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L'eliminazione dalla Champions del Paris Saint-Germain: anche i ricchi frignano

Furio Zara

Quando si allontana dalla Francia il Psg sistematicamente si rimpicciolisce. La sconfitta contro il Real e quel miliardo e mezzo speso in giocatori per vedere sempre la coppa sfuggire di mano

Anche i ricchi frignano, si lamentano con l’arbitro, sbraitano come ossessi, danno in escandescenze, minacciano – "Ti ammazzo" avrebbe urlato lo sceicco Nasser Al-Khelaifi a un dipendente del Real – e insomma, sì, anche i ricchi piangono.

La tumultuosa uscita di scena del Paris Saint-Germain dalla Champions League, rimanda – per attenerci all’ambito calcistico – alla cara vecchia domanda: ma i soldi danno la felicità? A Marilyn Monroe è stata attribuita la seguente frase: la felicità non si trova nei soldi, ma nello spenderli. Sappiate che tutto ciò non consola Al-Khelaifi, che da quando si è seduto sul trono del Psg come Paperon de Paperoni sulla montagna di soldi, ha speso come nessuno mai nella storia del calcio alterando l’intero sistema finanziario dell’Europa del pallone. Fair play a tua sorella. Siamo attorno – calcolatrice alla mano – al miliardo e mezzo di euro: 1,405 per la precisione. Shopping compulsivo di campioni o presunti tali. Il resto, mancia. Al-Khelaifi – ex tennista n.995 nel ranking Atp e presidente del fondo sovrano del Qatar Investment Authority – si è insediato nel 2011 promettendo di portare il Psg a "essere il club più vincente del mondo". Anche no.

 

Se in Francia il Psg vince il titolo nazionale di default (7 volte in 10 tentativi, in totale sono 27 i trofei conquistati in patria), quando si allontana dalla Tour Eiffel improvvisamente rimpicciolisce. Trofei vinti in Europa? Zero. Nelle ultime due edizioni di Champions: una finale (persa nel 2020 contro il Bayern) e una semifinale (persa l’anno scorso con il City di Guardiola).

E stavolta la porta che si chiude sulla mano del Psg l’ha fatta sbattere il Real.

Storture di quest’anno: il fantasma di Messi preso a zero, ma gratificato da un ingaggio di 30 milioni. Hakimi pagato 66,5 milioni per sprintare due volte a partita sulla fascia, l’arrugginito e decorativo Sergio Ramos omaggiato con 12 milioni di stipendio, Icardi pagato 50 milioni due anni fa e tenuto in naftalina a farsi selfie con Wanda Nara. Sul podio degli acquisti più costosi di sempre ci sono Neymar (222 milioni nel 2017), Mbappè (145 nel 2018), Cavani (64,5 milioni nel 2013). E parliamo comunque di fuoriclasse. Più complicato far tornare i conti con Pastore (42 milioni al Palermo nel 2011), David Luiz (50 nel 2014), Abdou Diallo (32 nel 2019) e con il fantasmagorico Jesé, esterno d’attacco soffiato - qui ci starebbe un meme - al Real Madrid nell’estate del 2016. Totale giocatori acquistati dallo sceicco dal 2011 ad oggi: 67. Bilancio in entrata e uscita: un miliardo e mezzo speso, poco meno di mezzo miliardo incassato. Astenersi perditempo, la fine è nota: verrà silurato anche Mauricio Pochettino, quinto allenatore nell’era Al-Khelaifi.

 

La verità è che i ricchi vivono il fallimento come un oltraggio. Eppure ad Al-Khelaifi basterebbe riguardare il finale della cult-telenovela "Anche i ricchi piangono". Dopo un’odissea di 248 puntate, Mariana chiede ad Antonio: "Ti ricordi quando ci siamo sposati?". Però lui cambia discorso, la attira a sé e la bacia, chiaro che vuole zittirla, si vede che è scocciato, dai, che se ci pensa gli viene il magone.

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