Dialoghi mondiali /17

Lo spettacolo genuino del Brasile. Oggi il Marocco ha un appuntamento con la storia

Fulvio Paglialunga e Giuseppe Pastore

I verdeoro dispongono a loro piacimento della Corea del Sud e fanno divertire, finalmente, in maniera quasi naturale. Passa la Croazia dopo il consueto dramma dei rigori. Il Giappone ha pagato la solita pressione. Oggi si chiudono gli ottavi: per la Spagna sarà dura contro i nordafricani. Portagallo-Svizzera è una partita tradizionale

“Dialoghi mondiali” accompagnerà ogni giorno di Qatar 2022. Un dialogo quotidiano tra il calcio e il faceto tra Fulvio Paglialunga e Giuseppe Pastore sui temi di giornata, o forse no, dei primi Mondiali invernali della storia.
 

Giuseppe. Alegria do povo! Dopo appena 3 gol in 3 partite di girone, il Brasile dispone a suo piacimento della Corea del Sud e ci fa divertire, finalmente, in maniera genuina e spettacolare. Incredibile, ma significativo dei tempi che (soprattutto sui social) ci sia gente irritata dai balletti dei brasiliani dopo ogni gol: sarebbe come innervosirsi con un italiano perché mangia la pizza. Uno show di 45 minuti, favorito dall'inadeguatezza dell'avversario, ma impreziosito da lampi di bellezza assoluta, come il 3-0 di Richarlison o il 4-0 di Paquetà. Per me sono la favorita numero 1 e non da ieri: hanno voluto divertirsi - a un certo punto Tite ha fatto pure entrare il terzo portiere - consapevoli che, visto il tabellone, per tutte le migliori il Mondiale inizia venerdì.

Fulvio. Il Brasile è stato pure facilitato dall'andamento della partita e dalle parate al momento giusto di Alisson, ma è incredibile come gli siano venute le cose in modo naturale. Anche le più difficili e più belle. Qui non c'entra l'avversario, qui c'entra proprio la voglia di stare in campo, la qualità eccedente. Chi non ha visto la partita, oltre a essere colpevole, può - lo hai detto pure tu - guardare il gol di Richarlison e quello di Paqueta per avere la sintesi più efficace del concetto che sto esprimendo. Restano la squadra più forte del Mondiale. Che è ruolo diverso dall'essere la favorita, ma forse sono anche quello, perché sono così tanti che se sei l'avversario non sai da che parte fermarli.

 

Giuseppe. Neymar è sembrato stare benone, si è avvicinato di un altro passetto al record epocale di Pelé (ora sono 77 a 76) e, quel che fa più riflettere, non è più il centro di gravità permanente del Brasile, cosa che era accaduta nel 2014 e nel 2018 e aveva finito per nuocergli parecchio. La squadra non si aggrappa più a lui, ma lo coinvolge in un samba sinceramente incantevole quando ci sono le condizioni per debordare: le tre partite "serie" del Brasile sono esistite solo fino a che non ha sbloccato il risultato, da lì in poi è stato solo un Carnevale.

 

Fulvio. Invece la Corea si è trovata pure nel giorno in cui Alisson non aveva nessuna intenzione di concedere gioie e il Brasile voleva dimostrare a tutti di essere potente, forse anche per salutare il rientro di Neymar. Ma sapevano a cosa andavano incontro, quindi nessun dramma. Quello che è possibile è che il destino della Corea possa toccare anche ad altre. Ma, con il Mondiale dei coreani finito, parliamo di cose serie: Cho Gue-sung è arrivato a 2,4 milioni di follower su Instagram, che pressappoco vuol dire altre duecentomila proposte di matrimonio in un giorno. E ora deve pure tornare a casa, se lo fanno entrare e non trova le fan davanti alla porta.

 

Giuseppe. In Croazia-Giappone, invece, finalmente supplementari, finalmente rigori, finalmente Mondiali: una bella partita equilibrata, tesa, con dramma finale alla lotteria. Non so se la Croazia abbia meritato, certamente si è presentata meglio all'atto finale: i croati hanno vinto 3 volte su 3 dal dischetto tra 2018 e 2022, mentre il Giappone si è fatto schiacciare dalla solita pressione degli ottavi di finale, mai superati 4 volte su 4. L'eroe è Livakovic, tre rigori parati, un signor portiere che si è messo in luce quest'autunno anche nella Dinamo Zagabria. I cambi cervellotici di Delic, che ha tolto uno via l'altro Modric e Perisic, hanno lentamente inaridito la Croazia, che però ho una gran voglia di vedere contro il Brasile ai quarti.

