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Qatar 2022 - il Foglio sportivo

Guida pratica alle semifinali del Mondiale

Enrico Veronese

Sono rimaste quattro Nazionali in lizza per la vittoria del Mondiale 2022. Martedì alle 20 si giocherà Argentina-Croazia, mercoledì alle 20 invece Francia-Marocco. Ecco come stanno le quattro squadre

Sono rimaste quattro Nazionali in lizza per la vittoria del Mondiale 2022. Martedì alle 20 si giocherà Argentina-Croazia, mercoledì alle 20 invece Francia-Marocco. Ma come stanno le quattro squadre che sperano ancora di vincere la Coppa del mondo? Quali sono i loro punti forti e quali i loro punti deboli?

 

Argentina-Croazia

Argentina: perché sì - Perché sta scritto. Perché questo Mondiale è la fine di un’epoca e non può concludersi senza che uno dei due atleti più rappresentativi metta mano alla coppa. Perché ha dalla sua anche il fatalismo,  Perché ha trovato in Enzo Fernández il riferimento dei prossimi anni, anche se non è Verón né Mascherano. Perché la Croazia è una squadra che attende, l’Argentina ce la può fare se deciderà che è cosa buona non andare in porta col pallone. Poi diventerà tutto entusiasmo, nervi, spinta, training autogeno.

Argentina: perché no - Perché ha mostrato lacune, adattamenti, rattoppi che potrebbero ritorcersi conto le sue ambizioni. Perché l’Olanda li ha colti vulnerabili, e fin troppo aggressivi per niente. Perché quasi tutti i difensori hanno mostrato singoli limiti. Perché la pressione cade sempre sopra i favoriti, mentre questa Argentina -lo diciamo dal primo momento- ama viaggiare a fari spenti. Perché, soprattutto, Messi soffre le gabbie e i raddoppi: circostanze in cui i croati sono maestri. Perché la fortuna torna indietro.

Croazia : perché sì - Perché è il mondiale delle smentite. Perché tra un Messi e un Ronaldo ci si dimentica spesso di Modrić, al passo finale. Perché dietro non passa quasi nessuno, con Lovren-Gvardiol miglior coppia centrale assieme a quella marocchina. Perché Mario Pašalić in campo e non in panchina garantisce più pericolosità offensiva rispetto a tre scarti del campionato italiano, e allo stesso tempo sa come schermare il regista avversario. Perché, come dicono nelle lagune affini, “dove non si crede l’acqua rompe”.

Croazia: perché no - Perché è sterile in attacco. Perché a centrocampo palleggiano tanto ma coprono poco. Perché Borna Sosa è più vulnerabile degli altri. Perché magari si ritrovano davanti la Francia e si ripresentano vecchi incubi. Perché non potrà solo difendersi, e non è detto che riesca a fare anche molto altro. Perché un anno intero agli stessi livelli -considerate anche le finali di Nations League raggiunte- è più utopia che speranza. Perché il deus ex machina dell’Argentina rischia di essere più decisivo di quello croato.

 

Francia-Marocco

Francia: perché sì - Perché se non è la più forte (e lo è), ha almeno il calciatore più forte di questa generazione, assieme ad altri fortissimi. Perché sanno già come si fa, pur essendo diversi da quattro anni fa. Perché Giroud è l’esempio del centravanti, e deve ancora segnare in rovesciata nella finale. Perché penso che un Rabiot così non ritorni mai più. Perché ai marocchini che giocano in Ligue 1 non sarà impossibile prendere le misure. Perché nonostante gli infortuni sono ai vertici nella considerazione dei bookmaker.

Francia: perché no - Perché l’onda è anomala e piena di insidie. Perché la difesa, nonostante tutto, non è impermeabile e il filtro a centrocampo è un po’ generoso, da squadra costruita per segnare un goal in più e non per subirne uno in meno. Perché i cambi di Deschamps sono spesso testuali, segno che ha impostato un unico modulo o copertura degli spazi. Perché, a parte il primo tempo contro l’Australia, non si è mai vista la Francia in difficoltà e non è noto come potrebbe reagire. Pelo nell’uovo, eh.

Marocco: perché sì - Perché no, a questo punto? Perché va preso sul serio. Perché non ha subìto un goal che non sia l’autorete di Aguerd (ininfluente) contro il Canada. Perché è sospinto da un paese, da una diaspora e dal tifo dei neutrali. Perché ha maturato una mentalità all’altezza della situazione. Perché da anni era attesa l’esplosione di tutti i suoi talenti, ed è arrivata all’unisono durante Qatar 2022. Perché resistere alle stelle portoghesi schierando in difesa i rincalzi El Yamiq, Benoun e Dari è da grande squadra.

Marocco: perché no - Perché affrontare la Francia senza la coppia centrale titolare in difesa (e forse Mazraoui) è un handicap troppo gravoso. Perché il Marocco, se non per qualche suo giocatore nei grandi club, non è abituato a questo genere di pressioni. Perché la squadra avrebbe sperato che Francia-Inghilterra andasse ai supplementari, invece i transalpini saranno freschi come i Leoni dell’Atlas. Perché alcuni  calciatori maghrebini potrebbero a buon diritto essere appagati dall’enorme risultato già raggiunto.

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