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Perché quello della Fifa è uno scandalo annunciato

Francesco Caremani
Gli arresti dei vertici della federazione internazionale provocano un terremoto senza precedenti e il primo a pagarne le conseguenze sarà il satrapo del calcio mondiale, Joseph Blatter. In molti avevano già denunciato il giro di corruzione ma finora erano rimasti inascoltati.
Associazione a delinquere e corruzione, reiterati per ventiquattro anni, quattordici persone indagate e sette arrestate. Potrebbe essere una delle tante operazioni antimafia italiane, invece è il risultato dell’indagine dell’Fbi, coordinata dal procuratore generale Loretta Lynch, che per la prima volta nella storia ha provocato un terremoto nella Fifa, presieduta da Joseph Blatter. In manette sono finiti due vice presidenti del governo del calcio mondiale, Jeffrey Webb (Cayman) ed Eugenio Figueredo (Uruguay), e cinque importanti funzionari: Eduardo Li (Costa Rica), Julio Rocha (Nicaragua), Costas Takkas (Isole Cayman), Rafael Esquivel (Venezuela) e José Maria Marin (Brasile), in attesa di essere estradati dalla Svizzera. È stata perquisita pure la sede della Concacaf a Miami, Florida, per un’inchiesta che riguarda due generazioni di funzionari “i quali hanno abusato della loro posizione per accaparrarsi milioni di dollari in tangenti e bustarelle”, ha sottolineato la Lynch. Sotto i riflettori l’assegnazione dei Mondiali del 2018 e 2022 (Russia e Qatar), gli accordi di marketing e lo sfruttamento dei diritti televisivi di varie manifestazioni.

 

La polizia svizzera per procedere agli arresti si è presentata al Baur Au Lac di Zurigo, dove soggiornavano i vertici della Fifa riuniti per eleggere venerdì 29 maggio il nuovo presidente. Fino a martedì, l’idea generale era che Joseph Blatter, in carica dal 1998, sarebbe stato facilmente riconfermato. Diciassette anni criticatissimi che ne hanno rafforzato la figura di satrapo del football globale, indagato nell’ambito dell’inchiesta dell’Fbi. Eppure, che la Fifa fosse corrotta lo aveva stabilito anche il rapporto interno di Michael Garcia relativo proprio all’assegnazione dei Mondiali del 2018 in Russia e del 2022 in Qatar. Rapporto che molto faticosamente è stato reso pubblico dopo le dimissioni dello stesso Garcia. Già procuratore degli Stati Uniti per il Distretto meridionale di New York, durante l’amministrazione Bush si è occupato di terrorismo internazionale. E’ pure finito nella lista nera che include altri diciotto americani che non possono entrare in Russia per aver arrestato e fatto processare il trafficante di armi Viktor Bout, noto come il Mercante di Morte.

 

Sulla Fifa, e sul suo presidente, il giornalista investigativo scozzese Andrew Jennings ha indagato per anni, scrivendo il libro, “I padroni del calcio”, e inseguendo Blatter per inchiodarlo di fronte ai suoi scandali e alle sue responsabilità. Cura un blog, transparencyinsport.org, che racconta tutte le malefatte di Joseph. Una mosca bianca poco letta e ancor meno ascoltata dagli organi inquirenti che finalmente si sono mossi. Secondo l’Ufficio federale svizzero della giustizia i rappresentanti di media sportivi e ditte di promozione sportiva sono sospettati di essere stati coinvolti in un meccanismo per corrompere i funzionari del calcio, per un totale di oltre 100 milioni di dollari. In cambio, pare abbiano ricevuto diritti di media, marketing e sponsor in relazione ai tornei disputati in America Latina. Questi reati sarebbero stati ideati e preparati negli Stati Uniti e i pagamenti sarebbero stati effettuati tramite banche americane. “Ci ha colpito il fatto di quanto sia andata avanti nel tempo, la corruzione toccava ogni parte della Fifa, era il suo modo di fare business, era istituzionalizzata e permeava ogni aspetto dell’organizzazione”, ha detto un funzionario al New York Times.

 

[**Video_box_2**]Pochi giorni fa, Luis Figo si è ritirato dalla corsa alla presidenza con parole nette: “Ho visto con i miei occhi presidenti di federazioni che, dopo aver paragonato i dirigenti Fifa al diavolo, salgono sul palco per comparare quelle stesse persone a Gesù Cristo. Non mi è stato riferito, l’ho visto io come testimone oculare. Ai candidati presidenti è stato impedito di parlare ad alcune federazioni e congressi mentre uno dei candidati (Joseph Blatter, ndr) ha potuto farlo. Non c’è stato un singolo confronto o dibattito pubblico. Credo che a Zurigo non avverrà una normale elezione. Pertanto, non vi prenderò parte”. Che la Fifa fosse in difficoltà lo aveva già certificato la fuga di sponsor importanti e ora questa inchiesta, partita da un paese dove il calcio non è nemmeno lo sport più popolare, pare mettere nero su bianco ciò che molti sapevano e che pochi hanno scritto.

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