e di Leonardo Spinazzola (l'unico che si lega all'inchiesta Prisma di Torino, nell'ambito dello scambio con Luca Pellegrini). Le accuse mosse alle società però sono diverse, ancorché simili. Gli inquirenti di Roma vogliono far luce su operazioni a specchio, quelle in cui viene sovrastimato da entrambe le parti il valore di un tesserato, in particolare con Juventus, Atalanta, Sassuolo e Verona, a oggi non indagate. A Tivoli invece indagano sui rapporti tra Lazio (che è anche quotata in Borsa) e Salernitana, per capire se effettivamente i calciatori siano stati pagati quanto dichiarato, oltre che su plusvalenze fittizie, false fatturazioni per operazioni mai compiute e false comunicazioni sociali.

  

Per tutto questo risultano indagate le figura apicali delle società: Claudio Lotito e Igli Tare nella Lazio, il presidente e il vicepresidente della Roma Dan e Ryan Friedkin insieme all'ex presidente della società James Pallotta. L'attuale numero uno della Salernitana, Danilo lervolino, non è indagato (i fatti sarebbero precedenti alla sua acquisizione), mentre lo sono i due amministratori unici che hanno gestito la fase precedente, Ugo Marchetti e Luciano Corradi.

   

Tutte le società coinvolte si sono dichiarate estranee ai fatti. E non ci sono al momento ragioni per dire che non sia così. Vale la pena ricordare che molte volte le inchieste sulle plusvalenze si sono sostanzialmente chiuse con un nulla di fatto - c'è un illecito ma non la norma che lo proibisce, è stata la ragione ricorrente. Diverso è il caso della Juventus, i cui 15 punti di penalizzazione, sono arrivati in sede di giustizia sportiva, tra incertezze e polemiche, e dopo la chiusura delle indagini a Torino. Solo allora il procuratore della Figc ha deciso di intervenire, riaprendo il fascicolo dopo che i club coinvolti erano stati inizialmente prosciolti. La dinamica dovrebbe essere la stessa anche questa volta, con la procura federale ad attendere la fine delle attività investigative prima di istruire un processo sportivo. Insomma passerà ancora qualche mese prima di capire davvero i risvolti più concreti delle perquisizioni di ieri. 

 

Nel frattempo, però, per gli appassionati del genere non mancheranno le occasioni per approfondire. Il 19 aprile è atteso il pronunciamento del Collegio di garanzia del Coni sul ricorso presentato dalla Juve rispetto alla penalità inflitta nelle scorse settimane. Avanza poi il capitolo, sempre riguardante il club di Torino, relativo alla manovra stipendi e alle partnership opache: questioni rimaste fuori dal primo processo, ma che il procuratore Chinè si appresta ad affrontare dopo aver chiesto per due volte una proroga. Maggio potrebbe essere il mese giusto. E infine c'è il caso, per ora laterale, che riguarda il campione del Napoli Viktor Osimhen: la Figc dovrebbe acquisire le carte, ma l'indagine ordinaria non è ancora conclusa, con la procura partenopea che a gennaio ha chiesto ulteriori 6 mesi per approfondire l'affare con il Lille. 

    

Resta in ogni caso la sensazione che presto altre procure, sulla scia delle indagini in atto e dei fatti rilevati, possano attivarsi un po' a macchia d'olio, per competenza territoriale, sulla base dei soggetti coinvolti. Di nuovo, è difficile fare ipotesi sugli esiti. Più facile è senza dubbio prendere atto dei grandi limiti del sistema calcio italiano e sollecitare l'urgenza di interventi a livello di sistema. Il ministro dello Sport Abodi ne ha parlato di recente, adesso tocca fare.

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