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Rien ne va plus. La commedia calcistico-giudiziaria di Juventus-Napoli

Gino Cervi

Il 4 ottobre 2020 i partenopei non si erano presentati a Torino per giocare a causa della positività di Zielinski ed Elmas. La partita era stata vinta a tavolino dai bianconeri. Anzi no, si dovrà rigiocare

Les jeux ne sont pas fait. Oggi alle 17.30, presso il Salone d’Onore del CONI, al termine dell’udienza pubblica, benché osservante delle norme sul distanziamento, sul caso Juventus-Napoli dello scorso 4 ottobre, il presidente-croupier del collegio di garanzia dello sport, Franco Frattini ha pronunciato – lui che le  le lingue le sa, essendo stato ministro degli Esteri (requisito minimo ormai da una legislatura passato in cavalleria) - le famose parole francesi, però al negativo. Altro che giochi fatti, la partita si deve rigiocare! Altro che "rien ne va plus", altro che non c’è più niente da fare, è stato bello sognare, altro che chi ha avuto ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato ha dato, scurdammoce ‘o passato, simm’a Napule, paisà…

    

In effetti, queste ultime parole, pare siano state a stento trattenute, soffocate dietro la mascherina azzurra con la N – di Napoleone, s’intende – dal presidente De Laurentiis, in un impeto di soddisfazione. Era stato lui, settimane fa, a presentare ricorso alla sentenza che nei primi due gradi di giudizio aveva sancito la vittoria a tavolino per 3-0 a favore della Juventus e la penalizzazione del Napoli di un punto in classifica.

   

Domenica 4 ottobre 2020 per la 3a giornata di Campionato di Serie A, era in programma allo Stadium di Torino il big match tra Juventus e Napoli. Erano i giorni in cui stava per rimontare la seconda ondata della pandemia e due giorni prima dell’incontro, il 2 ottobre, Piotr Zielinski, il centrocampista polacco del Napoli, era risultato positivo al Covid-19. Così come l'altro mediano, Elmas. La Società Sportiva Calcio Napoli aveva così deciso, stante anche le indicazioni dell’Autorità Sanitaria Locale campana, di annullare i tamponi previsti la vigilia del match, di disdire il viaggio aereo per Torino e quindi di non presentarsi in campo a Torino.

    

Il Giudice Sportivo non aveva avuto dubbi: la mancata presenza sul campo – complemento di stato in luogo assai caro ai bianconeri, tanto da farne da qualche anno a questa parte il proprio araldo – significava sconfitta a tavolino e penalizzazione. Ma l’indomito ADL non si dava per vinto, nonostante fosse fiaccato nel fisico e nel morale dal subdolo assalto del virus che lo aveva colpito sotto le mentite spoglie di un plat royal di ostriche. E otteneva così di ricorrere al giudizio del collegio di garanzia del CONI.

   

Dunque, sono passati due mesi e mezzo, ADL è guarito, come pure Zielinski, si sono ammalati altre decine di giocatori di Serie A senza che si creassero altri casi di diserzione dal campo, per capire oggi che era tutto uno scherzo. Che les jeux sont à faire e che tout va, anzi tout va très bien, madame la Marquise. Ma soprattutto per avere ancora una volta la certezza che nelle regole del calcio nazionale – abbiamo detto “calcio” con sufficiente e distratta generosità – davvero sembra che, per finire maccheroneggiando col francese, ne va rien. Rien de rien.

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