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Formula 1

Verstappen fa un capolavoro in Ungheria, la Ferrari invece un disastro

Fabio Tavelli

Il campione del mondo era partito decimo, ha chiuso la gara al primo posto. Le Rosse sono state penalizzate dalla strategia scelta ai box, soprattutto Leclerc

Un’impresa. Un’autentica impresa. O meglio, due imprese. La prima è quella di Max Verstappen che vince una gara partendo dalla decima piazzola facendo “marameo” alle Rosse e lasciando Leclerc a meno 80 punti alla pausa estiva. Ma impresa ancora più grande è quella della Ferrari, imbattibile al venerdì, fortissima al sabato e impantanata alla domenica. Riuscire a non salire sul podio partendo secondi e terzi è un contro-risultato che non può non mettere tutta la gestione del muretto sul banco degli imputati. E non si pensi soltanto alla cervellotica scelta di mettere a Leclerc una gomma, quella bianca, mai provata nelle libere e che chiaramente non funzionava visto che prima del monegasco l’avevano montata con effetti disastrosi le Alpine e la Haas di Magnussen. Anche Sainz, che almeno non ha subito dal muretto una sosta supplementare come Leclerc, ha finito quarto dietro alle Mercedes di Hamilton e Russell.

 

Lo spagnolo ha fatto la stessa strategia del 7 volte campione del mondo eppure è arrivato dietro. Segnale inequivocabile che la Ferrari in Ungheria era la più forte solo sulla carta. Oppure lo era in condizioni meteo perfette, ovvero con temperatura torrida. Invece a Budapest pareva di essere nel Nord Europa e il vento si è divertito a far danzare la perturbazione intoro al circuito senza farla scaricare.

 

Aspettando la pioggia che tutto avrebbe mandato all’aria la gara invece è finita con Verstappen davanti a Hamilton e Russell. “La macchina non ha funzionato” è stata la spiegazione data dal Team Principal Mattia Binotto. E nella seconda parte della gara si è visto. Ma resta il fatto che mettere la gomma bianca a Leclerc e fermarlo una volta più degli altri è stato un colossale errore.

 

Tutto questo non può oscurare la gara magistrale condotta da Max Verstappen, campione vero sia quando deve rischiare un sorpasso esattamente come quando ragiona come il miglior Prost nel tenersi lontano dai guai. In tutto questo va dato il “bentornata” alla Mercedes. Sabato ha conquistato la sua prima pole stagionale e pensare che prima della fine della stagione arriverà anche una vittoria alla domenica non è più un’utopia. Mondiale finito? La voragine di punti che separa Verstappen da Leclerc è anche poco rispetto a quella emotiva. La pausa estiva potrebbe essere utile almeno per calmare gli animi e riflettere serenamente su una situazione nella quale si sommano errori umani evidenti, dei piloti e di chi li dirige, su un progetto che promette sempre benissimo prima della gara ma che troppo spesso non raccoglie quel che lascia intuire o sperare. Poi, certo, quando vince uno che partiva decimo e che a un certo punto è pure andato in testacoda allora è chiaroche qualcuno davanti a lui o è andato piano o si è fatto del male con e proprie mani. Probabilmente Leclerc e Sainz non avrebbero vinto comunque la gara ma ancora una volta la casellina delle occasioni perse è desolatamente piena in casa Ferrari. E a molti ferraristi torna in mente quell’eterna battuta che uno dei suoi presidenti più vincenti duranti gli anni bui riservava a chi gli chiedeva: “ma quando vince il Mondiale la Ferrari?”. Lui replicava con grande sicurezza: “il prossimo anno”. Ecco.

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