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Il bluff del ranking Fifa

Andrea Trapani

Le difficoltà ai Mondiali di Belgio e Germania (e non solo) evidenziano il problema - irrisolvibile? - di classificare le Nazionali

"Se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa”. Bugie comprese. La massima del giornalista Gregg Easterbrook, infatti, si può applicare a tutti coloro che pensano sia facile poter misurare il valore di una Nazionale di calcio. Ci hanno provato in tanti, ma fondamentalmente si tratta di una categoria da aggiungere benevolmente alla lista dei pazzi che credono di essere Napoleone. 

 

Guardiamo Belgio e Germania, due squadre al top del ranking mondiale, che sono state battute da Marocco e Giappone senza particolari patemi d’animo. Non c’è classifica che tenga perché il calcio è così, imprevedibile e dissacrante. Eppure, da sempre, gli addetti ai lavori cercano di usare i numeri per stilare un’improbabile graduatoria mondiale. Una sfida impossibile. Abbiamo visto sia teste di serie scelte a tavolino sia sistemi di calcolo sempre più complessi come l’attuale ranking Fifa. Peccato che le formule, al pari di ogni creatura astratta, non guardino le partite e non sanno che essere i numeri uno nel calcio, al contrario del tennis, non serva a niente. 

 

Qatar 2022 ci sta dimostrando che è vero quel che dicono gli insegnanti ai genitori degli studenti che non sono all’altezza delle aspettative: “Suo figlio è intelligente ma non si applica”.

 

La Nazionale belga è l’emblema di questo paradosso: 4 anni prima nel ranking e neanche una mezza corona d’alloro. Nell’ultima edizione degli Europei – quella vinta dall’Italia, sesta in classifica ma a casa sul divano – non sono riusciti neppure a superare gli ottavi di finale, mentre in bacheca hanno solo medaglie piene di polvere come quella d’oro all’Olimpiade di Anversa 1920 o il secondo posto agli Europei del 1980 in Italia. L’unico risultato recente è stato il terzo posto del 2018 in Russia. Decisamente poco per chi, lo scorso dicembre, era contemporaneamente al primo posto Fifa e al tredicesimo nella classificazione Uefa. Ebbene sì, il ranking si esprime in lingue diverse. Non solo perché a Zurigo, sede Fifa, si parla tedesco mentre a Nyon, sede Uefa, il francese.

 

La classifica Fifa calcola tutte le partite, amichevoli comprese, quella Uefa il peso della confederazione nei vari tornei. Non era così prima, sono state proprio le sollecitazioni degli appassionati a dare un valore diverso alle vittorie tenendo conto tanto del valore dell’avversario quanto delle competizioni a cui si partecipa. Per questo di solito non conviene disputare un’amichevole con un’avversaria debole: non solo porta in dote pochi punti ma addirittura abbassa la media generale.

 

Non ditelo però a chi tiene davvero a questi numeri: San Marino, 211esimo e ultima squadra nel ranking, nelle scorse settimane ha fatto un lungo viaggio nei Caraibi per affrontare, in una doppia sfida amichevole, la nazionale di Santa Lucia proprio per migliorare il proprio punteggio. Non è andata bene, solo un pari in due partite. 

 

Le diverse riforme che si sono susseguite nel sistema di classificazione della Fifa hanno tentato di dare una risposta alle critiche mosse da tifosi e non solo, ma è difficile trovare una soluzione che accontenti tutti. In ogni caso, accanto a quello ufficiale, sono nati altri sistemi di classificazione delle Nazionali basati su criteri di calcolo diversi. Tra queste alternative spiccano il World Football Elo Ratings, calcolato sulla base del sistema Elo da ben prima che a Zurigo decidessero di mutuarlo, e l’Unofficial Football World Championship. Quest’ultimo merita una menzione speciale: non usa alcuna formula ma una logica molto semplice. Partendo dalla prima partita di calcio giocata tra due Nazionali, Inghilterra-Scozia dell’8 marzo 1873, come nella boxe, assegna il titolo di campione del mondo alla squadra che sconfigge in una partita ufficiale la squadra campione del mondo in carica. Siamo partiti con gli inglesi, oggi lo sfidante da battere è la Croazia. Mondiali di calcio permettendo, un primato assai meno bizzarro di quello che potrebbe assegnare l’algoritmo con i dati sbagliati.

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