
Una scena della serie "Normal People" tratta dall'omonimo romanzo di Sally Rooney
Estate con Ester
Fermiamo lo scempio dell'amore artificiale e rieduchiamo i giovani al dramma
Una volta i cuori battevano. Il corpo lo reclamava, l'amore. Oggi lo struggimento è un fossile e gli ingegneri assassini hanno colto l'occasione per convertire questo vuoto in un modello di business: l'AI che fornisce l'amore. Una via d'uscita c'è, ma occorre tornare al Novecento
Lo so. Poveri noi. Che facciamo adesso che i ragazzi non si innamorano più? Dove abbiamo sbagliato, come possiamo rimediare? Meglio non entrare nei forum di discussione sentimentale dei giovani se non si vogliono prendere spaventi. “27 anni, non ho mai tenuto la mano a una ragazza”: questo è un utente Reddit che si fa chiamare “Disastrous-Ad”. Embè? E’ la normalità, gli rispondono gli altri. Amore non se ne trova manco se lo paghi, meglio rassegnarsi tutti insieme. Lo rassicurano: “Stessa età, stessa situazione. E’ dura. Ma almeno non sei solo”.
Eppure a vent’anni il corpo l’amore lo reclama. Non si può stare interessati alle cose del mondo, c’è spazio solo per sé stessi, e bisogna sentirsi male nelle relazioni – come dicono adesso – tossiche. Quelle dove non ci vogliono o ci vogliono poco. L’obiezione me la faccio da sola, ogni generazione ha detto della precedente eccetera. Adriana (Virna Lisi) in “Sapore di mare” fa la stessa omelia ai giovani nel 1983: “Mi sembra di ricordare che ci batteva il cuore”. Allora con chi ci si fidanza, negli anni Venti, per assicurarsi lo sfracellamento che a quell’età è più necessario perfino dell’amore stesso, quello felice e corrisposto, per prendere le misure dei pensieri sconfitti, e come accontentarsi di quelli a cui già si piace senza sentirsi perdenti?
Furbissimi, gli ingegneri assassini che ormai governano le sorti mondiali, ci hanno pensato loro a convertire in modello di business. Perché usare l’AI solo per scrivere le mail e qualche tesina di laurea? Sono passati due anni e gli affari informatici non decollano. Proviamo un altro articolo, cosa chiede il mercato? Qual è il prodotto che scarseggia? L’amore. Dai l’amore alle persone, e quelle se lo compreranno. Inventiamo gli innamorati immaginari, si sono detti. E l’hanno fatto. “Copilot Appearance” di Microsoft per esempio è una figurina animata che ti parla: ti appare come una creatura zompettante, ti sorride e dice che non vede l’ora di conoscerti meglio. “Replika” è per chi può spendere qualcosa in più, alta sartoria: il partner te lo fai tu su misura, bello cucito addosso. Scegli il nome, il carattere e la quantità desiderata di attenzione. Poco meno di cento euro all’anno e ti fa compagnia tutto il tempo. Assiste, ascolta, consola e ti ama. I titoli di testa dell’app dicono: una persona che si prende cura di te.
Che meraviglia, però, in linea di pura astrazione. Io li capisco, i ragazzi col robottino. Una presenza gentile e devota che ti segue con discrezione tutto il giorno. Ti accudisce, cura i malumori, interroga con tutti i perché giusti, i perché non invadenti. Non ti fa mai assaggiare il disastro dei cinque minuti di insofferenza, quelli che ti riservano gli umani quando non ti sopportano più. Cosa che nelle coppie succede spesso, come succede spesso di non piacersi, non parlarsi e figuriamoci capirsi. Però sto divagando, badiamo al sodo: si fornicherà, con questi cosi? Sì sì, c’è il modello erotico di Elon Musk, arriva una ragazza-fumetto anime chiamata Ani che ti intrattiene. Più clicchi, più si sveste. Insomma se paghi concludi. Hai paura di essere rifiutato? Ti vendiamo qualcuno che non può farlo.
Secondo i dati del Kinsey Institute, il 60 per cento dei giovani adulti Gen Z non ha mai avuto un appuntamento in adolescenza. In Europa, la percentuale di quindicenni che ha perso la verginità è crollata dal 25 per cento al 18 per cento in otto anni. In Giappone, i ragazzi delle medie che hanno dato il primo bacio sono scesi al 23 per cento. Ora torniamo al Novecento, al vecchio modello che, pure tra mille tare, continuava a funzionare. Cerchiamo di capire dov’è stato il cortocircuito. Dicono i ragazzi che non s’arriva nemmeno al “talking stage”, la chat-tentativo, quelle mezze ore di conversazione su Whatsapp utili a dimostrarti abbastanza brillante. E’ saltato tutto. “Niente fidanzati, niente flirt, niente situationship, niente di niente” dice una ragazza in un video virale. Centinaia di commenti solidali di conferma. E allora resta secondo loro solo una cosa da fare: attivare il piano premium.
Basta, quindi. Fermiamo questo scempio. E’ l’ora degli adulti, e forse serve finirla di essere ottimi esempi in teoria. Ritorniamo al vecchio sistema di famiglie vistosamente infelici, mostriamogliele tutte, le cose che fanno gli esseri umani: si presentano meglio di come sono, mentono, sistemano le cose per fare in modo che le cose vadano come dicono loro, si lamentano delle regole del gioco quando quelle regole non vanno a loro vantaggio, tradiscono non per necessità ma ad occasione, non ascoltano. Ti annoiano molto spesso e tu annoi loro, mortalmente. Ti ignorano, ti rivogliono solo quando sembra che ti perdano, non hanno troppo tempo per i tuoi problemi perché sono molto più interessanti i loro. E ogni tanto – per caso o per intenzione – fanno qualcosa di generoso per un’altra persona. E lo chiamano amore. “E come mai stanno insieme?” ci chiederanno. Qui bisognerà darsi coraggio ed essere onestissimi. Rimangono insieme perché – l’ha scritto una volta Philip Roth, che verità verissima – “le loro tare quadrano”.