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SOSTENIBILITÀ E INNOVAZIONE

Il capitale umano

Carlo Ferraresi*

Ripartire dagli investimenti su persone e formazione per tornare a crescere. Il ruolo delle assicurazioni

 

La diffusione del Covid-19 in Italia e nel resto del mondo ha causato uno choc senza precedenti, con implicazioni sistemiche non solo a livello sanitario, ma anche sociale, politico, economico e geopolitico. Le organizzazioni si trovano oggi a operare in una “nuova realtà” in cui le tecnologie assumono un ruolo sempre più preponderante. Il settore delle assicurazioni, in questa fase, gioca un ruolo cruciale per la tenuta del sistema: sostenere le famiglie e i territori, oltre a garantire la copertura necessaria per gli operatori di mercato, in modo tale che possano riconquistare la fiducia e iniziare il percorso di ripresa e innovazione. Dobbiamo guidare il cambiamento e non essere soggetti passivi di questa fase storica cruciale. Allo stesso tempo, comunicazioni e comportamenti corretti e trasparenti, sia all’interno delle compagnie sia verso gli stakeholders esterni, sono la base su cui creare una nuova cultura che trasmetta fiducia e sicurezza al mercato. Le compagnie che sapranno creare un dialogo costruttivo con i propri interlocutori e impareranno a utilizzare nuove modalità di relazione, potranno comprendere vulnerabilità e nuovi bisogni del mercato, utili a elaborare risposte innovative su cui costruire il futuro. In tale contesto la sostenibilità è centrale, da non intendersi unicamente come sostenibilità ambientale, ma anche come un sistema industriale agile che consenta la digitalizzazione, l’automazione e la connessione. In altri termini, l’innovazione è il motore per la ripartenza perché consente di combinare e condividere le nostre eccellenze in sistemi connessi, di reinterpretarle e proiettarle nel futuro.

 

Non vi è crescita senza sostenibilità e non ci può essere sostenibilità senza innovazione. Se da un lato risulta quindi necessario l’adeguamento dell’offerta alle nuove condizioni di mercato, dall’altro rimane comunque fondamentale una sempre più meticolosa attenzione nella decodifica e nella comprensione dei bisogni del singolo e nelle sue esigenze di interazione digitale, rendendo la tecnologia uno strumento utile a creare nuove possibilità di relazione e individuazione di soluzioni. Ciò significa anche saper riconoscere le necessità dei consumatori di oggi e i cambiamenti che li caratterizzano per sensibilità ed esperienza. L’impegno comunitario, che ad oggi si traduce in un articolato programma di sostegno come il Recovery fund, non può prescindere da questa tendenza che è già in atto nei mercati globali e che può essere implementata solo mettendo al centro le generazioni future e lo sviluppo sostenibile delle imprese, in un binomio imprescindibile. L’investimento sulla persona, come in ogni epoca, farà la differenza, soprattutto partendo dalla consapevolezza che ogni realtà si colloca in un tessuto sociale dal quale può trarre beneficio non solo in termini di produttività, ma anche di scambi distrettuali di know-how. Quando un territorio si dedica a uno specifico settore crescono le competenze, l’entusiasmo, e soprattutto quelle eccellenze che da sempre contraddistinguono noi e la nostra cultura imprenditoriale.

 

Le imprese riconducibili ai tessuti produttivi del paese consentono di proiettarci su mercati internazionali, e noi siamo pronti a supportarle. Ma per continuare a far ciò è importante che le aziende, insieme alle istituzioni e al mondo della scuola e delle università, mettano a sistema le proprie competenze e risorse per intervenire nella formazione del capitale umano. Purtroppo, il nostro paese continua a essere in forte ritardo. Non possiamo più permetterlo. Dobbiamo sforzarci di fare un passo in più, e cogliere così l’occasione di progettare un nuovo paradigma formativo prima, e lavorativo poi, capace di rispondere alle esigenze della vorticosa transizione verso un mercato sempre più digitalizzato e votato alla personalizzazione, mantenendo la centralità dell’individuo e dei suoi bisogni. Insomma, la ricetta per il comparto assicurativo è un “ritorno al futuro”, tra sostegno delle realtà territoriali e tendenza all’innovazione e allo sviluppo di conoscenza. Per sostenere la ripartenza e guidare la crescita, serve un nuovo approccio, lungimirante e da leader del cambiamento come il settore è sempre stato in passato. La vera sfida è quella di continuare a dare fiducia, protezione, sicurezza e stabilità, driver fondamentali per pianificare un futuro sostenibile, a sostegno di persone, famiglie e imprese.

 

Carlo Ferraresi, amministratore delegato  Cattolica Assicurazioni

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