Al Gran premio di Stiria in Austria

Verstappen straccia Hamilton e vola via in classifica

Ferrari sesta a settima, ma con un distacco enorme

Fabio Tavelli

Gara senza scossoni, il pilota olandese ne ha più del britannico esattamente come la Red Bull ne ha più della Mercedes

Uno scatto alla Mathieu Van Der Poel, olandese come lui. Forte, potente, preciso. Max Verstappen straccia Lewis Hamilton nel gran premio di casa Red Bull e vola via in classifica con diciotto punti di vantaggio. Il senso della frustrazione del 7 volte campione del mondo sta anche nel tentativo, riuscito, di andarsi a prendere il punticino addizionale del giro più veloce. Un contentino che il Re Nero è andato a mettere in saccoccia come una briciolina per una formica che deve costruire le provviste per l’autunno. Ma Max sembra tutt’altro che una cicala e scalda già i muscoli perché domenica prossima si replica. E se le cose andassero come oggi poi Hamilton avrebbe sempre meno chanche di stargli attaccato. Gara senza scossoni, Verstappen ne ha più di Hamilton esattamente come la Red Bull ne ha più della Mercedes.

Gli austriaci perdono il doppio podio a causa di un’indecisione al pit stop che è costata oltre due secondi a Perez. Quelli della bibita taurina hanno comunque 40 punti di vantaggio sugli anglo-tedeschi e mai in era ibrida qualcuno si era permesso di schienarli in tal modo. Oltretutto sono ormai quattro gare consecutive che non si sentono gli inni inglese e tedesco. E’ stata la prima gara della stagione senza sorpassi tra i primi in griglia. Sorpassi in pista, non ai box. La superiorità delle due scuderie è stata schiacciante. AL 55 esimo giro sul 71 Max Verstappen ha doppiato addirittura Lando Norris. Sono quindi rimasti solo quattro piloti a pieni giri.

D’accordo, il circuito in Austria è molto corto (si gira sotto il minuto e dieci secondi) e quindi è molto più semplice per i top team sbranare la concorrenza. Però siamo di fronte a qualcosa che non può non imbarazzare. Poi, certo, ci sono situazioni al limite del paradosso tipo quando Carlos Sainz si è sdoppiato da un Lewis Hamilton ormai con il braccio fuori dal finestrino. Merita una riflessione la Ferrari. Leclerc è stato tanto bravo a rimontare quando sfortunato per il contatto dopo la prima curva con Gasly. In assoluto un sesto (Sainz) ed un settimo posto (Leclerc) possono sembrare un brodino dopo la disfatta del Castellet. Durante la gara il passo dei due in rosso sembrava a tratti addirittura in linea con quelli dei primi quattro. Però poi quando si va a leggere l’ordine d’arrivo è necessario andare oltre la posizione e vedere i distacchi. La Ferrari prende oltre un minuto e 20 secondi dal vincitore. Se si esclude la gara di Baku (non indicativa perché ripartita a due giri dalla fine e quindi con distacchi necessariamente minimi) il distacco medio che il primo ferrarista prende da chi sente l’inno è di quasi un minuto ad ogni sventolar di bandiera a scacchi. Ci si può eccitare liberamente per tutto e sarebbe ingiusto non dare alla squadra il merito di aver voltato pagina dopo la Francia per quanto riguarda, soprattutto, l’usura degli pneumatici. Si sapeva che il divario da Red Bull e Mercedes non si sarebbe chiuso e che solo il 2022 con i cambiamenti regolamentari potrà mostrare qualcosa di diverso. Però la salita è ancora irta, quelli davanti non sono nemmeno avvicinabili e prendere un minuto a gara è qualcosa che la storia della Ferrari non può continuare a permettere.

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