Cosa dobbiamo aspettarci dalla Ferrari 2021

Umberto Zapelloni

Cambia il colore, il retrotreno e le ambizioni: è la prima Ferrari che non nasce per essere vincente, si accontenta di tornare sul podio, di tornare a combattere regolarmente per la vittoria. Ma non è una resa

La Ferrari 2021 si presenta per ultima e si accontenta di 10’26” per mostrarsi al mondo con il suo abito rosso macchiato di verde. La nuova Ferrari arriva in streaming nella presentazione più triste degli ultimi anni. La raccontano Binotto, Gualtieri, Cardile, Mekies e il presidente John Elkann che ha la brillante idea di fare il suo discorso in inglese. E’ una Ferrari nuova fin dall’abito che è rosso, ma tende all’amaranto nella parte posteriore andando a riprendere il colore antico della prima Ferrari della storia, quello riportato in pista al Mugello per festeggiare il millesimo gran premio della sua storia. Sull’abito però compare anche una macchia verde, la scritta dello sponsor tabaccaio che ormai non pubblicizza più sigarette ma Missioni… fa l’effetto di una macchia di sugo su una camicia bianca. Eppure la Scuderia ha appena firmato un accordo con Giorgio Armani, il re dell’eleganza, che vestirà piloti e tecnici lontano dalle piste.

      


Le foto della Ferrari SF21

    

“Il posteriore richiama l’amaranto della primissima Ferrari, la 125 S – racconta il Team Principal Mattia Binotto –, man mano che ci si avvicina all’abitacolo, però, sfuma nel rosso contemporaneo che ha contraddistinto le nostre annate più recenti. Questa per noi è la stagione delle tante sfide e attraverso la livrea ripartiamo visivamente dalla nostra storia ma, al tempo stesso, ci proiettiamo nel futuro”.

 

“Una macchina è bella solo quando vince”, non lo diceva Boskov, ma Enzo Ferrari. E aveva ragione perché una Ferrari da Formula 1 deve essere veloce più che bella. La SF21 per ora è solo bella. Quando si confronterà con Mercedes, Red Bull, Aston Martin, McLaren e Renault, scopriremo se è anche veloce.

  

L'anno scorso il problema principale della monoposto ferrarista era stata la mancanza di velocità in rettilineo. Colpa di un motore spompato (dopo il diktat della Federazione), ma non solo. Quella Ferrari era troppo resistente all'aria. Era come mettere una mano fuori dal finestrino quando viaggiare in autostrada. Non di taglio però. Bella dritta contro vento…Avete provato no? Si è lavorato in galleria del vento per ridurre il drag (la resistenza) e si è lavorato in officina per rifare completamente il motore. Il risultato lo vedremo già in questo fine settimana in Bahrain dove andranno in onda le prime e uniche prove pre campionato (la gara inaugurale è in calendario il 28 marzo). E dove i ferraristi si stanno già sottoponendo (come gli uomini Mercedes alla vaccinazione gentilmente offerta dall’emirato.

   

La SF21 si presenta con il retro rastremato come una signora passata dal chirurgo estetico. Nuovo motore, nuovo cambio, nuove sospensioni posteriori e sistema di raffreddamento rivisto. I due gettoni disponibili da regolamento per lo sviluppo sono stati spesi per il retro, mentre l’anteriore è praticamente lo stesso della SF1000 che proprio sognare non ci aveva fatto. “Quando abbiamo affrontato il progetto della SF21 ci siamo trovati da subito a scegliere su quale area della vettura concentrare la nostra attenzione per un cambiamento radicale – ha raccontato Enrico Cardile il responsabile del telaio - Abbiamo scelto la parte posteriore, realizzando un nuovo cambio e delle nuove sospensioni. Questo, in aggiunta al lavoro svolto insieme ai colleghi della power unit, ha permesso di ottenere un retrotreno molto più rastremato. Anche il sistema di raffreddamento è stato oggetto delle nostre attenzioni. Abbiamo aumentato l’autorità del radiatore centrale e disegnato una carrozzeria più “downwashing”. L’aerodinamica è stata una delle aree impattate dalle modifiche regolamentari volte a ridurre la capacità di sviluppare carico verticale, a salvaguardia dell’integrità dei pneumatici. Per questo motivo, quando abbiamo cominciato lo sviluppo aerodinamico della vettura ci siamo dati due obiettivi: aumentare il carico aerodinamico perso con i regolamenti e ridurre il drag. La parte anteriore della vettura ha ricevuto interventi meno radicali per via del regolamento. Quindi abbiamo sviluppato una nuova ala anteriore, che lavora in accoppiamento con un naso di nuovo concetto, ma telaio e sospensioni sono quelli della SF1000″.

    

Ma è dalla Power Unit completamente rivista in tutte le sue componenti (dal motore termico, al turbo, al recupero dell’energia ai carburanti firmati Shell) che ci si aspetta il grande salto. Una trentina di cavalli in più si dice in giro. Potrebbero bastare per puntare almeno al podio. “La stagione passata ci ha restituito un verdetto in pista chiaro che per noi motoristi è stato il punto di partenza. È da questa consapevolezza, unitamente alla nostra passione, alle competenze nostre e dei nostri partner tecnici, che nasce la power unit 065/6 per il campionato 2021. – ha spiegato Enrico Gualtieri, il responsabile della Power Unit - Abbiamo seguito un approccio sistemico, lavorando con tutti i reparti insieme, la progettazione, la simulazione, lo sviluppo, la pista, nel cercare tutte le opportunità di miglioramento. Insieme ai colleghi del telaio abbiamo lavorato tanto sul layout della power unit, per cercare di rendere il più efficace possibile il progetto complessivo della vettura. Sul motore a combustione interna abbiamo operato per aumentare il grado di efficienza termica del motore stesso, anche grazie al contributo del nostro partner Shell, che ha portato un vantaggio stimabile in oltre un decimo di secondo di tempo sul giro. Stiamo inoltre sviluppando il sistema ibrido e la parte elettronica, cercando di rivederne tutte le componenti per ottimizzarle. Tutto questo in una stagione nella quale le ore di sviluppo al banco della power unit sono state ulteriormente ridotte”.

  

La grande differenza con il passato sta qui: è la prima Ferrari che non nasce pere essere vincente. Si accontenta di tornare sul podio, di tornare a combattere regolarmente per la vittoria. Non è una resa prima del via, ma un piegarsi all’evidenza di un 2020 disastroso che il congelamento delle regole ha impedito di gettare completamente via. “Tra i nostri due piloti c’è un’energia molto positiva: Carlos ha passato molto tempo in fabbrica e si sta integrando con la squadra molto rapidamente – ha spiegato il d.s. Laurent Mekies - Charles, invece, conosce il team perfettamente: sa cosa vuole ed è anche molto consapevole del ruolo che ha nella squadra, dentro e fuori dalla macchina. In questi mesi invernali abbiamo visto due ragazzi molto affiatati e questo non può che far bene a tutto il gruppo”.

  

Ci sono state presentazioni migliori. Ma in tempi di pandemia era difficile ipotizzare altro. Ormai la Ferrari si sta specializzando in prodotti Netflix Style. Ma quello della scorsa settimana con i piloti era venuto decisamente meglio. In fin dei conti l’importante sarà essere veloci in pista. Non sarà facile.

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