 

Fulvio. Livakovic sarà gasatissimo e buon per la Croazia per il resto del Mondiale, ma forse almeno un paio dei tre rigori che ha parato li avrei parato pure io. Ma sono un po' esagerato se dico che negli ultimi minuti della partita mi stavo commuovendo per la Croazia? L'uscita dal campo di Modric, che potrebbe lasciare la Nazionale a fine Mondiale, con il risultato in bilico, era di una malinconia assurda. E i ripetuti primi piani su Luka della regia, mentre si giocava, prima e durante i rigori, davano l'idea del feroce commiato e forse non sono pronto a non vedere più Modric in queste situazioni. Volendo, invece, tornare alla Croazia e alla sua partita, credo che il passo lento che ha non potrà portarla moltissimo oltre, a meno di un'altra eroica sfilza di supplementari e rigori.

 

Giuseppe. Nel Mondiale in cui potrebbe lasciare la Croazia, Modric sfiderà ai quarti di finale il Brasile, come un certo Zinedine nel 2006... voglio altresì celebrare la tigna pazzesca di Ivan Perisic nelle partite che contano, un competitore nato che si esalta all'alzarsi dell'asticella, come ha dimostrato con il magnifico gol di testa di oggi. Indossando la numero 4, numero maledetto per l'Estremo Oriente, perché si pronuncia "shi" come la parola morte: e difatti i giapponesi sono usciti per la quarta volta alla quarta partita, al quarto rigore...

 

Fulvio. La crudeltà del calcio è nel fatto che il Giappone ha smesso di meritare la vittoria nel momento in cui ha segnato il gol del vantaggio. Poi è rimasto sempre dentro la partita, ma ho avuto l'impressione che avesse paura di farcela, un po' quello che nel tennis si chiama “braccino”. Anche perché c'è una differenza non secondaria tra il funzionare solo se sei squadra e avere dei giocatori in grado di risolvere una partita da soli. Tipo Perisic, che ha colpito forte come pochi di testa da più di dieci metri e quelle cose devi saperle fare. Forse le due rimonte a Germania e Spagna avevano questo sottotesto: il Giappone deve rincorrere, non costruire. Infatti nel secondo tempo ha avuto un po' di paura in più, che è cresciuta fino agli inguardabili rigori. Sembravano dovessero calciare un sasso. Però non meritavano di tornare a casa. Oggi, intanto, altro giro di ottavi...

 

Giuseppe. Non ti nascondo che, quando ho visto il tabellone degli ottavi, ho subito pensato che quelli del martedì fossero i migliori. Mi aspetto grandi cose da Spagna-Marocco, che tanto per cominciare è un appuntamento con la Storia per il mondo arabo, che non ha mai portato una squadra ai quarti di un Mondiale: le uniche tre africane a esserci arrivate sono Camerun, Senegal e Ghana. Avranno moltissima pressione da gestire, ma fin qui da quel punto di vista si sono comportati benone: non hanno staccato la seconda contro il Belgio dopo l'esordio incoraggiante con la Croazia, anzi! E non hanno tremato al match-point con il Canada. La Spagna è ovviamente favorita e del resto lo sai come la penso: s'è scelta il Marocco, anche con una certa presunzione che è tipica delle squadre che si sentono grandi. Mi aspetto una partita evoluta, sfiziosa alla vista e al palato, ma anche con temperature agonistiche molto alte.

 

Fulvio. Il problema della Spagna è che la sconfitta con il Giappone ha lasciato qualche strascico che nessuno si aspettava. Luis Enrique non ha l’immagine di un calcolatore e non vuole averla, tanto più che se va male ci fai due volte una figuraccia. A questo punto, però, non conta più se si sono scelti il Marocco volontariamente o meno: c’è che su questa partita si sono moltiplicate le pressioni all’improvviso. E ora bisogna gestirle.

