Giro d'Italia. Le tappe e le trappole della corsa rosa

Mancano le grandi salite, ma questo sembra poter non essere un problema. Cosa non perdersi di questo Giro d'Italia 2022

Giovanni Battistuzzi

È uno specchio deformante questo Giro d'Italia 2022, un grande inganno ottico che dà un'immagine distorta, che confonde la percezione delle cose. Perché è vero che mancano le grandi salite, quelle iniziano a valle e salgono su e su e su sulle montagne sino a rendere minuscolo, dalla cima del passo, la "civiltà" che vive là sotto, ma nonostante questo, il Giro d'Italia 2022 è uno dei più duri degli ultimi anni. I corridori nei ventun giorni di gara, che inizieranno venerdì 6 maggio e si concluderanno domenica 29 maggio, dovranno affrontare 54.730 metri di dislivello. Il dislivello complessivo più alto dal 2000 a oggi.

 

Troppo incerto il tempo, troppo alto il pericolo di dover mettere mano al percorso a Giro già iniziato, com'era successo spesso negli ultimi anni. Gli effetti del cambiamento climatico, si fanno sentire anche nel ciclismo. E così Mauro Vegni è andato contro al suo credo, quello che il gran ciclismo si fa sulle grandi salite, quelle lunghe e infinite. Nelle tappe alpine c'è poco di questo: il Crocedomini, che i duemila li sfiora, il Passo San Pellegrino, che ci sta ampiamente sotto, il Passo Pordoi e il Passo Fedaia. Il resto è un misto di graditi ritorni (il Valico del Vetriolo e quello di Santa Cristina) e interessanti novità, le due salite che anticipano quella che porta a Cogne e soprattutto il Menador.

 

Il Giro allora lo si potrà fare altrove, in quelle decine di trappole per uomini di classifica che Vegni ha disseminato lungo il percorso e che si concentrano soprattutto in quattro frazioni: quella di Potenza, quella di Napoli, quella di Jesi e in quella di Torino.

 

È un Giro d'Italia che chiama fughe e fantasia, che potrebbe essere molto più complesso di quello che si crede. Ovviamente i corridori dovranno dare una mano al percorso. Funziona sempre così, è simbiotico il rapporto. Le premesse comunque sono buone (ecco un po' di buone ragione per pensarlo). Buon Giro.

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