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telefonate rubate

Mattarella non voleva andare a Wembley (per non perdere Berrettini)

Maurizio Milani

Le indiscrezioni raccolte da Maurizio Milani: pazze telefonate tra massime istituzioni per chi mandare in tribuna alla finale di Euro 2020. Per l'Inghilterra ci saranno le Spice Girls, a noi chi ci rappresenterà?

Le trattative fra le cancellerie europee su quale esponente istituzionale mandare ad assistere alla finale sono iniziate già l’anno scorso. Chiaro, parlo di Wembley. Gran mediatore: David Sassoli, che ha contattato tutti i leader delle nazioni partecipanti al torneo. Rimaste Italia e Inghilterra, gli inglesi hanno già scelto, in tribuna d’onore ci saranno: il sindaco di Londra, le Spice Girls, Boris Johnson, il principe Andrea. Più un senzatetto invitato a sorteggio. Speriamo non sia un figurante per fare la parte (del senza fissa dimora). 

Situazione più complicata per noi, essendoci sul nostro territorio due stati. Vediamo le telefonate intercorse oggi per chi deve andare alla finale più attesa della storia. 

Draghi telefona a Mattarella: “Sergio! Ciao! Vai tu alla finale, fammi un favore”. Mattarella: “Mariolone, però sarebbe meglio che essendo lì Boris, va un suo omologo”. Draghi: “Hai ragione, allora chiediamo a Mancini. Chiamalo tu adesso!”. Mattarella: “Sì! Gli telefono subito! – Roberto carissimo!”. Mancini: “Presidente! Che gradita telefonata”.  Mattarella: “Senti amico mio, chi gradiresti delle autorità italiane lì a Wembley?”. Mancini: “Lei, presidente”. Mattarella: “Grazie! Ma sono già al campo centrale di Wimbledon per vedere Berrettini vincere uno slam. Cosa mai successa a un azzurro”. Mancini: “Infatti ci sarò anch’io, in finale a Wembley tutto il primo tempo mi sostituisce in panchina Bubu Evani”. Mattarella: “Bravo! Allora ci vediamo sul centrale a Wimbledon?”. Mancini: “Sì! Buona giornata presidente”.

Il problema rimane. Mattarella chiama Decaro sindaco di Bari e presidente dei comuni italiani. Mattarella: “Antonio, ciao!”. Decaro: “Presidente! Che onore”. Mattarella: “Tony, chiamo te perché sei risultato il sindaco e politico più amato dagli italiani, anche all’estero. Fammi un favore, vai tu a Wembley in tribuna per rappresentare lo stato”. Decaro: “Ma presidente, grazie… Sarebbe il caso, mi permetta… che…”. Mattarella: “No! O meglio, tra Wembley e Wimbledon non posso sdoppiarmi”. Decaro: “Presidente, sentiamo il segretario di stato vaticano S. E. Pietro Parolin”. Mattarella: “Giusto! Lo chiami tu?”. Decaro: “Meglio lei presidente!”. Mattarella: “Sì! Hai ragione, lo chiamo adesso! – Pronto, sua eminenza?”. Parolin: “Sì! Sergio come stai…”. Mattarella: “Te la senti di andare in tribuna a Wembley…?”. Parolin: “Sergio, in Gran Bretagna, anzi in England, ci sono tanti cattolici che tifano per Kane e compagni… Non posso farmi vedere tenere per l’Italia”. Mattarella: “Hai ragione, telefono a Fico, se va lui”.

Poi il presidente telefona alla presidenza del Senato. Anche loro chiedono che sia il presidente della Repubblica a tifare Italia in finale. Ultimo tentativo di Mattarella, telefona a Landini: “Maurizio, vai tu…”. Alla fine Mattarella si decide. Fa però spostare dalle autorità londinesi la finale di Wimbledon che si terrà in data da destinarsi. Berrettini si offende e corre al consolato del Messico a Londra. Sembra abbia chiesto la cittadinanza, si stabilirà a Nuevo Laredo. Ma non è certo. Forse riescono a convincerlo a rimanere italiano.

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  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.