contraddizioni

Gli occhiuti pretoriani dell'antifascismo che non vedono la caccia all'ebreo

Luciano Capone

Da Fanpage a Berizzi, specializzati in "rischio fascismo", assicurano che nei pestaggi squadristi per le strade di Amsterdam non c'è traccia di antisemistismo. Chissà perché un giovane, per evitare le botte, ha urlato: “Non sono ebreo!”

In Italia ci sono media e giornalisti meritoriamente specializzati nel monitoraggio del “rischio fascismo”. Ovunque si scorgono i pericoli di rigurgiti fascisti e del riemergere del virus razzista e antisemita: nel consigliere di circoscrizione che ha il calendario del Duce, nel politico che omaggia un personaggio con convinzioni antisemite, nel parlamentare che sui propri social pubblica qualche slogan del regime. Tutto corretto. Solo che, stranamente, fanno fatica a vedere tracce di antisemitismo nella caccia all’ebreo che avviene nelle strade d’Europa, com’è accaduto ad Amsterdam.

Prendiamo Fanpage, il giornale che attraverso lunghe inchieste sotto copertura è riuscito a scovare diversi dirigenti giovanili di FdI che, di nascosto, facevano commenti razzisti e antisemiti. “Gioventù Meloniana, antisemitismo e razzismo: così parlano i dirigenti di Gioventù Nazionale che fanno carriera con i big di FdI”, era il titolo dell’inchiesta. Parole e slogan orribili, che il partito di Giorgia Meloni inizialmente ha tentato di sminuire o giustificare, per poi prendere provvedimenti. Nel caso dei pestaggi dei tifosi del Maccabi Tel Aviv in trasferta per una partita con l’Ajax, invece, non c’è traccia di antisemitismo. Si è trattato di “violenze in strada”, scrive Fanpage, si tratta dei soliti scontri tra ultrà: “Non c’è stato nessun pogrom”. Anzi, a ben guardare, sono stati i tifosi del Maccabi che hanno “posizioni di estrema destra” ad aver iniziato “con atteggiamenti violenti e minacciosi”. Hanno intonato “slogan contro gli arabi” e sono stati addirittura colpevoli di “furto e incendio di bandiere palestinesi”. Insomma, se la sono andata a cercare. Alla fine si è stato solo “uno scontro politico, tutt’al più identitario, scatenato da delle chiarissime provocazioni” dei tifosi israeliani e poi “il governo israeliano ha subito alzato l’asticella”. Il solito vittimismo degli ebrei, quindi.

Tutto questo, ovviamente, contrasta con le evidenze. Che non sono quelle di una telecamera nascosta, ma raccolte in pieno centro dalle istituzioni olandesi. Il procuratore di Amsterdam, Rene de Beukelaer, ha detto in conferenza stampa che ci sono stati 62 arresti, tra cui due minori, che si è trattato di un “evento non spontaneo” (cioè che l’agguato è stato coordinato e premeditato) e che sta considerando l’antisemitismo come movente. La sindaca di Amsterdam Femke Halsema, che è un’esponente di un partito della destra identitaria ma dei GroenLinks (Verdi-Sinistra), ha parlato di una “notte nera” che le ha riportato alla mente i pogrom contro gli ebrei nella storia olandese ed europea. “Abbiamo fallito nei confronti della comunità ebraica dei Paesi Bassi durante la Seconda guerra mondiale, e ieri sera abbiamo fallito ancora”, ha dichiarato il re d’Olanda, Guglielmo Alessandro, rievocando le pagine dell’occupazione nazista.

Sembrerebbe una reazione del tutto eccessiva, a leggere Fanpage, per qualcosa che non è “Niente di meno di quanto già visto in giro per l’Europa negli ultimi trent’anni”. Quante storie per la solita scazzottata tra tifosi. Dello stesso parere il giornalista Paolo Berizzi, che su Repubblica costantemente e quasi quotidianamente scova pericolosi neofascisti e antisemiti sui social network. Niente di così grave ad Amsterdam: “L’antisemitismo fa schifo sempre, da qualunque sorgente sgorghi – premette Berizzi –. Dopodichè Amsterdam non è stata una nuova Notte dei Cristalli e definirla “pogrom” è fuorviante. È stata una notte di violenze a cui hanno concorso anche le scorribande degli ultrà fascisti e razzisti del Maccabi”. Non c’è stata alcuna forma di antisemitismo, lo garantisce lui che se ne intende. Anzi, il fiuto infallibile di Berizzi indica che i veri fascisti non erano gli squadristi che hanno pestato gli ebrei, ma i tifosi israeliani che hanno provocato i picchiatori. Siamo a un passo dal dire che gli antisemiti sono proprio gli ebrei che tifano Maccabi.

In uno dei tanti video di quella tremenda notte, si vede un giovane accerchiato e colpito che, tentando di salvarsi dal linciaggio della folla, urla: “Non sono ebreo!”. Chissà perché non gli è venuto in mente di urlare: “Non sono un tifoso del Maccabi!”. In ogni caso, non è servito a molto: gli squadristi di Amsterdam lo hanno pestato lo stesso. Ma guai a pensare che si tratti antisemitismo, parola di professionisti. 

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali