
Contenuti e divieti
Gli account per teenager di Instagram come i film per under 13 non accompagnati. Un annuncio di Meta (parla Angelo Mazzetti)
Il dibattito sulla "maggiore età digitale", la paura e la scelta genitoriale, l'intervento legislativo
L’incubo del chatbot cattivo maestro, la paura che il cellulare possa inghiottire il figlio adolescente in un gorgo di violenza, il senso di impotenza di fronte a divieti che più vietano più sembrano aggirabili: che fare? Singoli e istituzioni si chiedono come regolamentare il rapporto tra minori e tecnologia e come limitare i danni rispetto all’uso prematuro. La politica si sta attivando (in Italia, per esempio, si sta lavorando a un ddl bipartisan che punta a stabilire un’età minima di ingresso ai social) e le piattaforme, intanto, intervengono per così dire su se stesse, come spiega Angelo Mazzetti, responsabile Relazioni Istituzionali di Meta in Italia, Grecia, Malta e Cipro. Dopo l’implementazione degli account per teenager su Instagram, ieri infatti la piattaforma ha annunciato un aggiornamento delle proprie politiche di protezione degli adolescenti per quanto riguarda i contenuti: gli account per teenager di Instagram, spiega Mazzetti, a partire da fine anno nel mondo anglosassone e a partire da inizio anno in Italia e in altri paesi d’Europa, “seguiranno le classificazioni dei film PG-13 per impostazione predefinita. Significa che gli adolescenti vedranno su Instagram contenuti simili a quelli che vedrebbero in un film PG-13, cioè un film la cui visione è ammessa a chi ha almeno 13 anni anche senza la presenza di un accompagnatore adulto”. Il concetto è: se puoi vedere un contenuto al cinema senza un accompagnatore adulto e hai almeno 13 anni, allora puoi vederlo anche su Instagram. Mazzetti racconta la genesi di questa ulteriore svolta: “Da quando sono stati introdotti gli account per teenager di Instagram, ci siamo chiesti come poter aiutare i genitori a gestire meglio una realtà in rapida evoluzione e, a seguito dell’esperienza maturata e dei feedback degli stessi, abbiamo capito che una delle preoccupazioni maggiori era legata alla tipologia di contenuti ai quali gli adolescenti erano esposti. Sulla base di questa considerazione, allineeremo dunque gli account per teenager a una classificazione cinematografica di origine statunitense, diventata una sorta di standard globale. E, cosa molto importante, questa sarà un’impostazione di default”. Cioè: andrà di pari passo alla presenza di un account per teenager: “Sarà casomai il genitore che ritenga suo figlio abbastanza maturo da saper elaborare determinate immagini o informazioni o che voglia esporlo comunque a determinati contenuti a disattivarlo. Per noi la scelta educativa del genitore è la stella polare – e auspichiamo un sempre maggior scambio tra genitore e figli su questi temi”. Non solo: sulla base di questa classificazione, se ci si accorgerà che un account condivide in maniera ricorrente contenuti non appropriati per un minore di 13 anni, si farà in modo che quell’account diventi inaccessibile al minore. Una volta che l’aggiornamento sarà avviato, i dispositivi già attivi con un account per teenager a loro volta si aggiorneranno, permettendo anche ai genitori – in questo caso non di default ma per scelta ponderata – di limitare ulteriormente l’esperienza dell’utente, attraverso una nuova funzionalità che si chiamerà “contenuti limitati” e che permetterà di inserire altri filtri. “Ma il tema da affrontare prima di tutto”, dice Mazzetti, “è quello della maggiore età digitale: sotto quale età – decisa non dalle piattaforme, ma dal legislatore – si potrà entrare sui social con l’autorizzazione del genitore? Questo ci si deve chiedere. Restiamo convinti che sia necessario evitare la frammentazione a livello europeo e mondiale per avere, per quanto possibile, una legislazione uniforme e una scelta rispetto al minore a 360 gradi”. Ultimo, ma non ultimo: “La verifica dell’età”, dice Mazzetti, “deve essere fatta, e deve essere fatta possibilmente a monte, una volta per tutte, a livello di app store o di sistema operativo”.