il foglio sportivo

“Così improvvisavo le telecronache di Holly e Benji”

Sergio Matteucci, voce storica del cartone animato culto, racconta il dietro le quinte dell'anime sul calcio. Lunedì su Italia 1 alle 13,45 i nuovi episodi

Alberto Facchinetti

Oliver Hutton sogna, esattamente come il Maradona ragazzino, di vincere il campionato del mondo. Gioca con il 10 e oltre a un talento immenso, ha una propensione al sacrificio e una generosità nei confronti dei suoi compagni non comuni. Per tutti, almeno in Italia, è sempre stato Holly. Benjamin Price è un portiere quasi imbattibile, ha un carattere meno affabile di Holly e una predisposizione agli infortuni che limitano una classe pari solo a quella dell’altro protagonista. Per tutti è Benji. Italia 1 ha mandato in onda per la prima volta il cartone animato “Holly e Benji - Due fuoriclasse” nell’estate del 1986, a poche settimane dal trionfo dell’Argentina ai Mondiali in Messico, in differita di tre anni con il Giappone, la casa madre. Per i ragazzi cresciuti negli anni Ottanta e Novanta è stato uno splendido romanzo di formazione.

 

“Non conosco giocatori della mia generazione che da bambini non si siano divorati i cartoni dei piccoli calciatori giapponesi”, scrive Francesco Totti nella sua biografia ufficiale. Veniva guardato infatti anche da chi poi avrebbe avuto una carriera calcistica come quella dei protagonisti. Rimanendo in Italia (il successo è stato mondiale), pure Del Piero e Buffon, e più recentemente Bonucci e Chiellini, hanno dichiarato la loro passione per la serie. A essere rimasti nel cuore non ci sono solo i due fuoriclasse, i loro compagni e gli avversari come Mark Lenders e Julian Ross. Nessuno infatti ha più dimenticato la voce fuori campo, quella che raccontava tutte le partite giocate a mo’ di telecronaca. Il doppiatore italiano si chiama Sergio Matteucci. Oggi ha 88 anni e vive ancora a Roma, la città dove è nato. Per la Rai è stato prima speaker tv e radio (cioè leggeva le notizie), trasformandosi poi in giornalista con Sergio Zavoli come maestro e capo. Più tardi uno studio di doppiaggio gli propose di collaborare in alcuni film e cartoni animati. “Quando venni chiamato dalla Fininvest – racconta al Foglio Sportivo nella sua casa romana – non ero ancora in pensione e con la Rai avevo il vincolo di esclusiva, ma Sergio Zavoli chiuse un occhio, lasciandomi fare. Lo fai troppo bene, mi diceva”.

 

Com’è stato il suo modo di lavorare durante il doppiaggio di Holly e Benji? “I testi della telecronaca me li scrivevo da me, spesso andavo a braccio. Mi arrivava una traduzione dal giapponese, ma dovendo fare una telecronaca non potevo seguire sia il monitor che il leggio. Facevo il telecronista a tutti gli effetti. Dissi dunque alla Fininvest che non avrei potuto seguire le indicazioni della direzione perché mi facevano perdere troppo tempo. All’inizio mi dicevano ‘hai detto rete e qui è scritto gol’, o viceversa. Non avrei potuto continuare così”. L’approccio che Matteucci ha avuto per Holly e Benji è quello che avrebbe avuto Martellini o Ameri di fronte a una partita vista dalla tribuna stampa. Negli anni in Rai Matteucci durante “Tutto il calcio minuto per minuto” ha affiancato nello studio di via del Babuino Guglielmo Moretti, il giornalista che con Zavoli e Bortoluzzi ha ideato il programma. Tifoso romanista, è stato anche calciatore della Fortitudo Roma. “In una partita affrontai Sandro Ciotti, gran bel giocatore. Eravamo già amici. Mio padre insegnava viola e fu lui a dare le primissime lezioni di violino a Sandro e a trovargli successivamente un nuovo maestro”.

  

Tra le mille cose fatte in carriera, un ricordo per Holly e Benji rimane. “Beh sì, che le azioni non terminavano mai”.

