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Editoriali
I danni mostruosi dell'antisemitismo
La popolazione ebraica mondiale non si è ancora ripresa dalla Shoah
Una nuova e sorprendente analisi dimostra che la popolazione ebraica mondiale non si è ancora ripresa dall’Olocausto che ha sterminato più di un terzo dei suoi membri. Si stima che nel 1939, prima che il nazismo ne uccidesse più di sei milioni, gli ebrei vivi fossero 16,6 milioni. A titolo di paragone, oggi gli ebrei vivi sono 14,8 milioni, secondo una ricerca del Pew Research Center. La popolazione ebraica è aumentata del 6,2 per cento, passando da 13,91 milioni a 14,8 milioni, tra il 2010 e il 2020, secondo i dati. Gli ebrei rappresentano solo lo 0,2 per cento della popolazione mondiale, ma per una strana ossessione globale è come se fossero la sentina del male, del sopruso, dell’ingiustizia e del colonialismo.
I risultati dello studio giungono in un momento di vulnerabilità per gli ebrei, che stanno combattendo contro un aumento dell’antisemitismo innescato dalla guerra tra Israele e Hamas a Gaza. “Gli ebrei hanno compensato la perdita di persone uccise nell'Olocausto? La risposta è no”, ha detto Jonathan Sarna, professore di Storia ebraica americana alla Brandeis University. “Ci vuole molto tempo per sostituire un terzo della popolazione, non è ancora successo ed è un promemoria di quante persone abbiamo perso nell’Olocausto”. Israele si conferma la culla e il futuro dell’ebraismo mondiale. La popolazione ebraica è aumentata di quasi il diciotto per cento in Israele, ma solo dello 0,6 per cento in Nord America. Invece gli ebrei sono diminuiti dell’otto per cento in Europa in soli dieci anni e del 37 per cento nell’Africa subsahariana, da 80mila a 50mila, nello stesso periodo. Europa e mondo islamico stanno diventando Jüdenrein. L’ultima volta che successe, ottant’anni fa, ci rimise tutta l’Europa. Dovremmo ricordarcene.