Giovanni Simeone, con la maglia del Verona (Ansa)

Il Foglio sportivo - il ritratto di Bonanza

Kokorin, Simeone e le metamorfosi nel calcio

Alessandro Bonan

Se un cigno si trasforma in scarafaggio ci sarà una spiegazione che non sia semplicemente metaforica? Per fortuna il cambiamento non sempre conduce dentro stanze anguste, dalle quali sembra quasi impossibile fuggire. 

La vita sportiva di un calciatore è talmente breve che è difficile assistere a metamorfosi repentine del corpo e della mente. Difficile ma non impossibile. Ci sono mutazioni orribili, kafkiane, come quella di Kokorin della Fiorentina, che oggi pare diventato il Gregor Samsa del calcio, con la pancia rivolta verso l’alto e le zampette improduttive incapaci di vincere ogni contrasto, catturare un pallone, scagliarlo con un briciolo di energia verso la porta. Non ha più forza il russo, nessun potere di controllo su gambe e cervello. Fa cose guidate da un istinto di sopravvivenza che induce alla tenerezza, alla compassione nei suoi confronti. Cosa può essere accaduto al talento di Mosca? Quale colpa deve espiare? Se un cigno si trasforma in scarafaggio ci sarà una spiegazione che non sia semplicemente metaforica? Per fortuna il cambiamento non sempre conduce dentro stanze anguste, dalle quali sembra quasi impossibile fuggire. 

 

Prendiamo il caso di Simeone, l’attaccante del Verona. Al momento è uno dei giocatori più importanti del nostro campionato. Segna di continuo, e fa cose che si pensava non gli potessero appartenere. Prima di oggi, più che un centravanti, sembrava il primo dei difensori. Arrivato in Italia con la promessa di non essere soltanto un figlio ma anche un uomo con la sua unicità, si era piano piano spento, perdendo, di quell’uomo, l’identità. Pur continuando a segnare, ma senza esagerare, Giovanni Simeone era passato dalla Fiorentina al Cagliari, come si passa dal vino all’acqua minerale. Nessuno se n’era quasi accorto, mentre a Firenze qualche tifoso faceva addirittura festa, come se con l’acqua si potesse per l’appunto festeggiare. 

 

In attesa dell’avvento di Vlahovic, la squadra viola era rimasta senza centravanti ma poco gli importava, visto che Simeone si era trasformato da giocatore che risolve in problema senza una soluzione. E così è stato a Cagliari, dal momento che poi l’hanno mollato al Verona, diretta concorrente, in prestito per un milione. Qual è il vero Simeone? Quante sono le metamorfosi nel calcio, a quale sfera appartengono? Perché ci sono uomini che si ritrovano al mattino con la pancia sottosopra, incapaci di scendere dal letto, fuggire da una camera che è diventata una prigione, e uomini invece che si risvegliano all’improvviso in un altro mondo, molto più bello e luminoso? No, non può essere soltanto un incubo oppure un bel sogno. E’ tutto vero, si chiama vita, di cui il calcio non è che un lato, o per meglio dire una delle sue derivazioni più visibili.

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