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Dati alla mano la Juve è il tallone di Achille di Exor. La mossa di Elkann spiegata dagli investitori

Mariarosaria Marchesano

Non sono in pochi a pensare che Elkann abbia favorito il ricambio che di fatto gli consente di assumere il controllo dei vertici della Juve e di promuovere una svolta. Con quali conseguenze per il club calcistico è presto per dirlo

Il ceo di Exor, John Elkann, si presenterà mercoledì davanti agli investitori per il consueto incontro annuale con un problema in meno. La Juve, tallone d’Achille tra le partecipazioni della holding della famiglia Agnelli per i continui ripianamenti di perdite, ha un nuovo presidente, Gianluca Ferrero, e presto un nuovo cda. Sebbene le dimissioni del vecchio consiglio guidato da suo cugino Andrea Agnelli, dopo i rilievi sulla gestione della società calcistica mossi da Tribunale, Consob e revisori, rappresentino un momento non facile da gestire, Elkann potrà trasmettere alla comunità finanziaria il messaggio che si apre una fase di rinnovamento per il club bianconero.

 

Nelle ultime ore e  in previsione dell’investor day di Exor, che è rimasta quotata in Olanda dopo aver abbandonato Piazza Affari, non sono in pochi a pensare che Elkann abbia favorito il ricambio che di fatto gli consente di assumere il controllo dei vertici della Juve e di promuovere una svolta. Con quali conseguenze per il club calcistico è presto per dirlo. Quello che conta per Exor è che la controllata del pallone smetta di essere un pozzo senza fondo. Solo negli ultimi quattro anni, fa notare, per esempio, un’analisi di Equita, la holding degli Agnelli ha versato nelle casse della società sportiva circa 450 milioni di euro come investimenti pro quota per partecipare agli aumenti di capitale (e un nuovo aumento non si può escludere, dicono gli analisti). Di fronte alla continua necessità di risorse finanziarie, spesso si è detto che, in fondo, la partecipazione nella Juve rappresenta meno del 2 per cento del patrimonio complessivo di Exor investito in modo diversificato tra automotive, lusso, salute e hi tech (in cantiere ci sarebbero piani importanti anche nel settore energetico). E’ vero, ma se questa piccola quota comporta un esborso senza fine di denaro che potrebbe essere allocato in altri business, senza contare le crisi reputazionali, dal punto di vista degli investitori di mercato di Exor il problema Juve va prima o poi affrontato. Anche perché, fa notare sempre Equita, la copertura dei buchi di bilancio del club bianco nero rappresenta uno dei motivi  per cui l’attuale prezzo di Borsa di Exor è sconto di oltre il 40 per cento rispetto al suo valore patrimoniale (net asset value).

 

Insomma, la holding degli Agnelli potrebbe valere di più in Borsa se non ci fosse la squadra del cuore della famiglia e di milioni di italiani. Considerazione fredda, ma che fa riflettere.

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