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hard boiled a san siro

Il Milan in Champions League ha tradito Philip Marlowe

Giovanni Battistuzzi

I rossoneri per passare agli ottavi devono battere il Liverpool e poi sperare che tutto vada bene. Insomma: sono in un cul-de-sac. E tutto questo non sarebbe piaciuto per niente allo scrittore Raymond Chandler

San Siro non è poi così diverso da Hollywood Boulevard. Almeno questa sera a Milano le luci che illumineranno Milan-Liverpool assomiglieranno a quelle della Los Angeles di Philip Marlowe. E la speranza per i tifosi rossoneri è che l’ultima partita del girone B di Champions League possa essere il più simile possibile a un canovaccio di Raymond Chandler: intricato, a tratti violento, ma con un finale, se non lieto, quantomeno non troppo cruento. 

  

Mancano novanta minuti alla fine della fase a gironi di questa edizione della Champions e il Milan si ritrova terzo nel gruppo a 4 punti, uno in meno del Porto, secondo a 5, e a pari merito dell’Atletico Madrid. Per ottenere la qualificazione agli ottavi la squadra di Stefano Pioli deve battere quella di Jürgen Klopp e sperare che i portoghesi non vincano (in casa) contro gli spagnoli o che la squadra di Simeone non vinca all’Estádio do Dragão con un risultato diverso dalla partita di San Siro. 

  

Insomma il Milan stasera si trova in un cul-de-sac, quella situazione che proprio lo scrittore americano, uno dei padri dell’hard boiled, definì come “uno dei più sciatti e scontati espedienti narrativi usati nella narrativa poliziesca e affine”.

  

 Humphrey Bogart nei panni di Philip Marlowe mentre legge 'The Big Sleep' di Raymond Chandler durante le riprese de "Il grande sonno"

 

Era il settembre del 1953 e Raymond Chandler, già da un decennio tra i più apprezzati scrittori noir americani, era stato invitato a una conferenza organizzata da Argosy, una delle prime riviste letterarie pulp (e che diede subito spazio al noir e all’hard boiled). Il tema dell’evento era l’estemporaneo “Evitare la banalità nella scrittura”.

  

Davanti a qualche centinaio di persone il romanziere disse di “trovare sempre più insopportabile la deriva britannica di questo genere narrativo. L’abuso dell’utilizzo della tecnica letteraria delle ‘spalle al muro’ sta dilagando avvicinando sempre più la nostra letteratura al poliziesco. È un imbarbarimento del genere che sta facendo evaporare tutta la forza innovativa americana in un calderone di già letto. È scocciante ritrovarsi personaggi, magari ben caratterizzati in racconti ben scritti, finire costantemente in situazioni al limite del possibile, dalle quali possono uscirne solo grazie a un aiuto esterno oppure a imprevedibili congiunture astrali. Sembra che una buona parte degli scrittori americani abbiano dimenticato che la nostra vita possa, almeno in gran parte, autodeterminarsi”. 

 

Tra il pubblico quel giorno c’era anche Don DeLillo, che oltre quarant’anni dopo all’Atlantic raccontò come “le parole di Chandler in un incontro organizzato da una vecchia e prestigiosa rivista letteraria furono per me importanti per la mia vita e poi nella mia formazione da romanziere che all’epoca (aveva diciassette anni, ndr) non era nemmeno stata da me presa ancora in considerazione”.

    

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Il Milan come un protagonista di un modesto racconto di evidente “deriva britannica” si ritrova “in situazioni al limite del possibile, dalle quali possono uscirne solo grazie a un aiuto esterno oppure a imprevedibili congiunture astrali”. E tutto grazie, o forse a causa, di “meriti” personali

 

Il ritorno nella Champions League i tifosi la sognavano diverso, nonostante il sorteggio non avesse offerto la via più facile verso gli ottavi. E le occasioni per renderla davvero simile ai sogni del popolo rossonero ci sono anche state. Come spesso accade ciò che sembra ineludibile nelle urne, non si dimostra tale nella realtà. Le cose sono andate come sono andate e rimangono gli ultimi novanta minuti a disposizioni. Poco male se per Chandler la tecnica delle “spalle al muro” non piacesse, il calcio si basa su altri canoni estetici e la speranza (e possibilità) di uscire da un cul-de-sac concede ancora una notevole attrattività. 

 

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