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Saverio ma giusto

Una proposta: il Foglio Porno

Saverio Raimondo

Che questo giornale rilanci un inserto pornografico! La crociata contro la pornografia è fuori dal tempo, e c'è bisogno di riportare in auge quella pulsione perduta, quel sentimento antico e ora silente che è il desiderio 

Dunque, ci siamo: oggi, mercoledì 12 novembre 2025, entra in vigore anche in Italia l’obbligo di registrazione sui siti porno, cioè bisognerà dimostrare di avere 18 anni per poter vedere tutti quei video. Il provvedimento è stato voluto dall’Agcom nel tentativo di far uscire dal bagno i loro figli minorenni che stanno sempre chiusi lì dentro con il telefono: provano prima così, altrimenti poi chiamano i vigili del fuoco e fanno buttare giù la porta. In un primo tempo, si era pensato di rendere possibile il riconoscimento tramite spid (era anche già pronto lo slogan: “uno spid per lo squirt”), ma poi questa possibile soluzione è stata accantonata quando hanno capito che la maggior parte della gente lo spid se lo fa fare dal commercialista, e mica si può masturbare il commercialista al posto nostro – salvo non rientri nell’imponibile.

Dunque è stato deciso che bisognerà autenticarsi tramite un sito o un’app certificata, che genererà un codice alfanumerico, con il quale poi uno può entrare sui siti porno: un procedimento talmente farraginoso che si fa prima a rimorchiare che a masturbarsi – che di questi tempi casti e puri è tutto dire! Oltretutto questo provvedimento, più che allontanare dal porno i minorenni – i nativi digitali sanno smanettare più online che nelle proprie mutande, figurati se non saranno capaci di hackerare il sistema o trovare dello streaming illegale – rischia di privare della pornografia tanta gente adulta o anziana digitalmente analfabeta o comunque poco pratica, con conseguente frustrazione o, peggio ancora, costretti all’umiliante richiesta a una badante o un nipote.

Qui ci vorrebbe uno scatto imprenditoriale da parte dell’editoria tradizionale: ci sono ampi margini di riscatto per la carta sul digitale! Cosa aspetta qualche “capitano coraggioso” a riportare in commercio Le Ore, Playmen o Supersex? Anzi, rilancio: propongo a questo giornale di partire, dalla prossima settimana, con un inserto pornografico! Il Foglio Porno – c’è già EuPorn, è un attimo. E mi candido alla direzione! Foto, fotoromanzi e racconti zozzi, dall’Italia e dal mondo.

Potevo ancora capire l’obbligo di tessera sanitaria ai distributori di sigarette; ma questa crociata contro la pornografia mi pare oltremodo fuori dal tempo – di decenni, se non di secoli. Anche perché si rischia di dare il colpo di grazia ai già moribondi siti porno; i quali, da dopo la pandemia, sono diventati vintage. Con il Covid infatti l’industria del porno si è fermata, come tutto; ma non le pornostar e i pornodivi, che non potendo contare sui sussidi e sostegni pubblici si sono aperti i loro canali OnlyFans – nei quali pubblicano video dove fanno sesso con i loro partner, con i loro vicini di casa, con i loro animali domestici, con le loro piante grasse in salotto – e ormai monetizzano così, in tanti non sono più tornati sui set. Di conseguenza sulle piattaforme porno ci sono ormai gli stessi video da cinque anni, con il conseguente “effetto Techetechetè”: anche i porno puntano ormai sull’effetto nostalgia, e quando vai per tirarti una sega è tutto un “già visto”, e invece che emettere gemiti o grugniti ci si ritrova a dire “uh, te la ricordi questa! chissà che fine ha fatto...” – o, quando va bene, ti ritrovi a venire sul video porno di una persona ormai morta.

Ma voglio concedermi una speranza: che questo ostacolo burocratico dell’Agcom riporti in auge una pulsione perduta, un sentimento antico, che potrebbe tornare dopo lunga latitanza proprio grazie alle difficoltà per reperire della pornografia, negli ultimi vent’anni divenuta così facile e accessibile. Sto parlando del desiderio. 
 

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