Giuseppe. È maturità anche questa e penso sia lecito aspettarsela da una squadra che trabocca di giocatori del Barcellona, del Real Madrid e di tante altre squadre di Champions League. Ma è molto spagnoleggiante anche il Marocco, da Bounou a El-Nesyri che giocano a Siviglia fino ad Hakimi che a Madrid c'è direttamente nato. Se il Senegal mi ha un po' deluso, ma non aveva troppe armi da opporre all'Inghilterra, per me il Marocco ha piani-gara molto più adulti e dettagliati: sa difendersi bene, sa aggredire, sa addormentare la partita (anche se è difficile che la Spagna possa lasciarglielo fare), soprattutto ha uomini in grado di interpretare bene ognuna di queste strategie. Però hai ragione tu, il destino di questo Spagna-Marocco passerà soprattutto dai nervi della Spagna.

 

Fulvio. Il Marocco è finora una delle squadre meglio organizzate: ha subito appena un gol e se l’è fatto da solo, ha una formazione europea, soprattutto una capacità di adattarsi che è diversa dalle altre squadre africane che sulle quali finora abbiamo riposto timide speranze di sorprese, ricaccciate indietro al primo gol subito. Questa partita è interessante anche per questioni politiche: in Marocco c’era un protettorato spagnolo fino a quasi settant’anni fa, c’è la questione dell’immigrazione che è spinosa e un’integrazione che non sempre è facile. C’entra con il calcio? Piuttosto il calcio può essere un argomento di discussione, però prima vediamo chi vince. E io non riesco a prevederlo.

 

Giuseppe. Più familiare e tradizionale dovrebbe essere l'andamento di Portogallo-Svizzera: Ronaldo e soci a manovrare senza particolare fretta, svizzeri chiusi a doppia mandata con il loro abituale atteggiamento tattico pragmatico, ma non privo di sorprese. La Svizzera mi ricorda il Belgio anni '80 allenato da Guy Thys, espressione di un calcio piccolo ma terribilmente organizzato. Per il Portogallo banco di prova tostissimo, tanto che non mi meraviglierei dei supplementari. A proposito, che ne pensi del sondaggio di A Bola che vorrebbe Ronaldo in panchina per il 70 per cento dei votanti?

 

Fulvio. L’ho letto e non so se sono sorpreso. Intendiamoci, il calcio portoghese deve moltissimo a Ronaldo, ma credo esista un livello di saturazione anche con gli eroi nazionali. Abbiamo passato anche questa volta i giorni che passano da una partita all’altra del Portogallo parlando di lui: ha insultato Fernando Santos per una sostituzione in una partita inutile? Ha invece zittito un coreano, come ha chiarito? Il punto è che come sempre ha mille telecamere addosso e questa sembra la fase in cui più le chiama a sé. E come vedi anche noi per parlare di Ronaldo stiamo trascurando la partita con la Svizzera.

 

Giuseppe. Però è lampante paragonare la sua condizione a quella di Messi, condottiero indiscutibile di un Paese intero. Parliamo della partita, che il Portogallo farebbe bene a sbloccare subito, partendo forte, senza farsi impastare nella ragnatela svizzera, che ha dalla sua anche una pazienza fuori scala e una fiducia nei propri mezzi superiore a quella delle classiche piccole squadre. Per esempio, Polonia e Senegal hanno mollato dopo il 2-0 contro squadre molto più forti, ma la Svizzera ha una resilienza (scusa la parolaccia) superiore alla media: agli Europei rimontò un 1-3 alla Francia e ai quarti portò la Spagna ai rigori anche lì risalendo la china da 0-1, per poi resistere in 10 per tutti i supplementari. Servirà il Portogallo migliore, e non mi riferisco tanto a Ronaldo quanto a Bruno Fernandes, Bernardo Silva, Cancelo, tutti i primi violini.

Fulvio. La Svizzera è un po’ un mistero: non ha avuto grandi guizzi, ma il Mondiale può anche premiare la continuità di rendimento. Gioca come deve, e diciamo che ha l’avversario più lunatico davanti a sé. Quindi questa partita, secondo me, più che dalla Svizzera dipende dal Portogallo. Perché gli elvetici sanno adattarsi, possono anche pungere, ma gli altri in che versione saranno? Timida o spaccona? E indovina un po’ dall’umore di chi dipenderanno? Hai indovinato.

Giuseppe. Ormai ci siamo: venerdì e sabato vedremo quelli che secondo me saranno i quarti di finale migliori della storia dei Mondiali, ma adesso dobbiamo fermarci per due giorni. Sei pronto a tornare nel mondo reale?

Fulvio. Tanto scriveremo comunque. Però vado a fare la scorta al supermercato. Mi accompagna Infantino.

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