Love will tear us apart

Johnny Depp capovolge il Me Too. La corte ha deciso che Amber Heard lo ha diffamato

Ginevra Leganza

Finalmente cala il sipario sul patema d’amore dell’anno. L'ex moglie e collega dovrà risarcire l'attore con 15 milioni. E ora il movimento femminista che smarcava il bene dal male, conferendo identità di genere all’uno e all’altro, è chiamato a una prova. Forse la più difficile

Finalmente cala il sipario. È stato poetico, divertente. Un dramma con due amanti insani: un antidoto alla noia dei comuni mortali; una sciagura per le elette del Me Too. Love will tear us apart, potrebbe chiamarsi così lo spettacolo appena concluso. E sì. Cupido li ha fatti a pezzi se in un lampo son passati dall’amarsi al diffamarsi. Tante accuse, poche scuse, ore e ore di rancore e lacrime. E alla fine è arrivato il verdetto: Johnny Depp ha vinto. Sono 15 i milioni che l’ex moglie deve all’ex marito. Meno dei 50 richiesti, ma tant’è.

  

L’attore aveva citato in giudizio la collega consorte Amber Heard, rea di aver firmato un articolo sul Washington Post. Era il 2018, e – sulla scia del Me Too – la Heard scriveva contro la cultura tossica e sessualmente violenta. Dichiarando di averla subita, scoperchiava l’orcio dei mali.

   

Ed è proprio vero che l’amore ti fa pezzi se con l’ingenuità dell’amore ti sposi. E che si aspettavano i due, che fosse ogni giorno la loro festa? A giudicare dalla durata del matrimonio – un anno appena – tutto fa pensare di sì. Tutto fa pensare agli entusiasmi veloci. Alle gioie violente che hanno fine violenta. E muoiono nel loro trionfo, come il fuoco e la polvere da sparo. Certo non si sono amati moderatamente, i due. Lei gli scaraventava addosso bottiglie di Vodka, mozzandogli la punta delle dita. Lui le sferrava colpi in un romantico chateau. Così raccontano. Proprio come quei matti che la ragion sommettono al talento. Dalla bufera sbucava a un certo punto Kate Moss, in collegamento, chiamata a testimoniare in favore dell’antico fidanzato. Un demone biondo, in blazer nero e bianca blusa, venuto a soccorrere il presunto picchiatore di mogli. Vortici di accuse e ritorni. È stato tutto irresistibile.

  

Oggi la musica è finita, gli amici se ne vanno. Amber Heard ascolta la sentenza a capo chino, e il Me Too non si sente tanto bene. Depp pare stia benissimo, invece. Non è a Fairfax, in Virginia – dove si svolge il processo – ma in Gran Bretagna, in ottemperanza alla sua sceneggiatura. Fotografato in un pub di Newcastle, poco prima del final cut. Un colpo di teatro e di genio lo tiene distante nel giorno del giudizio. “La sua assenza dimostra quali sono le sue priorità. Johnny suona la chitarra in Gran Bretagna mentre Amber aspetta un verdetto in Virginia”, aveva detto un portavoce della moglie. E infatti Depp attraversa l’Oceano per suonare alla Royal Albert Hall di Londra con Jeff Beck: perché the show must go on, fosse la sua vita appesa a un filo.

  

Alla fine ha vinto. E va bene, non serve il Me Too per sapere che non sarà certo uno stinco di santo. Ma se l’eleganza è distanza, allontanarsi è stato un bel gesto nei confronti dei tanti spettatori inchiodati. Tanti appassionati che non volevano certezze universali ma puro intrattenimento. Perché la storia tra Amber e Johnny è il patema d’amore dell’anno. A seguirli c’erano maschi e femmine di varia natura. Non solo partigiani machisti e paladine femministe. Ma una varia umanità di sentimentali guardoni. Milioni di curiosi serrati in casa a intercettare gli occhi nemici che non si incrociavano mai. Decine e decine di fan, dell’uno e dell’altra. Megafoni fuori dal tribunale, fra canti e controcanti: “Io sto con Amber”, “Amber bugiarda”.

 

Ma se domani i guardoni torneranno ai loro sani affari, già sappiamo che le altre – le estremiste – la prenderanno sul serio.

Oggi il movimento femminista che smarcava il bene dal male, conferendo identità di genere all’uno e all’altro, è chiamato a una prova. Forse la più difficile. Com’è possibile, infatti, che il bene sia uomo e non donna? L’ideologia vittimista è attesa in campo, in un corpo a corpo con la nemica di sempre: la realtà. Più precisamente, la realtà per la quale bene e male non coincidono con l’organo genitale che ti è capitato.

Ci son volute sei settimane per provarlo. Il tempo di una quaresima. Certo dagli esiti inattesi se a risorgere è il maschio. Johnny Depp capovolge il Me Too. E non si sa se con amore o con odio, ma sempre con violenza.

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