il foglio sportivo – il ritratto di bonanza

Gattuso l'antisocial

Alessandro Bonan

L'allenatore del Napoli riesce a essere freddo e analitico, senza perdere mai il controllo della parola. Ecco perché un insegnante di comunicazione dovrebbe guardare a lui come esempio da seguire

Quando parla Gattuso si scatena un pensiero antico, fatto di fatica, onore, sincerità e altruismo. Qualcosa di completamente dimenticato nell’epoca digitale, dove l’unico obiettivo della gente è quello di insultare il prossimo, allontanandosi dalla decenza e il più delle volte dalla verità dei fatti. Gattuso smentisce i social, li rende stupidi, inutili, perfino anacronistici. Un insegnante di comunicazione dovrebbe guardare a lui come esempio da seguire. Gattuso sceglie una via diretta che prescinde dal risultato, senza farsi condizionare dalla vittoria o dalla sconfitta, nel pieno rispetto dell’interlocutore. Se non gli piace la domanda, risponde argomentando, senza aggredire, nell’unico intento di spiegare le sue ragioni. Sembra una cosa semplice ma così semplice non è. Un allenatore è sottoposto a sollecitazioni emotive fortissime che ne alterano lo stato nervoso, soprattutto a fine gara. Non deve essere facile autocontrollarsi e mantenere una buona dose di lucidità. Gattuso in questo è uno dei migliori: riesce a essere freddo e analitico, senza perdere mai il controllo della parola. Se sovrapponiamo questo modo di comportarsi alla sua natura istintiva di vulcano in perenne ebollizione, ne viene fuori un gigante.

 

Gattuso è un calabrese che si è fatto dal nulla, solo con la forza della volontà. Una volta smesso di giocare sembrava destinato a una carriera di retroguardia, alla periferia dell’impero, piegato in due da un’ambizione impossibile. Non ci credeva nessuno, al Pisa come in Grecia, nell’isola di Creta, dove sembrava un naufrago invece che un allenatore. Dicono che pagasse di tasca propria per mettersi in panchina, una voce vera o falsa, non si sa, ma comunque una voce nobile, che riportava il fatto di un uomo disposto a mettersi in gioco pesantemente pur di raggiungere un sogno. Gattuso voleva fare l’allenatore, e ci è riuscito con una progressione velocissima che lo ha portato in alto, perché alto è il suo spessore umano. E viene da immaginare la reazione di un calciatore di fronte a un uomo così credibile, “si mister, facciamo come dice lei”. Perché ci sono quelli che come li guardi, capisci che dentro non ci trovi nulla di buono, e quelli come Gattuso che meritano un rispetto che prescinde perfino dal ruolo. È il rispetto che si deve a chi ha il coraggio di dire le cose in faccia senza dimenticarsi dei possibili disagi umani. Sui social c’è una pratica oscena: si offende gratuitamente una persona e la si menziona, come si dice, per farglielo sapere. E’ un modo sanguinoso di rapportarsi agli altri, con l’unico obiettivo di far male. Uno come Gattuso cerca la verità con il cuore, e l’unica menzione riguarda la giustizia. Non è solo un bravo allenatore, è soprattutto un uomo.

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