
Luca Toni (foto LaPresse)
L'intramontabile Luca Toni e i treni persi dal Napoli
10 a Luca Toni, primo capocannoniere nella storia dell'Hellas, il più anziano di sempre. Risorto a Verona quando tutto sembrava finito. Campione vero, uomo d'altri tempi. Dalla via Emilia al West.
9 a Juve e Barca. Comunque finirà a Berlino sarà un triplete meritatissimo.
8 a Pioli. La sua è un'impresa clamorosa, una crescita ottenuta con gioco e programmazione. (E, piaccia o no, c'entra anche Lotito, bellezza)
7 a Tavecchio. Non era lui il parruccone che avrebbe inesorabilmente portato la FIGC indietro di decenni? Dopo dieci mesi si distingue invece per dinamismo e sensibilità. Il voto anti Blatter lo conferma. La pessima battuta razzista rimane ma il bilancio concreto fin qui non è male.
6 alla Viola. Tra ambizioni di gloria e rovinose cadute polemiche arriva quarta. È un fatto.
5 a Garcia. Non basta dire che la Juve è irraggiungibile. Non a fine stagione, almeno. La sua annata (non aiutata dal mercato) è stata mediocre in campo e fuori.
4 a Florentino, padronissimo di spendere i soldi come vuole e anche di applicare il principio "zero titoli? Allora vai a casa", ma perdere Ancelotti così potrebbe essere un errore imperdonabile
3 alle milanesi, fuori da tutto e il bello (o il brutto) è che la cosa non fa nemmeno più notizia.
2 al Napoli. Perde anche l'ultimo treno, dopo una stagione schizofrenica in campo e fuori. Pessimo Benitez, Higuain fragile nei momenti decisivi, fuori dal campo strategia di (non) comunicazione incomprensibile. Il grande Petisso, uno che passava mezza settimana ad "allenare i giornalisti", da lassù non sorride.
1 alla Fifa. Maschi adulti anziani che si chiudono a riccio dopo indagini e scandali. Va bene la presunzione d'innocenza ma difendere il fortino così, senza un minimo di autocritica, fa impressione.


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