 

Quando oggi racconta della sua vita e delle sue esperienze lavorative non è facile riconoscere lo speaker del cartone che ha fatto innamorare del calcio intere aule delle elementari e delle medie. La voce sembra tradire anche una leggera inflessione romana. Però quando gli si chiede di fare a braccio una piccola telecronaca, si ritorna immediatamente indietro di anni, a quei pomeriggi davanti alla tv. Improvvisa: “Ecco la palla è giunta in questo momento tra i pedi di Hutton, che avanza e supera un avversario. Tiraaa”… Pausa. “Qui nella pellicola c’erano dei rallenty che non finivano mai. Erano minuti lunghissimi, a me sembravano mezz’ore”, sorride oggi. Poi Matteucci esplode: “Ed è gol!!!”.

 

L’enfasi con cui descriveva i gol spesso anche con un “ed è rete!!!” sembra più simile ai telecronisti che verranno dopo rispetto a quelli che c’erano allora. Nell’era che precedeva la pay tv il calcio aveva la voce sobria di Martellini, Pizzul, Martino, oltre che dei radiocronisti come Ciotti e Ameri. Non è un’assurdità sostenere che successivamente qualcuno possa essersi ispirato al Matteucci di Holly e Benji.

 

Oltre a quattro serie animate, cioè centinaia di puntate trasmesse fino al 2005, Matteucci ha fatto il telecronista in “Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo” e in tanti film come per esempio “Giorni di tuono”, il secondo episodio di Rocky, “Cinderella Man”, “Toro Scatenato”. “Ho fatto un po’ di pugilato nei novizi alla Borgo Patri di Roma. Avevo la boxe nel sangue. Anche con Rocky andavo a braccio. Finito l’incontro tra il protagonista e Apollo Creed sono stato applaudito e abbracciato dalla regia, dai fonici, dai tecnici per l’entusiasmo che avevo provocato in loro”. Matteucci ha capito col tempo che quel lavoro in “Holly e Benji” lo avrebbe reso celebre, se non lui almeno la sua voce. “Mi sono sempre divertito, perché se non mi divertivo non lavoravo. All’inizio non avevo intuito quanto piacesse il cartone ai ragazzi, poi nei piccoli centri mi chiedevano l’autografo, quando si spargeva la voce che ero in giro. Ho nipoti sotto i 40 anni che allora assieme ai loro amichetti mi volevano sul divano con loro a guardare le puntate o a fare pezzi di telecronaca in diretta. Quando andavo a fare un turno di doppiaggio alcuni colleghi mi trattavano come fossi un mito. La cosa mi ha sempre divertito molto”. Matteucci è stato molto amico anche di Enrico Ameri, collaborando negli anni successivi alla Rai nella stessa agenzia di comunicazione. Ma se gli si chiede chi sia stato la sua fonte di ispirazione per le telecronache, risponde: “Niccolò Carosio, un genio. Conosciuto in Rai, una volta entrò nel mio ufficio e si inchinò, allora io mi alzai e mi inginocchiai. Di fronte a Carosio bisogna solo inginocchiarsi, il più grande radiotelecronista della storia italiana. Prima di lui non c’era stato nulla”.

 

Dal 23 dicembre Italia 1 manderà in onda alle 13,45 dei nuovi episodi dell’anime, un remake del primo “Holly e Benji”. “Captain Tsubasa” – il fumetto uscito per la prima volta in Giappone nel 1981 si chiamava proprio così – è stato trasmesso su Tv Tokio dall’aprile 2018 per un anno intero: 52 episodi di 24 minuti ciascuno. Yoichi Takahashi, l’autore del manga che aveva avuto la fulminazione per il calcio vedendo Mario Kempes ai mondiali del 1978, vuole che il cartone animato abbia il titolo originale. Matteucci da un paio d’anni ha smesso con il doppiaggio. Figlio di Giuseppe, che è stato un musicista molto importante, oggi passa il tempo ascoltando musica a casa. “Non mi è capitato spesso di rivedere in tv le puntate di ‘Holly e Benji’, preferisco la lirica perché la musica ti sostiene e ti aiuta a prendere la vita con leggerezza”.

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