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gli appunti

Lezioni sull'abuso degli scioperi

Piero Ichino

L’uso eccessivo delle astensioni dal lavoro compromette la forza della mobilitazione collettiva. Un richiamo alla misura per preservare il valore delle rivendicazioni

"Noi oggi cerchiamo di evitare al massimo, nella misura del possibile, gli scioperi  in regime democratico e repubblicano, perché noi desideriamo concorrere, con tutte le nostre forze, a consolidare e a sviluppare lo Stato democratico e repubblicano”: sono le parole pronunciate dal leader della Cgil Giuseppe Di Vittorio all’Assemblea Costituente il 12 maggio 1947. In riferimento specifico allo sciopero nei servizi pubblici, il discorso proseguiva sottolineando che è necessaria “una remora che ne freni l’uso e ne eviti  gli abusi”: remora che deve essere costituita essenzialmente dalla "coscienza civica degli stessi lavoratori dei servizi pubblici, i quali sono consapevoli delle conseguenze particolarmente gravi del loro sciopero. Un’altra remora spontanea è costituita dall’interesse che hanno i lavoratori di altre branche di lavoro di evitarne gli abusi (dato che sarebbero fra i primi danneggiati)".

Al capo della confederazione sindacale maggiore faceva eco, nella stessa seduta, un altro padre costituente, Vittorio Foa: “L’impronta con la quale il diritto di sciopero rinasce nella legislazione italiana, dopo tanti anni di divieto, la solennità con la quale rinasce è tale, che noi possiamo augurarci che questo senso di misura e di fiducia presieda all’esercizio del diritto di sciopero negli anni futuri”. Che cosa inducesse questi due esponenti di vertice del movimento sindacale e dei partiti di sinistra a esprimersi in questi termini è presto detto: era la memoria ancora viva del nesso politico che 25 anni prima si era osservato nitidamente tra il dilagare incontrollato degli scioperi nel “biennio rosso” 1919-2020 e l’avvento di un regime autoritario. Oggi l’abuso e il degrado di questa forma di lotta – due “scioperi generali” proclamati a meno di una settimana l’uno dall’altro, sempre in un giorno contiguo al fine settimana, in un periodo che ne vede proclamati regolarmente uno alla settimana nel solo settore dei trasporti pubblici – sviliscono questa forma di lotta, minandone il prestigio e l’efficacia. Se non i dirigenti dei sindacati di base almeno i dirigenti della Confederazione sindacale maggiore dovrebbero interrogarsi anche sull’impatto politico di questo degrado.

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