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il messaggio
Nuove censure anti ebraiche
La casa editrice San Paolo ha annullato un evento: una resa alla pressione di gruppi estremisti. Una denuncia alla deriva che silenzia il dialogo ebraico
Lunedì 15 settembre avrei dovuto presentare a Roma, alla libreria Paoline di via della Conciliazione, il mio libro sulle feste ebraiche, un testo divulgativo e privo di contenuti politici, pensato per aprire spazi di dialogo e riflessione. A dialogare con me era stato invitato il professor Vito Mancuso, stimato accademico cristiano, che aveva accettato l’invito per reciproca stima, nonostante alcune sue posizioni abbiano creato frizioni in ambito ebraico. La mia indipendenza rabbinica nasce proprio dalla libertà di dialogare senza dogmatismi né rigidità ideologiche. La polizia di Roma, dopo un sopralluogo, non ha imposto divieti ma ha sconsigliato lo svolgimento dell’evento, dichiarando di non poter garantire la sicurezza in modo adeguato e segnalando che alcune mie posizioni espresse sui social avrebbero potuto suscitare criticità. Chiunque può constatare che tali posizioni sono lontane da ogni estremismo. Di fronte a questo parere, la casa editrice San Paolo ha deciso di annullare la presentazione: scelta comprensibile per prudenza, ma nei fatti una resa alla pressione di gruppi estremisti che già avevano attaccato sui social non solo me ma anche il professor Mancuso, reo ai loro occhi di voler dialogare con me. Trovo sconfortante che chi ha il compito di garantire la sicurezza dichiari di non poterlo fare e, al tempo stesso, che chi organizza preferisca cancellare un’occasione di confronto moderato. Tanto più in un contesto in cui è possibile gridare slogan violenti negli spazi pubblici senza conseguenze, mentre eventi ebraici culturali e musicali vengono regolarmente annullati. Questo episodio non è isolato, ma il segno di una deriva grave: un paese in cui gli ebrei sono aggrediti, le voci dialoganti vengono silenziate, mentre chi diffonde violenza trova libertà e protezione. Non credo si tratti di antigiudaismo deliberato, ma di pavidità che diventa complicità con tendenze pericolose. La Torà ammonisce: “La giustizia, la giustizia perseguirai” (Deut. 16:20). E nel Talmud si ricorda che “Il mondo si regge sulla giustizia, sulla verità e sulla pace” (Pirkei Avot 1:18). Quando questi pilastri vengono meno, non si colpisce solo una comunità, ma la stessa tenuta morale della società.
Rabbino Haim Fabrizio Cipriani
Etz Haim, ebraismo senza mura,
The Masorti Movement