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Maurizio Crippa

Grazie José Mourinho. Anche per quel filo di malinconia che sempre si cela dietro l'imperfetta perfezione delle cose umane. Che è il segno dei grandi, e che richiama tutti a guardare alle Cose Grandi.

Grandissima gioia calcistica, ieri notte. Grandissima impresa sportiva, divina tripletta, che spero verrà a questo punto riconosciuta da tutti gli sportivi. Come anche il fatto che il Filosofo di Setubal non è solo un grande comunicatore, motivatore, organizzatore si squadre. Ma probabilmente il miglior allenatore oggi in attività, candidato a essere uno dei migliori di sempre. O volete aspettare che vinca, in capo a  due anni ma forse gà il prossimo, la Champions con il Real Madrid?

 

Perfettamente ha scritto Mario Sconcerti, alla vigilia, che Mourinho ha portato nel calcio italiano un Metodo nuovo, come "solo due altri allenatori hanno fatto nel dopouerra: Herrera e Sacchi". E che "se questa è l'ultima partita che José Mourinho sta giocando in Italia, è giusto rendersi conto che stiamo perdendo molto". Perché "Mourinho è un grande allenatore moderno che sta spostando il calcio dalla parte dell'uomo". Perfetto: e non è forse questo il motivo - capito subito e sempre dichiarato - per cui Zeru Tituli e il Foglio intero lo hanno da subito e per sempre amato?

 

Fino alla perfezione del trionfo e dell'addio.

 

Grazie, José Mourinho. Anche per quel filo di malinconia che sempre si cela dietro l'imperfetta perfezione delle cose umane. E che è il segno dei grandi, e che richiama tutti a guardare alle Cose Grandi.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"