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dopo i ricorsi al tar

Lo stadio della Roma nel pantano giudiziario. Gualtieri lavora per una soluzione

Fernando Magliaro

La richiesta di risarcimento si somma al rischio di falso in atto pubblico per il Campidoglio. In attesa dei tempi della giustizia, la nuova giunta pianifica un ufficio di scopo dedicato al dossier. Il primo passo sarà individuare una nuova area per l'impianto 

La storiaccia dello stadio della Roma di Tor di Valle sembra incanalata verso una soluzione giudiziaria, dopo che, pochi giorni fa, la Eurnova di Luca Parnasi e la Cpi Tor di Valle di Radovan Vitek hanno presentato due ricorsi al Tar contro la decisione del Campidoglio di annullare il progetto e revocarlo. 

Come Il Foglio ha già anticipato, i ricorsi contro il Comune sono accompagnati da una richiesta di risarcimento danni a valere sulle casse capitoline che va da un minimo di 67 milioni di euro fino a 265 nel caso in cui il Tribunale ritenesse illegittima la delibera di revoca.

In Campidoglio i ricorsi erano attesi. La Roma, senza rilasciare commenti ufficiali, confida che il tempo consenta una soluzione al problema in vista del nuovo impianto.

L’analisi dei ricorsi, però, presenta aspetti in qualche caso di gustosa curiosità: quello di Vitek vede fra i suo estensori la firma di Angelo Piazza, avvocato amministrativista così noto da essere stato chiamato da Roberto Gualtieri a guidare Ama fuori dal caos in cui l’ha lasciata il quinquennio Raggi.

In altri casi, invece, di forte perplessità. È quanto avviene a proposito dei pareri delle Commissioni consiliari. Le delibere vanno sottoposte alle varie Commissioni per un parere obbligatorio ma non vincolante. La delibera di revoca di Tor di Valle avrebbe dovuto ricevere i pareri di cinque commissioni: Urbanistica, Lavori pubblici, Mobilità, Ambiente e Sport. Due - Lavori pubblici e Mobilità - non l’hanno espresso. Degli altri tre pareri riportati nella delibera, è stata contestata dai ricorrenti la validità di quelli espressi dall’Urbanistica e dallo Sport poiché, si argomenta utilizzando i video delle sedute reperibili sul canale YouTube del Campidoglio, sono stati espressi senza che vi fosse il numero legale. 

Ora, se il Tar effettivamente confermasse la versione dei ricorrenti, potrebbero scattare conseguenze addirittura più serie perché si potrebbe arrivare a configurare il reato di falso in atto pubblico. 

Sul fronte tribunali ci vorrà ancora qualche mese prima che la partita entri nel vivo. Un tempo che la giunta Gualtieri può sfruttare, accelerando per il nuovo stadio: se in campagna elettorale, mentre Virginia Raggi, Carlo Calenda ed Enrico Michetti si sperticavano in elucubrazioni su aree e tempi con previsioni fantasiose, con molto più realismo Roberto Gualtieri rinviava tutto al dopo elezioni per poter lavorare con gli uffici e le pezze d’appoggio. 

A giorni dovrebbe essere ufficializzata la creazione di un ufficio di scopo dedicato proprio al dossier stadi, tanto per quello della Roma che per quello della Lazio. E a guidare questo ufficio, che risponderebbe direttamente al sindaco, dovrebbe essere chiamato Giulio Pelonzi, capogruppo dem nella passata consiliatura.

Il primo passo di Pelonzi sarà quello di contattare la As Roma per chiedere che la società giallorossa chieda formalmente al Comune di aprire un tavolo sull'impianto sportivo (che potrebbe diventare anche una camera di compensazione con Eurnova e Vitek), identificando, almeno di primo impatto, un’area o una rosa di aree su cui lavorare. 

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